Non sei sola

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Aprii gli occhi per il frastuono che c'era in casa mia, Devis stava ancora dormendo con me tra le sue braccia e così sorrisi.
Ero stata così bene che avrei voluto che non se ne andasse mai più da casa mia.
Mi alzai controvoglia lasciandogli un delicato bacino sulla guancia e uscii dalla mia stanza, mio padre mi guardò male.
"Cosa diavolo ci fa un ragazzo in casa mia!?" Urlò arrabbiato tirando un pugno alla parete, sobbalzai chiudendo gli occhi.
"Non è come pensi, papà... per favore non urlare che non voglio spaventarlo" mormorai pianissimo per cercare di farlo ragionare ma lui non mi diede ascolto.
"Chi diavolo è?" Chiese posando una mano sul mio collo, deglutii mordendomi il labbro inferiore tremando e mormorai:
"È Devis" lasciò il mio collo e mise le braccia conserte ridacchiando.
"Oh, il tuo falso ragazzo?"
"Si, è lui e non voglio che se ne vada adesso, ci sono tantissimi paparazzi..." cercai di far in modo che mi credesse.
"Non se ne andrà, devo dirgli di trattare bene la mia principessa" lo fissai, poi sospirai e andai in bagno per farmi una doccia veloce dato che mi serviva molto.

Mi stavo lavando i capelli con gli occhi chiusi quando sentii la porta del bagno aprirsi ma non ci feci molto caso dato che non credevo fosse nessuno.
"Nieves?" Sobbalzai e mi affacciai dalla tendina, guardai Devis che mi sorrise.
"Buongiorno bellissima, se vuoi scosta pure la tendina" mi disse ridendo.
"Te lo scordi, esci dal bagno, cazzo" lui rise annuendo e fece per andarsene ma sentimmo i passi di mio padre e quindi corse nella doccia con me.
Sgranai gli occhi e posai velocemente una mano sulla sua bocca e sui suoi occhi e lui sorrise posando le mani sulle mie spalle.
"Dove diavolo è finito il tuo falso ragazzo? Volevo andarlo a svegliare ma è scomparso" cercai di schiarirmi la voce per trovare una cosa plausibile, una scusa a cui avrebbe potuto credere.
"Credo sia andato via, aveva molto da fare, dato che oggi abbiamo il pranzo"
"Poteva avvertire, che Idiota" esclamò infastidito sbattendo un pugno al muro facendomi sobbalzare, Devis mi accarezzò le spalle e così gli dirai una testata sul petto per farlo smettere.
"Credo lo abbia chiamato John e quindi non ha potuto dire di no, sai com'è..."
"Sarà per la prossima volta allora, ora muoviti che ho fame" rispose sbattendo la porta facendomi tremare per la paura.
"Tuo padre é una Merda" lo sapevo ma non volevo che avesse pietà di me.
"Fatti gli affari tuoi e ora vai via prima che ti trovi qui" mormorai togliendo la mano dalla sua bocca ma non dai suoi occhi.
"Pensavo che ieri sera avessimo condiviso un momento perfetto" lo avevamo fatto.
Ero stata veramente bene con lui.
"Ed è stato così, ma non voglio problemi"
"Non li avrai, l'ultima cosa che voglio è darti problemi Nieves." Era molto gentile.
Mi faceva piacere che tenesse le mani apposto e che non mi ricattasse.
"Me li stai già causando..." sussurrai piano e lui sospirò, gli fissai le labbra, ero contenta che non potesse guardarmi.
"E come mai?"
"Seriamente? Sei qui nella doccia con me"
"Ed è proprio una meraviglia esserlo" ed ecco che era ritornato il maiale!
"Devis." Lo ammonì facendolo ridere, gli tappai di nuovo la bocca e lui alzò le mani.
"Come faccio ad uscire senza farmi vedere?" Dovevo escogitare un piano alla svelta, mio padre sarebbe uscito solo per andare a lavoro e non potevo farlo uscire dalla porta di casa e non potevo nemmeno farlo saltare dalla finestra perché lo avrebbe sentito dato che la finestra era bassa.
"Aspettami in camera mia, nasconditi e non fare rumore" lo avvertii, annuì.
"Va bene signorina, ai suoi ordini" tolsi la mano dai suoi occhi e lo spinsi fuori prima che potesse vedermi.

Preparai la colazione velocemente e mio padre non mi chiese un bel niente, non voleva parlare e ne fui sollevata dato che se avesse parlato mi avrebbe chiesto di Devis o altre cose alla quale non avevo voglia di rispondere.
"Prima di andartene prepara da mangiare che torno per pranzo e voglio qualcosa di pronto" annuii alzandomi e sparecchiai, mio padre si alzò e mi prese da un braccio facendomi sgranare gli occhi dalla paura.
"Qualunque cosa ti chiedano, tu falla" annuii e lui se ne andò via velocemente.

Entrai in camera mia con un cornetto per Devis e lo chiamai:
"Devis?"
"Hai un tanga, perché non te lo metti mai?" Sgranai gli occhi andando da lui veloce e gli tirai uno schiaffo così forte che gli lasciai l'impronta della mano, doveva rispettare la mia privacy.
Non disse niente, si massaggiò la guancia.
Si mise seduto sul mio letto e poi si sdraiò.
"Mi dispiace. Non avrei dovuto guardare" mi disse dopo qualche secondo, lo guardai infastidita stringendo i pugni forte e scossi la testa cercando di riprendermi.
"No, non avresti dovuto" risposi alzando le spalle, lui mi guardò negli occhi.
"Mi dispiace molto, non so cosa sia successo per farmi fare una cosa simile"
Sembrava davvero dispiaciuto, ma non volevo che la passasse liscia così.
Mi misi seduta sul letto e lui fece lo stesso.
"Ti dispiace, ma non valgono le scuse. Ogni volta che fate una cosa simile vi scusate e noi dovremmo perdonare?" Scosse la testa mordendosi il labbro inferiore e poi si passò una mano tra i capelli sdraiandosi di nuovo.
"È la prima volta che l'ho fatto, non mi era mai successo ed ero solo curioso di sapere qualcosa in più su di te" roteai gli occhi guardandolo malissimo.
"Guardando nei cassetti? Bel metodo"
"Sinceramente volevo vedere se tu tenessi un diario segreto o altro e mi sono imbattuto in quel perizoma quando sei entrata e ho fatto lo stupido apposta" non sapevo se credergli o meno, ma ero contenta che non avesse trovato il mio diario segreto.
"Io vado a casa a vestirmi" mi disse, così alzai le spalle annuendo.
"Ci vediamo davanti al ristorante" dissi.

Scesi dalla moto e mi tolsi il casco, erano le 13 e avevamo il pranzo con degli sponsor di qualcosa della quale non sapevamo un bel niente come sempre.
Devis non era ancora arrivato e non rispondeva alle mie telefonate da quando se ne era andato da casa mia.
"Nieves!" Oramai conoscevo quella voce, mi perseguitava giorno dopo giorno e non sapevo nemmeno come dirglielo.
"Ehm ciao ..."
"Sei così bella, mi sei mancata!" Mi strinse in un abbraccio e così lo allontanai senza sembrare maleducata e mi guardai intorno, non c'era nessuno che potesse salvarmi da quella situazione.
"Perché non usciamo insieme qualche volta?" Mi chiese sorridendomi, alzai le spalle e gli spiegai che fossi fidanzata.
Lui mi guardò male e cercò di parlare ma in lontananza vidi Devis e così mi scusai e corsi da lui urlando:
"Amore mi sei mancato!" Lui non capì e infatti non mi strinse tra le sue braccia.
"Che fai? Non ci sono paparazzi" mi disse confuso, alzai le spalle e lo guardai.
"C'è il mio fan pazzo" lui lo guardò, strinse i pugni e fece per andare da lui ma lo bloccai scuotendo la testa.
"Meglio se resti fermo, non voglio scenate" Mimai prendendogli la mano e lo portai con me dentro al ristorante.

Gli sponsor non erano molto simpatici, volevano che promuovessimo scarpe da ginnastica della Puma e a me faceva piacere, ma erano un po' troppo interessati alla relazione che avevo con Devis e non ci piaceva parlare con loro.
"Quindi scarpe della Puma?" Chiese il mio finto ragazzo. Loro annuirono e così firmammo, mi arrivò un messaggio e così mi scusai e lo lessi.
Josh: domani alle 8 hai un provino
Io: okay, a domani

Fuori mentre stavamo aspettando l'auto c'era molto freddo, così Devis mi mise la sua giacca sulle spalle facendo un piccolo sorriso, mi diede un bacio sulla fronte.
"Grazie" mormorai guardandolo meglio.
Stava veramente bene vestito elegante.
L'auto arrivò e così salimmo subito e si mise a guardare fuori dal finestrino.
La serata era stata normale e ci trovavamo in auto, non avevamo parlato chissà quanto e mi dispiaceva molto.
La macchina si fermò, così mi tolsi la giacca e la porsi a Devis che scosse la testa mordendosi il labbro inferiore.
"Nieves, puoi rimanere due minuti?" Non avevamo parlato e quindi ero un po' preoccupata di ciò che volesse dirmi.
"Facciamo veloce, domani ho scuola" lui annuì guardando di nuovo fuori dal finestrino.
"Volevo parlare di tuo padre" il mio cuore cominciò a battere più forte del dovuto.
"Non c'è niente da dire Devis, fatti gli affari tuoi" cercai di aprire la portiera ma non si apriva e così lo guardai malissimo.
"Non posso farmeli perché sei la mia finta ragazza e non voglio che tu abbia problemi" scoppiai a ridere sarcasticamente.
"Credi davvero che tu possa salvarmi?" Avevo le lacrime agli occhi, non volevo piangere e non lo avrei fatto, avrei lottato.
"Voglio solo essere tuo amico, puoi confidarti con me" scossi la testa.
"Non posso Devis, sai quanto sia difficile vivere questa vita?" Lui cercò il mio sguardo ma non volevo che mi vedesse.
"Non sei sola Nieves. Non lo sei, non lo sarai mai perché io ci sarò sempre" scossi la testa e scoppiai a piangere, lui non disse niente, mi attirò a se e mi strinse forte cominciando a cullarmi e così piangendo come una bambina mi addormentai tra le sue braccia.

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