🍯 17 - SPUNTINI NOTTURNI

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È tutta colpa della luna,
quando si avvicina troppo alla terra
fa impazzire tutti.
[William Shakespeare]


POV Joshua

Dopo il viaggio per scortare Chloe nel Connecticut, l'aumento delle "sedute" di Daphne è stato sostanziale; aggiudicandosi la nomea di cliente abituale.

Questo proliferare delle visite in hotel, tuttavia, ha tutt'oggi un fine più profondo del mero atto fisico. Durante gli appuntamenti, si assicura, infatti, che continui a mantenere i contatti con la ragazza dai capelli rossi.

«Mi sto prendendo cura di lei» affermo, all'ennesima raccomandazione di stare vicino a Chloe.

Daphne si abbassa il maglione sulla pancia, mostrando un sorriso gentile. «Sei il suo unico supporto.»

Scuoto la testa. «È con i genitori. È a loro che deve fare affidamento. Io sono solo una spalla aggiuntiva» spiego per la centesima volta.

«Ci siamo sentite telefonicamente ieri sera» informa, chiudendo la zip dei pantaloni. «Crede fortemente nel vostro legame.»

«Ti ho già detto che per Chloe io ci sarò, e questo lei lo sa.» Cammino verso la porta della stanza. «Abbiamo pattuito. Niente più servizi se vuole la mia amicizia. Questo è quanto. Finché il patto viene rispettato, il legame rimarrà.» Abbasso la maniglia e la porta si apre.

La donna raccoglie le sue cose, ed esce. «Bene così. A presto, Joshua.»

«Buon pomeriggio, Daphne» congedo.

Appena la figura della signora Mathew scompare, mi appresto a rifare il letto per poi catapultare il mio corpo dentro la doccia. La moglie di Henry arriverà a breve e sarà l'ultima cliente di questo sabato.

Per lei ho in servo una brutta notizia.

***

Mi alzo dal bordo del letto, guardando Heidi nell'atto di rivestirsi.

C'è stata una lunga seduta di psicoanalisi prima di un sesso frettoloso e nevrotico. L'ho ascoltata attentamente, cercando di alleggerire le sue preoccupazioni riguardo alla relazione con Henry. Dialoghi abituali che affrontiamo in ogni seduta. Eppure, adesso, mi sento svuotato. Derubato del mio tempo e delle energie, ma riempito di paranoie altrui e dell'immagine di Margot mentre mi interroga sul rapporto che ho con Heidi.

Non dimenticherò mai il suo sguardo quando le ho confidato la natura del mio lavoro, prima che riuscissi a generare in lei un piccolo uragano. Che ne sia valsa la pena? Probabilmente no. Forse il mio tentativo di aiutarla è andato perduto una volta tornata a Torino.

E chi se ne frega! Schiamazza una voce interiore. Quello che fa o che dice non ti riguarda più!

Abbasso lo sguardo sull'avambraccio disteso, nel punto dove il segno dei denti della biondina sta svanendo. Di quel morso è rimasta ormai solo la sfumatura di un ricordo sbiadito di una ragazza dagli occhi rari che non vedrò mai più.

E se tornasse? Persiste la voce. Credi che ti verrebbe a cercare dopo quello che è successo?

Sembra siano passati anni da quando le ho sbattuto la porta in faccia. Abbiamo trascorso insieme solo una settimana, pochissimo tempo se ci penso, ma abbiamo vissuto attimi carichi di dolore. Ci siamo confidati, abbracciati, scontrati e alla fine persi.

Hai appena finito di scopare e vaghi con la mente nel passato, smettila!

Già. Perchè lo sto facendo? Per quale motivo mi sto chiedendo cosa potrebbe succedere se ci incontrassimo di nuovo?

IDROMELE A MEZZANOTTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora