11. Maneggio

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E così passavano le giornate, in modo abbastanza monotono, Sho si fece passare l'attrazione verso Camilla e Pietro si fece passare la rabbia.

I mesi estivi erano quasi conclusi, quasi tutti i ragazzi del gruppo avevano deciso anche nei mesi scolastici di rimanere nell'alloggio estivo e di spostarsi nelle loro rispettive strutture durante l'anno per le lezioni.

Pietro dovette pensarci un po', infondo, lui non avrebbe mai voluto spostarsi da casa, ma da quando non era lì nutriva un senso di insolita libertà, aveva diminuito le sigarette e riusciva a sorridere.
C'era qualcosa in quel posto che lo spingeva a rimanere, e fu così che fece.

Uno dei primi giorni di settembre, Pietro accompagnò Dylan e Sho in un maneggio. Dylan era amico della proprietaria e ogni tanto, assieme a Sho, andava lì ad aiutare con la preparazione dei cavalli per le lezioni.

-Che puzza di merda.-
-Benvenuto Pietro.- Gli rispose ironicamente Dylan.
-Questo odore mi ricorda Sho.-
Shomi gli tirò un'occhiataccia e poi tutti e tre risero lievemente.

Quando entrarono nella scuderia Dylan e Sho salutarono due ragazze che facevano lezione lì, una con capelli lunghi e scuri, viso dolce e occhiali, l'altra con capelli tinti di rosso, frangia e lentiggini, entrambe molto carine.

Sellarono un paio di cavalli, Pietro li guardò tutto il tempo, anche se avrebbe preso sonno volentieri sopra un cumulo di fieno.

Dopo una lezione di un'ora i cavalli rientrarono. Pietro passando tra i box con Dylan vide Sho che aiutava la ragazza con gli occhiali a togliere il morso al cavallo. I due scherzavano e ridevano. Lei si chiamava Elena.
-Sho è proprio un playboy.- Disse Dylan ridendo.
-Sí e non capisco come.-
-Ha capacità di parola...anche se secondo me finge molto.-
-In che senso finge molto?- Chiese Pietro stranito dall'affermazione dell'amico.
-Nel senso che Sho è sensibile da morire, ma tiene tutto dentro e agli altri non mostra un cazzo, come se avesse una sorta di corazza.-
Pietro sapeva che Shomi soffriva, sapeva dei suoi disturbi, fece un sospiro e rimase in silenzio.

-Elena viene con noi.- Disse Sho.
-Ah la portiamo all'alloggio?-
L'altro rispose a Dylan annuendo col capo, così tutti e quattro una volta finito il lavoro al maneggio salutarono e tornarono all'alloggio.

Passarono la sera tutti assieme, Elena era simpatica e stranamente andava molto d'accordo con Pietro che entrò velocemente in confidenza con lei.
Andarono a dormire tutti abbastanza tardi, tranne Pietro e Pola che ci andavano sempre dopo.

-Bona Elena eh?- Disse Pola.
Pietro fece un tiro della sua sigaretta e poi rispose.
-Sí carina.-
Pola sorrise, sapeva che Pietro non si sarebbe sbilanciato, non avrebbe mai detto la sua opinione perché ciò che gli passava per la testa era un segreto ignoto a tutti, ma aveva visto come scherzava con lei, e con nessuna ragazza dialogava in quel modo così sciolto. Dopo un po' andarono a dormire pure loro.

-Sho sei sempre a scopare cazzo!-
Pietro si svegliò con le urla di Aidan, si girò dall'altro lato e vide Elena alzarsi dal letto di Shomi e imbarazzata uscire dalla stanza con un sorrisetto senza dire nulla. Sul comodino di fianco un preservativo usato che nascondeva una notte focosa, ma silenziosa allo stesso tempo.
-Stai zitto.- Rispose steso sul letto ancora con gli occhi chiusi ad Aidan.

C'era un gran tambusto in stanza, dopo qualche minuto scesero tutti. Sho con calma si alzó dal letto, si passò con le mani la faccia e si stropicciò gli occhi. Stava per uscire dalla stanza quando si girò.
-Non vieni a fare colazione?- Chiese a Pietro che era l'unico rimasto nella stanza ancora sdraiato.
-Non ho fame.-
-Ma come? Tu hai sempre fame.-

Lentamente con fare svogliato il ragazzo si alzò dal letto, Sho si rigirò per proseguire quando sentì un pesante tonfo dietro di lui: Pietro inginocchiato a terra con le lacrime agli occhi, il suo viso corrugato che sprigionava una nota di dolore così acuta, quasi spaventosa.

Il ragazzo rimase a guardarlo un attimo, esterrefatto. Come poteva Pietro, l'unico che si era mostrato così forte tutto il tempo, essere accasciato a terra? Come se per tutto quel tempo avesse compresso il suo dolore in modo disumano dentro di se, e ora avesse superato il limite.

Sho gli si avvicinò e si accucciò, tranquillamente gli mise le braccia intorno al capo e lo abbracciò forte, stringendolo, mentre Pietro asciugava le lacrime nella sua maglia.

-Che c'è?- Sussurrò Shomi.
Pietro tacque, si staccò dall'abbraccio e lo guardò negli occhi per qualche secondo, era così confuso e non capiva nulla, era come se non riuscisse a pensare in modo lucido.
-Non dire agli altri che ho pianto.-
Rispose singhiozzando.
Sho non voleva insistere così annuì semplicemente con un'espressione dolce in viso, ancora un po' confuso, si alzò e porse la mano all'amico che si asciugò le lacrime e scese in sua compagnia.

Da quel momento i due furono inseparabili, iniziarono a parlarsi l'uno dell'altro, iniziarono a conoscersi davvero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2023 ⏰

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