7. Sho

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-Avanti.-
Aprí la porta un ragazzo minuto, magrissimo, basso, occhi allungati e neri e carnagione scura. Capelli lunghi, spettinati, neri, sopracciglia folte e scure che gli conferivano uno sguardo duro, labbra carnose, e due piercing negli estremi della bocca.

Pietro lo osservò bene, lo scrutò imbronciato e capì subito che quel ragazzo non era come lui, era lì volentieri e iniziò subito a socializzare con gli altri. Il suo nome era Shomi, ma si faceva chiamare Sho, ed era russo.

Arrivata l'ora di cena uscirono tutti dalla stanza, Pietro si stava alzando dal letto quando Sho appena uscito dalla stanza gli lanciò un'occhiata fastidiosa e chiuse la porta dietro di lui. Pietro confuso rimase dentro, iniziò a farsi una brutta idea di Sho e borbottava innervosito mentre si stropicciava gli occhi e si arruffava i capelli.

Non andò a cenare, uscì solo nel terrazzo fuori dalla camera a guardare il tramonto.
-Pietro...giusto?- Chiese Dylan sedendosi vicino a lui mentre gli altri erano a tavola.
-Sí.-
-Tutto bene?-
Pietro sospirò -Non dovrei essere qui.-
-E dove dovresti essere?- Chiese Dylan.
-Non qui.-
-Cavoli sei proprio uno di poche parole. Volevo solo dirti che non vogliamo che tu venga escluso, ora sei qui e non puoi farci niente, devi passare qui due mesi, dovresti provare ad adattarti, non siamo mica cattivi.-

Pietro lo guardó con disprezzo quasi, rivedeva in tutti quei ragazzi i suoi compagni delle medie, per lui erano tutti cloni senza personalità, non cambiavano uno dall'altro, erano tutti schiavi, come diceva lui, schiavi del sistema. Tutto era un meccanismo per estraniarsi dalle sue fragilità, eppure sorrideva a se stesso, sapeva bene cosa si meritava e cosa invece no, cosa poteva permettersi e cosa non poteva per niente.

-Fatti i cazzi tuoi.- Rispose secco, poi spense la sigaretta che stava fumando e rientró.

Quello era solo uno dei tanti "Pietro", una delle tante versioni, e Pietro lo sapeva, e Dylan lo sapeva.

-Quindi?- Chiese Aidan
-È un muro.- Rispose Dylan che si risiedette al suo posto a tavola.
Dopo un paio di minuti videro Pietro scendere, si sedette vicino a Dylan e imbronciato mise i gomiti sopra il tavolo appoggiando la testa sulle mani. Dylan lo guardó e sorrise.

-Ci hai ripensato?- Pietro non rispose e l'altro gli mise un braccio dietro la schiena e la mano sul fianco. Dylan aveva un comportamento un po' materno, spesso però ambiguo.

Dopo qualche minuto giunse al loro tavolo una ragazza.
-Lei è Giulia.- Disse Shomi sorridente.
Pietro lo guardava frastornato, continuava a pensare che quel sorriso stonasse sul volto di Sho, non gli si addiceva, come se avesse sbagliato ad abbinare i colori dei vestiti.

-Giulia?-Chiese Aidan con un sorrisetto patetico. La ragazza strinse la mano a tutti. Era la ragazza di Sho, stavano assieme da qualche anno.
-Secondo te come è possibile che uno scarafaggio del genere abbia una ragazza?-Bisbiglio Pietro a Dylan. Quest'ultimo scoppio in una risata folle e poi rispose:
-Ma secondo me non è cosí brutto.-
-Ma no, non è brutto, solo che mi arriva al livello del buco del culo e se lo tocco con un dito cade e si spacca un braccio.- Ribatté Pietro.

Dylan faticava a trattenersi dal ridere.

Sentimenti Blu  ||  Gay StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora