Capitolo 9

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Era già passato poco più di un mese da quando i due si erano incontrati dal vivo per la prima volta e Manuel aveva ormai imparato a conoscere Simone.

Sapeva bene, infatti, quanto l'amico amasse la matematica.
Un'altra cosa che gli era molto chiara era che lui e i numeri non riuscivano proprio ad andare d'accordo; decise quindi di chiedergli aiuto.

Si stava recando, come solito, alle macchinette e, non appena arrivò, constatò che Balestra ovviamente era già lì.

Dopo averlo salutato, Ferro procedette a prendere la sua cioccolata calda mentre il più giovane era intento a sorseggiare un tè fissandolo di soppiatto.

Mentre attendeva che la sua bevanda venisse preparata decise di sfruttare il momento per chiedere a Simone se fosse stato disposto a fargli qualche ripetizione.

Il più alto quasi rischiò di strozzarsi per l'assurdità di quella proposta.

"Cazzo te ridi Simò? Guarda che al mondo nun siamo mica tutti geni della matematica come te ao" esclamò Manuel con uno sguardo confuso a ornargli il viso.

"Manu non sto ridendo per le tue difficoltà, ma per l'incoerenza della tua richiesta" spiegò semplicemente Simone.

"Incoerenza... ma come parli ao"

"Fatti i cazzi tua"

"Allora ce stai perfetto'?" chiese nuovamente Manuel con un sorrisetto sghembo.

"Manuel mi spieghi come potrei darti ripetizioni su un programma che non ho nemmeno svolto? Sono in terza io, non so se ti ricordi..."

"Ma Simò c'hai la media del 9 a scola, ma er cervello nun me pare funzioni tanto bene eh. Me serve aiuto co' le cose vecchie".

"Come fai a essere in quarta se non hai nemmeno le basi?"

"A Simò quante domande... me aiuti o no?"

"Per pietà..."

"E bravo er mio perfettone" ridacchiò Ferro che mise un braccio sulle spalle dell'amico.

"Sto per ritirare la conferma" sbuffò Simone con finto tono da offeso.

"Eddaje Simò che poi se m'aiuti te porto in un posto pe' sdebitamme".

"Per sdebitarte, se" gli ammiccò scherzosamente Balestra.

"Guarda che se vai avanti così 'a cena te 'a paghi tu, cojione".

"Volevi pagarmi la cena?" domandò il più alto sinceramente sorpreso e intenerito dall'offerta di Manuel.

La campanella suonò proprio in quel momento e il più grande riuscì a evitare il quesito congedendo l'altro con un: "Vai in classe che se ritardi te giochi 'a carriera da studente modello".

Simone ridacchiò e, prima di allontanarsi, gli disse: "Ti scrivo dopo, stronzo" e Ferro nemmeno si accorse di aver sorriso all'udire di quelle parole.

Recuperò poi la sua cioccolata che si premurò di bere il più veloce possibile per non fare tardi alla lezione di Lombardi.

Soprav(vissuto) | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora