2. Il ragazzino strano

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Nonostante il licenziamento di Chul, la famiglia si trasferì comunque in Italia, ma i rapporti in famiglia si facevano ancora più tesi. Si trasferirono in un paese vicino a Milano, nella zona di Varese, in una casa modesta. Sooyun aveva trovato lavoro in un supermercato che però la pagava poco, Chul era disoccupato e a causa della pessima situazione economica dopo poco tempo la famiglia si trasferì in uno dei quartieri più malfamati della zona, in un mini "appartamento" di una casa popolare.

I due bambini andavano a scuola e crebbero tra quei palazzi lugubri e tristi.
Pietro aveva dodici anni, li aveva compiuti il 19 marzo, frequentava le scuole medie e a quell'età i ragazzini sono stupidi, giudicano in base all'aspetto, ai vestiti e fanno sentire gli altri inferiori, soli. Pietro era solo, era visto come il "ragazzino strano", non era visto proprio come il nerd di turno, era semplicemente strano, e non era solo perché lo escludevano, ma perché ricercava la solitudine più di qualsiasi altra cosa e si nascondeva dalla folla.

-Avete visto come si è vestito Pietro oggi?-
-Sí sembra un boscaiolo.- Rispose Ambra a Benedetta.
-Secondo me lo veste ancora sua madre.- Continuò Serena ridendo.

Erano le ragazze pettegole della scuola, osservavano tutti durante la ricreazione e giudicavano l'apparenza.
Lara rimaneva in silenzio ad ascoltare le amiche, lei nella classifica dei piú belli della classe, fatta durante l'ora di matematica, aveva messo Pietro per primo, ma si vergognava di dire la sua opinione. Lei vedeva un fascino particolare in lui, sembrava più maturo degli altri ragazzini e molto misterioso. Era sempre pronto a scuola, prendeva dieci ovunque, passava le ore sui libri fino all'esaurimento e i ragazzi lo prendevano in giro.

Un giorno Lara si recò in biblioteca, sapeva che Pietro era lì e sorrise appena lo vide, aveva il volto appoggiato sul libro aperto, le braccia a penzoloni che passavano tra le ginocchia piegate, mentre sedeva su una sedia arancione. Era così bello, pensava la ragazza, i capelli mossi e castani, quasi ricci, la pelle pallida, e i lineamenti così dolci. Osservava la sua camicia a quadri rossa e nera e i jeans, troppo grandi per lui, che gli coprivano le scarpe, delle Converse color marroncino, anche quelle della taglia sbagliata.
Non voleva svegliarlo così si sedette davanti a lui, il cellulare del ragazzo però iniziò a squillare, si svegliò di colpo e rispose.

-Pietro dove cazzo sei, stupido, papà ti cerca, appena torni a casa ti riempie di mazzate che non hai neanche idea, idiota.- Era Zhun.

-Cazzo!- Esclamò, e si infilò il giubbotto per uscire.

-Scusami...- Disse Lara cercando di richiamare la sua attenzione. Pietro la guardò confuso mentre sistemava freneticamente la cartella.

-Hem...volevo chiederti...ti andrebbe di conoscerci?- Era molto timida, aveva gli occhi verdi chiaro e capelli lunghissimi con le meches bionde, magrissima, sempre vestita di marca.

-Sí, certo, ora scusa, devo andare.- E corse via.

Lara era sorpresa e contenta. Il giorno dopo ascoltava ancora le amiche che criticavano Chiara per i pantaloni e naturalmente parlavano anche di Pietro:

-Guardate, oggi Pietro non ha una camicia da uomo dei boschi.-
-Finalmente una felpa.-
-La avrà trovata nel cassonetto dell'immondizia stamattina.-
Tutte risero.
-Ma poi guarda, sembra che guardi verso di noi.- Notò Serena.
-Cosa ti aspetti, è palesemente innamorato di me, infatti a ricreazione entra sempre due minuti prima per correre in bagno a farsi le seghe.- Rispose Benedetta, e tutte risero ancora.
-Lara, perché non ridi? Sei innamorata del boscaiolo?-
-No, semplicemente non mi fa ridere.-
Le ragazze la guardarono con aria schifata.
-Cos'è che fa ridere a te? Le battute della Pimpa? Scommetto che non sai neanche cos'è una sega.- Risero ancora.

Lara offesa andò via e si incamminò verso Pietro.
-Ciao, ci siamo visti ieri, ti ricordi?-

Capitolo un po' lungo, scusate💋

Sentimenti Blu  ||  Gay StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora