Capitolo 7

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-Ma che ti è andato di volta il cervello?- gli dico spazientita

Si gratta la nuca, sono quasi convinta che sia imbarazzato, ma ovviamente non lo dico. Jake mi prende la mano e mi porta verso la sua auto. Scorgo Roberto dal finestrino che da un calcio al cestino dell'immondizia. Non capisco questo suo comportamento insomma, passare dall'essere il mio bullo a mangiare un gelato insieme. I miei pensieri vengono interrotti da Jake che mi poggia una mano sulla gamba, il suo tocco è leggero quasi come se avesse paura di star azzardando un po' troppo,ma sinceramente non è una cosa che mi da molto fastidio. Decido di rompere il silenzio –Allora, dove hai deciso di portarmi?- chiedo curiosa, anche se in questo momento il pensiero che mi assilla è tutt'altro: ROBERTO. Non posso credere che mentre sono al mio primo appuntamento penso a lui.

-Non è niente di sofisticato, è il locale di mio zio, si chiama EAT&LOVE-IT. Lo conosci?- mi risponde.

In realtà non ho mai sentito parlare di questo ristorante, ma decido di compiacerlo facendogli dei complimenti su quanto sia buono il cibo in quel posto. Mi sorprende che anno dopo anno la mia capacità di mentire sia migliorata solo grazie a Roberto. Oh, andiamo non è possibile che ogni pensiero sia rivolto a lui.

-Ti piace Kelly Clarkson?-

Annuisco –è la mia cantante preferita-

-Anche la mia-

-Wow abbiamo una cosa in comune- sorrido, l'ho detto solo perché non sapevo che dire, è carino, ma non sa sostenere una conversazione. Che razza di risposta è "wow abbiamo una cosa in comune"?

-Già sembra di si. Siamo arrivati. Aspetta qui-

Parcheggia e scende velocemente dall'auto. Si avvicina verso il mio sportello e lo apre facendomi scendere. Cerca di prendermi la mano, ma io lo evito senza darlo troppo a vedere. Mi sposta la sedia per farmi sedere e poi si accomoda. È un locale molto intimo e appartato e penso che si sia messo d'accordo con lo zio perché il nostro tavolo ha la tovaglia viola (il mio colore preferito) e delle bellissime rose rosse e bianche. Il menu lo aveva scelto lui curando i minimi particolari. Il pranzo è andato alla grande, mi sono divertita molto, poi ci hanno portato il dessert. Un tortino con quelle che sembrerebbero scaglie di cioccolata. Lo addendo un paio di volte e poi mi sento divampare.

-Hope cos'hai, sei rossissima e ti si sta gonfiando tutta la faccia- mi dice Jake

-Non ci saranno mica i mirtilli in questo tortino, vero?-

-Non dirmi che sei allergica-

Annuisco –Ti prego portami al pronto soccorso, mi si sta stringendo la gola-

Mi accompagna velocemente all'ospedale. E il medico dice subito a prima vista che ho avuto uno shock anafilattico e mi fa una siringona dietro il sedere. Poi fanno entrare Jake e ci dicono di aspettare ancora un po' per vedere se fa effetto.

-Scusami Hope sono un disastro, mi dispiace così tanto-

-Oh, non preoccuparti non potevi saperlo-

Poi sento dei passi veloci e vedo la porta aprirsi di scatto.

-Cos è successo?- domanda Roberto visibilmente irritato

-E tu che ci fai qui?- gli chiedo io, va di male in peggio.

-L'ho chiamato io- mi dice Jake

-Perché?Ero con te, non c'era bisogno di far venire anche lui!-

-Bhe mi sono fatto prendere dal momento, e pensavo che magari visto che con lui hai più confidenza ti saresti sentita meglio- dice Jake.

Avrebbe potuto chiamare Giovi o Marco, ma no doveva chiamare lui.

Roberto si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani.

-Ma che ti ha fatto? Sembri un mostro!- esclama. Mi lascia

-Ma grazie- gli rispondo ironica.

-Io non gli ho fatto niente, ha mangiato un tortino ai mirtilli e le è venuto uno shock anasilattico- va sulla difensiva

-ANAFILATTICO*- lo correggo.

-Fuori di qui- gli indica la porta.

Jake non si scompone.

-Forse non mi hai sentito. Ho detto: FUORI DI QUI- alza il tono di voce.

Se ne va via a testa bassa con i pugni stretti.

-Perché lo hai fatto, non hai alcun diritto di venire qui e rovinare il mio appuntamento- gesticolo

-Ma sei seria?- fa una risata sarcastica poi continua –Se non te ne sei accorta sei in un ospedale, e tutto per colpa di quel fottuto Jake-

-Ti ho già detto di non chiamarlo "fottuto Jake"-

-Oh al diavolo!- poi continua dicendo – Io sono immediatamente venuto qui quando quello stronzo mi ha detto che eri in ospedale e tu me ne stai cacciando?-

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto.

-Non fare quella faccia infondo non sono stato mica io a mandarti qui-

-Eh no, adesso stai esagerando. Sai quante volte mi hai messo le mani addosso? Sai quante volte sono tornata a casa piena di lividi grazie ai tuoi Bulls? Sai quante volte ho pianto e sofferto? No, non lo sai, vero? Adesso l'unico che deve andare fuori di qui sei tu. Non voglio più rivederti!-

Si dirige verso la porta, si gira un'ultima volta e poi varca la soia.

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