Capitolo 12

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Manuel alla fine potè rimanere a cena e Dante gli propose persino di restare a dormire da loro.

Il giovane accettò, notevolmente allietato da quell'invito che faceva intendere che non solo non fosse un peso, ma che al contrario sembrava essere un vero e proprio piacere per la famiglia Balestra ospitarlo.

A seguito della cena, che a Ferro sembrò una sorta di banchetto rispetto ai miseri pasti che era solito fare, egli propose all'amico di uscire a guardare le stelle prima di andare a letto.

Simone fu d'accordo e così i due si avviarono verso il giardino.

Dopo pochi passi decisero di sdraiarsi e subito puntarono il naso al cielo.

Non vi era nemmeno un filo di vento e tutto era calmo intorno a loro.
In lontananza si udiva il bubolare di un gufo e vi era qualche piccolo insetto che perlustrava la zona in volo.

A interrompere il silenzio che si era creato fu Manuel: "Ma ce pensi mai a quanto è strana sta vita? Ar fatto che ce so' 8 miliardi de persone e noi ce semo conosciuti? O forse eravamo destinati a conoscerce... dico ce pensi mai a quanto er destino, il fato, chiamalo come te pare, influisce sulla tua esistenza e quanto invece sei tu che puoi decidere come far andare 'e cose?"

Prima di rispondere Simone si prese qualche minuto per analizzare a fondo il discorso dell'altro, poi disse: "Personalmente non credo molto nel destino.
Ma anzi, credo che la vita sia ricca di casualità.
Perchè ci siamo incontrati? Questo non lo so, ma posso dirti che è una semplice coincidenza".

"Ed è una coincidenza anche il fatto che siamo qui a parlarne?" lo punzecchiò Manuel.

"È dall'alba dei tempi che l'uomo si pone domande sulla sua esistenza perciò..."

"Ho capito Simò, con te non se pò parlà de ste cose..." lo interruppe Ferro cercando di mascherare la delusione.

"In realtà..." iniziò l'altro, ma la sua voce venne subito sovrastata dallo squillo del telefono del più grande.

"Arrivo subito" sussurrò il proprietario dello smartphone, allontanandosi.

Qualche manciata di minuti più tardi, un Manuel con aria preoccupata informò l'amico che doveva tornare a casa.

"Manuel, ma stai bene? È successo qualcosa? Mi sembri turbato..." si premurò di chiedergli Simone.

"Se Simò... ringraziami Dante e tu' nonna pe' la cena e grazie anche a te pe' l'invito" disse sorridendo.

"Figurati, se ti va di rifarlo..." propose il più alto che non si accorse, però, che Ferro si era già allontanato per recuperare la sua moto.

Balestra si alzò in fretta e si avvicinò all'altro giusto in tempo per sentirlo dire un: "M'andrebbe sì, notte Simò".

Successivamente Manuel sfrecciò via dalla villa senza poter dare tempo a Simone di rispondergli.

Quest'ultimo osservò la sua sagoma allontanarsi poco a poco nel buio della notte mentre si chiedeva se quell'improvviso allontanamento del più grande fosse avvenuto per causa sua.

Soprav(vissuto) | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora