Il viaggio verso duskwood

episodio 26:una luce in mezzo al buio nelle strade di duskwood!

La mattina seguente mi svegliai,mi girai e  jessy non era più lì,al mio fianco.
Mi alzai piano piano,le forze non erano neancora recuperate del tutto, ma almeno riuscivo a mettermi in piedi.
Andai in sala e....nulla,non c'era nessuno,la casa era deserta...che fine avevano fatto jessy,jake e cleo?
Bhe visto che c'è il frigo, ne approfitto per mangiare qualcosa che ho fame.
Trovai un panino al salame, avvolto sulla carta stagnola...e me lo mangiai tutto...
Dopo la mangiata,iniziai a ispezionare la casa e trovai il mio cellulare sopra a un mobiletto.
Fortunatamente il telefono era acceso e trovai 20 chiamate da parte del comandante della polizia allan e quindi decisi di chiamarlo...
Neanche il tempo di premere il pulsante per chiamarlo che mi chiamo prima lui..
Driin,driin il telefono squillava e presi coraggio di rispondere...
Andrea:si pronto?
Allan:oh signor Andrea,finalmente si e deciso a rispondere alle mie chiamate!
Andrea:bhe sa signor allan,dopo che mi avete arrestato e chiuso in ospedale cosa pretendeva?
Allan:lei è un figgitivo,e per la legge noi dovevamo eseguire la procedura di arresto.. ma non la chiamo per questo, ma per discutere della siringa con dentro del veleno ritrovata affianco al suo letto in ospedale..
Andrea:oh,finalmente ha forse capito che in circolazione c'è un assasino,visto che mi ha avvelenato e quasi ucciso?
Allan:SI,comprendo benissimo la sua rabbia e ci siamo attivati per trovare chi sia stato ma prima abbiamo bisogno di lei,della sua testimonianza,se ha visto qualcosa o l'assassino in viso..
Andrea:so dove vuole arrivare,vuole che vengo in centrale a raccontarle tutto,così poi mi può arrestare con altri capi d'accusa che non stanno ne in cielo ne in terra..
Allan:no,adesso metto da parte quello,visto che mi era stato imposto dal fbi,di metterle una taglia a lei e al suo amico hacker ma adesso è diverso,voglio chiudere il caso e archiviare tutta questa storia!
Andrea:capisco bene, ma sa allan,io so chi sono i rapinatori,so chi mi ha avvelenato,e si deve ricordare bene questa frase:questa è la mia guerra,no la sua! Appena gli catturo gle li porto personalmente in questura!
Attacai il telefono in faccia al poliziotto e mi andai a cambiare i vestiti,pronto per andare fuori da questa casa per schiarirmi le idee..
Dopo essermi cambiato,uscii e mi girandomi intorno ero vicino al centro di duskwood,ma allora dove ero stato portato?
Pensai,pensai e vidi il simbolo del corvo sulla porta di casa e capii subito.. mi avevano portato  a casa di jessy!
Ma perché portarmi a casa sua? Che senso aveva?
Sono domande che solo jessy poteva darmi,ma adesso ho bisogno di ragionare e l'unico posto che mi può dare le risposte che mi servono era il lago!
Mi incamminai verso il lago,per fortuna avevo la piantina di duskwood nel telefono (così da poter fare delle strade secondarie e dare meno del occhio possibile per strada)...
Una volta arrivato al lago,mi sedetti e iniziai subito a pensare dove poter trovare lilly.
Le informazioni erano tante,richy  stesso un indizio deve avermelo lasciato come ogni serial killer che lascia sempre un indizio che dopo lo incastra...
Analizzando le varie cose,avrei la casa abbandonata nel bosco,la casa del papà di jennifer,la stessa grotta dove richy aveva fatto finta di essere il salvatore di hannah,la baita in montagna,il rifugio dei cacciatori.. ma qualcosa mi sfuggiva,c'era quel piccolo indizio che non riuscivo a trovare,che poteva portarmi a loro...
Le ore passarono e il sole ormai stava calando,e decisi di rientrare a casa di jessy.
Nel tragitto verso casa,decisi di passare per il centro di duskwood,tanto era buio e avrei potuto facilmente nascondermi in qualche calle..
Finché camminavo, immerso nei miei pensieri,un raggio di luna illumino la fontana del centro e mi venne in mente la piantina,che aveva un luogo con dei simboli,quella sarà la mia prossima destinazione,visto che quella volta lilly, mi disse che non c'era nulla, e sicuramente lo avrà voluto farlo apposta per farmi sviare dalla realtà