Lincoln
«Com'è? Ti piace? È buona? Scommetto di sì».
Mastico piano la crostata, sminuzzandola con i denti con una lentezza calcolata per irritare la ragazza davanti a me che mi guarda in attesa di ricevere complimenti.
Ammetto che la crostata è buona, dolce e croccante come piace a me. Mi ci vorrebbero due secondi per annuire, e dire a voce alta che è buona. Ma, ammetto anche che mi piace molto irritare la mia ragazza che diventa rossa e bellissima con le sue smorfie.
Sono uno stronzo fastidioso?
È probabile. La migliore amica di Saint, Evelyn, si premura di dirmelo in ogni videochiamata che facciamo con lei e James. La coppia che mai mi sarei aspettato di vedere, è in viaggio per tutta l'Europa dal giorno dopo il diploma di James.
Conosco Evelyn Benson da quando aveva quattordici anni, i capelli fucsia e una voglia di ribellarsi e urlare per riuscire a farsi sentire dal mondo intero. Ho visto James crescere fino al punto di diventare l'uomo che è adesso. E non avrei mai immaginato che potesse nascere qualcosa tra loro.
Onestamente, non mi sento neanche di giudicarli per i loro comportamenti affettuosi ed estremamente dolci. Uno dei miei più cari amici, Cole, mi chiama Poeta Maledetto da quando ho presentato Saint come la mia ragazza.
Sono un professore di letteratura che ama le poesie e i romanticismi. Comprendo la ragione per la qualche vengo chiamato in quel modo.
«Lincoln. È buona, sì o no?».
Bevo un sorso d'acqua per nascondere un sorriso divertito. Gli occhi color nocciola di Saint seguono ogni mio gesto mentre tiene le braccia incrociate.
Deglutisco. Guardo la crostata alla marmellata di ciliegie che ha preparato come dolce per il dopo cena, poi guardo lei, una ragazza con i capelli rossi e il viso da ragazzina, fissata con le ciliegie tanto da aver inondato il mio appartamento di candele rosse al profumo della sua frutta preferita.
«Cosa vorresti sentirti dire, Ciliegina?».
Mette un broncio talmente tenero che non riesco a trattenermi dal ridacchiare. Alza un dito medio verso di me prima di scomparire dalla cucina.
Scuoto la testa con un sorriso e la seguo in soggiorno. Mi siedo a pochi centimetri da lei, sul divano. Stesa sul tappeto, Pip scodinzola e mi sporgo per passarle la mano sulla pancia.
Saint sbuffa rumorosamente.
«Piantala. Non posso essere arrabbiata con te, se coccoli così Pip».
Piego un lato della bocca in un sorriso.
Saint si sporge sul tavolino e dalla ciotola al centro, afferra una caramella alla menta che scarta per poi metterla in bocca. Ridacchia per lo sguardo dolce e tenero di Pip, ai suoi piedi.
La studio, perché è ciò che faccio dalla prima volta in cui una piccola bambina con le trecce rosse mi ha guardato, e il mio cuore ha fatto uno strano salto. Persino dopo tutti questi anni, non riesco a non rimanere affascinato da lei. E ancora dopo due mesi dal mancato matrimonio di Liz, mi capita di lanciare sguardi a Saint, in attesa di provare una sensazione di panico o di sentire una vocina urlarmi contro di scappare.
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Noi ci apparteniamo
RomanceImpegnata a godersi la vita universitaria e la convivenza con le sue coinquiline, Saint Pratt non ha intenzione di pensare ancora al tradimento del suo ex ragazzo Josh con Liz, sua sorella. O a Lincoln O'Neal, il migliore amico di Liz e Josh nonché...