Capitolo 8

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Alla fine Simone aveva scritto davvero a Ferro dopo il suo addestramento di Rugby... e non solo.

Lo aveva fatto anche il giorno successivo e quello dopo ancora e l'altro ragazzo aveva sempre continuato a rispondergli con un certo entusiasmo che si premurava, però, di non far trasparire troppo.

Inutile perciò dire che di minuti spesi a fissare lo schermo del telefono mentre chattavano ne avevano spesi parecchi, ma nonostante ciò nessuno dei due sembrava disposto a interrompere quel quotidiano scambio di messaggi.

Con il passare del tempo Simone era persino riuscito a convincere Manuel a smetterla di chiamarlo perfettone a patto che l'altro potesse utilizzare il suo libro di storia dell'arte.

Durante le loro numerose conversazioni, i due si erano inoltre scambiati gli orari scolastici e da un po' di tempo a questa parte erano soliti incontrarsi alle macchinette per due chiacchiere

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Durante le loro numerose conversazioni, i due si erano inoltre scambiati gli orari scolastici e da un po' di tempo a questa parte erano soliti incontrarsi alle macchinette per due chiacchiere.

Ed è proprio qui che, durante il loro primo incontro, Balestra aveva scoperto che un Manuel con bomber e anfibi da duro amava prendere la cioccolata calda abbondantemente zuccherata come se fosse un bambino.

Ovviamente non si era assolutamente fatto scappare quella preziosa occasione di poterlo sbeffeggiare.

Una volta afferrato il bicchierino di plastica appena uscito dalla macchinetta e averlo porto al più grande gli aveva infatti detto: "Per il bambino, mi raccomando soffia che sennò ti fai la bua alla lingua".

Manuel aveva afferrato la bevanda e, soffiandoci sopra, aveva risposto con un: "A Simò io n'so mica la regina de Scozia che se beve er te come fai tu".

1-0 per Ferro, palla al centro.

Il più alto aveva poi finto uno sguardo arrabbiato, mentre procedeva a tirargli una gomitata sul fianco, ridendo.

"Cazzo Simò me n'hai fatta rovescià metà per terra" aveva a quel punto protestato Manuel, il cui colpo improvviso dell'altro gli aveva fatto, appunto, cadere un po' della sua cioccolata.

Balestra aveva osservato la macchia scura che giaceva sul pavimento.
In seguito si era premurato di pulirla con un fazzoletto per poi scusarsi e proporre all'amico di prendersi un'altra bevanda che gli avrebbe offerto lui stesso per ripagare il danno provocato.

Manuel aveva bevuto tutto di un colpo il liquido rimasto e, mentre buttava il bicchiere vuoto, gli aveva detto di non preoccuparsi.

Il più giovane aveva allora insistito, ma l'altro non aveva avuto modo di rispondergli visto che la campanella iniziò a suonare proprio in quel momento.

Simone aveva poi guardato mortificato l'altro ragazzo che gli aveva detto: "Simò eddai mo lo stai facendo tu il bambino... non te preoccupà pe' ste stronzate su".

Successivamente quest'ultimo se n'era andato tirandogli una spallata, fingendosi arrabbiato, e pronunciando sorridendo un: "Se vedemo domani, perfettò."

Balestra era rimasto come pietrificato davanti a quel gesto mentre, attorno a lui, gli altri studenti si precipitavano a rientrare nelle proprie aule.

Manuel Ferro, il ragazzo con cui si scriveva giornalmente, gli aveva appena colpito una spalla... ed era bello da morire.

Soprav(vissuto) | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora