POV Joshua
Il chiacchiericcio del mondo si attenua appena spingo giù la visiera del casco.
Le palpebre chiuse per un millesimo di secondo; giusto l'attimo di gioire dei suoni ovattati. L'infanzia mi ha insegnato che il silenzio sa abbracciare anche senza avere braccia. In lui conservo ogni lacrima versata e nocca sbucciata in quelle notti insonni. Le grida mi tenevano sveglio, ma ancor più l'urlo dei piatti frantumati e gli schiaffi sul volto di mia madre.
Scuoto la testa, colpendo il lato destro del casco con il palmo della mano per far scappare quei dolorosi ricordi; cuciti nella memoria col fil di ferro. Giro la chiave, e metto in moto. Nell'attraversare la porzione che unisce l'hotel alla strada, mi imbatto in un pedone che sbuca dalla siepe facente angolo.
Inchiodo brutalmente. «Merda!» Il cuore batte contro lo sterno, riconoscendo la ragazza con le iridi di colore diverso del primo pomeriggio. C'è mancato un pelo che la investissi.
Il grido di terrore della biondina attira l'attenzione di alcuni passanti e di Alfred, che ora è fermo a fissarci da lontano mentre il resto dell'universo torna a muoversi come se nulla fosse mai accaduto.
Alzo la visiera per scusarmi con lei, quando mi accorgo che la sua carnagione si è scolorita quasi del tutto. Le mani sono congiunte al petto, gli occhi spalancati velati da un sottile strato di lacrime e il corpo attraversato da tremori che non avevo notato subito.
Spengo Belva e scendo. Spasmi violenti la scuotono, benché sia immobile, a poche decine di centimetri dal muso della moto. Mentre sfilo il casco, noto che i suoi occhi non stanno seguendo i miei movimenti. Credevo stesse guardando l'uomo che l'ha quasi investita, invece sembra incantata da qualcosa davanti a lei. O forse sta guardando addirittura dentro di sé.
«Stai bene?» le domando. Il mio tocco sul suo braccio ha la stessa intensità di un fulmine. La ragazza torna a sbattere le palpebre come se avesse preso la scossa, cacciando indietro le lacrime e lasciando cadere le braccia parallele al corpo.
«S-sì, ho solo v-visto la morte in faccia» le vibra la voce.
«Mi dispiace. Non ti ho vista arrivare, sei sbucata all'improvviso» tento di giustificarmi, controllando di non averle fatto male.
«Scusami tu... Ero sovrappensiero. A-avrei dovuto fare più attenzione a dove stavo camminando.» L'angolo sinistro della sua bocca si innalza, palesando un micro-sorriso, mentre si gratta la tempia con l'indice.
«D'accordo.» Faccio un passo indietro. Salgo sulla moto con il suo sguardo addosso. Poi rimane a fissare le forme di Belva quasi quanto faccio io. «Ti piacciono le moto?» Interrogo.
«Io?» Chiede, come se non fosse ovvio, sollevando lo sguardo dalla carrozzeria ai miei occhi. «Oh, ehm... Non proprio.» Si posiziona alla mia sinistra, lasciando lo spazio affinché possa passare. «Cioè... In realtà mi terrorizzano.»
«Strano. Mi pareva che la stessi guardando con particolare ammirazione» affermo, indossando il casco. «Devo aver visto male, allora» ipotizzo, allacciando il gancio di sicurezza sotto al mento. «Ora devo andare. Buona serata» congedo, afferrando con entrambe le mani i manubri.
«Altrettanto» ricambia lei poco prima di dividerci definitivamente.
Mi allontano dall'hotel sgommando, lasciandomi dietro quella misteriosa ragazza dagli occhi strani.
Corro in compagnia del vento che scivola oltre la visiera. Ho spento i pensieri eccetto uno: il compleanno di Ocean. Chissà come Ron e Lucy avranno decorato il salone. La loro innata bravura nell'organizzare feste e serate a tema è cosa risaputa. Casa "Billson & Johnson" rappresenta da sempre il luogo ideale per ogni tipo di evento.
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IDROMELE A MEZZANOTTE
Romance[in revisione] • 🌶️ • Cosa accadrebbe se un serpente si innamorasse della luna? • Il cuore di Margot Serra, una ragazza cresciuta in una famiglia cattolica praticante, appartiene al fidanzato Stefano che rappresenta per lei tutto il suo mondo. Un'o...