Capitolo 15

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Quella notte sarebbe stata la notte per Ferro.

Il ragazzo aveva passato la mattinata scolastica a pensare a come eseguire il lavoretto di Sbarra.
Mentre il pomeriggio lo aveva speso esercitandosi davanti allo specchio a cercare di fingere di sembrare il più naturale possibile con una pistola nascosta dietro la schiena.

Aveva persino dovuto declinare l'ennesimo invito di Simone per andare a vederlo agli allenamenti.

Solitamente il rifiuto era dovuto al fatto che le due ore di pratica dell'amico combaciassero con l'orario perfetto per racimolare un po' di soldi con lo spaccio, ma questa volta l'impegno che gli impediva di andare da lui era molto più grave: una minaccia a mano armata.

Era quasi mezzanotte e in una vuota via di Roma, Manuel era appostato dietro a una macchina non molto distante dal suo bersaglio.

Per carità, il ragazzo si era reso conto già da un po' di quanto i compiti di Sbarra stessero diventando man mano sempre più pericolosi, ma lui aveva bisogno di soldi.

Al momento gli sovvenne la scena di pochi giorni prima: quando era tornato a casa con i sacchetti della spesa pieni di cose.
Riponendo gli alimenti, era stato assalito dalla contentezza, specie quando la madre aveva scoperto dei suoi acquisti.

La donna, a dire la verità, si era fin da subito dimostrata piuttosto turbata alla vista di tutti quei prodotti per i quali il figlio doveva aver speso parecchio. Ma Manuel sapeva che in fondo Anita le era grata per il gesto; semplicemente non capiva con quali soldi fosse riuscito ad acquistarli.

Il giovane si ritrovò ad aprire gli occhi che non si era accorto di aver chiuso affrontando così la dura realtà che era in netto contrasto con il dolce ricordo appena avuto.
Davanti a sè aveva infatti una vera pistola carica tra le mani e un pover'uomo intento a chiudere la sua modesta attività.

Ferro si fece coraggio e, con l'arma ben nascosta, si avvicinò al kebabbaro.

Pochi passi lo separavano dal negozio, ma lui non riuscì a spingersi oltre.

Non seppe mai se il motivo di questa sua resa fosse legato alla paura di compiere quell'estremo atto o alle conseguenze che esso avrebbe scaturito, ma il punto è che egli non torse nemmeno un capello a quel signore.

Ritornò infatti sui suoi passi e nascose rapidamente la pistola nello zaino che aveva sulle spalle.

Sentendosi un codardo e, allo stesso tempo, terrorizzato dalla possibile reazione del suo capo, sparì nel buio della notte ripetendosi che la sua era stata la scelta giusta da fare.

Soprav(vissuto) | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora