Capitolo 9 - Did someone break your heart inside?

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23 dicembre, a casa di Alexander (Samantha)

La casa di Alex era invasa da vassoi di cibo, i ripiani della cucina e il tavolo in soggiorno erano ricoperti da tartine, piccoli finger food, mignon, tutto cibo acquistato per una festa di Natale che non ci sarebbe stata. Mi guardai intorno disperata, era assolutamente uno spreco gettare tutto, ma non ero ben sicura che saremmo riusciti a trovare posto a tutta quella roba.

Mi sedetti sullo sgabello della penisola in cucina, quante sere avevo passato lì con un buon bicchiere di Chianti, a finire progetti e parlando di film visti e libri letti.

Alex era al telefono con Alisea, la donna con cui stava uscendo. Mi voltai a guardarlo, era appena uscito dalla doccia, era ancora a torso nudo, con i muscoli ben in evidenza.

Quanto è sexy! Pensai tra me e me. Lasciandomi scappare un sospiro

Non riuscivo a capire cosa ci trovasse in Alisea, li avevo visti insieme e non potevano essere più dissimili per gusti e carattere. Amante del lusso e della raffinatezza, con quel suo modo di fare perennemente distaccato non era certo una conquista da poco.

Non scommetterei sulla durata della loro relazione.

Conoscevo Alex da una vita ormai, le nostre madri erano amiche ed eravamo praticamente cresciuti insieme. Se c'era qualcuno di perfetto per lui, ero io. Ma mi vedeva sempre e solo come un'amica.

L'eterna Joey.

"Bene Sam, adesso che ne facciamo di tutto questo cibo?".

Le parole di Alex interruppero i miei pensieri. Sospirai.

"Hai ordinato più roba del necessario, te lo avevo detto. Ora sarà un bel problema trovare posto a tutto".

L'appartamento di Alex era grande e sobriamente arredato. Mobili moderni e funzionali, pochi fronzoli, sulle pareti stampe di Mondrian erano l'unico tocco di colore nella modernità di bianco, nero e acciaio.

Mi guardai intorno, sospirando di nuovo.

"Il congelatore dovrebbe essere vuoto, ma non ho idea di cosa ci possa andare. Take away e cene di lavoro non mi hanno permesso di sviluppare anche questa conoscenza".

Mi misi la mano sul fianco, guardandolo accigliata. Stava conducendo una vita squilibrata e cominciava a vedersi. Sogghignai.

"Si vede sai? I bottoni delle camicie tirano, me ne sono accorta l'altro giorno. Occhio che prima o poi ne parte uno finendo per accecare qualcuno".

"Sam sei impossibile. Un giorno o l'altro te la farò pagare per questo. Ricordalo" rispose indispettito.

"Quando vuoi, non ti temo" sorrisi.

Quante volte avevamo fatto a botte da bambini, io ero l'eterno maschiaccio con i capelli corti e i jeans strappati. Lui era un piagnucolone, mi irritava quel suo modo di fare, ma era mio e nessuno poteva toccarmelo. Poi era cresciuto ed i ruoli si erano invertiti. I miei capelli neri si erano allungati e gli abitini avevano preso il posto dei jeans. Alex era cresciuto, aveva cominciato a praticare nuoto mettendo su un gran fisico, la barbetta bionda che curava maniacalmente gli conferiva un'aria molto virile. Non era tipo da passare inosservato.

"Fuori sembrerai anche una donna, ma dentro sei sempre l'eterno maschiaccio" scherzò.

"Alexander Witter, ritira quello che hai detto o vengo lì e ti prendo a pugni".

Mi alzai da dove ero seduta, avvicinandomi con fare minaccioso, ma Alex alzò le mani in segno di resa.

"Sarà meglio o ti assicuro che ti mollo qui e ti arrangi da solo" gli dissi sfoderando il mio sorriso più arrogante.

Ci mettemmo al lavoro, nel giro di mezz'ora eravamo riusciti a sistemare quasi tutto. Pasticcio e pizza in congelatore. Tartine in frigo. La apple pie troneggiava sulla tavola. La guardai con desiderio.

"Sam per caso vorresti una fetta di torta? Mi pare tu ci stia sbavando sopra".

Maledetto.

Prese un coltello e ne tagliò due grosse fette. La guardai combattuta, mi sarebbe valsa diverse ore di palestra, ma al diavolo, ne avevo proprio voglia. Mentre mordevo la mia fetta di torta guardai fuori dalla finestra. Sospirai. Sarebbe stato un problema tornare a casa.

"Bene, adesso credo proprio che tornerò a casa" dissi convinta.

Alex mi fissò, gli occhi chiari mi stavano guardando come se non ci stessi tutta con la testa.

"Sei seria?"

"Perchè non dovrei?"

"Sam non so se hai notato, ma non c'è nessuno fuori, niente taxi, niente tram è tutto fermo, come pensi di tornare a casa?"

Mi affacciai alla vetrata che dava sulla strada. Alex abitava al settimo piano di un palazzo nel cuore del distretto degli affari. La visione era mozzafiato: un insieme di architettura moderna e imponenza urbana, tutto ricoperto da un candido manto. Nella strada sottostante, di solito piena di pedoni e di macchine in un caotico via vai nella frenesia della vita cittadina, non si intravedeva anima viva, il silenzio era quasi surreale.

"Visto? Devi rimanere qui per forza".

La mia faccia contrita dovette fargli capire la poca voglia che avevo di rimanere con lui.

"Bastava un grazie, ma se preferisci andare fuori e diventare un ghiacciolo fai pure"

La sua voce era tesa, distante, ci era rimasto male.

"Grazie" tagliai corto.

"Non essere troppo entusiasta Sam" disse sarcastico, poi aggiunse "mi dici che succede, me ne sono accorto che ultimamente mi eviti."

Sbuffai, non ero per niente convinta, ma non avevo scelta. Da che stava con Alisea avevo cercato di evitarlo, per quanto possibile visto che lavoravamo nello stesso reparto, anche se in due settori diversi. Solo che la festa di Natale era una tradizione e non avevo trovato una scusa sufficientemente convincente per dirgli di no.

"Tu hai una fervida immaginazione, perchè dovrei evitarti? Non è che se non ci vediamo ogni giorno significa che ti evito. Ho anche una mia vita privata io" risposi cercando di essere il più convincente possibile.

"Strano, molto strano Sam. Non sei più tu ultimamente".

Oh perfetto. Adesso devo anche sopportare l'inquisizione, come se la giornata non fosse già abbastanza uno schifo. Sono riuscita ad evitarlo negli ultimi 3 mesi ed ora...

Ora per colpa di una stupida nevicata ero bloccata con lui nel suo appartamento. 

*** Note dell'autrice***

Inizialmente non era assolutamente previsto uno sviluppo della storia tra Sam e Alex, aanzi dovevano giusto comparire nelle parole della protagonista. Fino a quando non ho trovato l'immagine di Sam e ho pensato che era talmente malinconica e dolce che anche lei meritava la sua storia. Ecco qui quindi il primo dei capitoli dedicati a lei. E scopriamo anche come è questo Alex, che si svela forse ben diverso dalla prima immagine che aveva dato di sè.

Spero quindi che l'idea vi piaccia e continuerete a seguire le loro avventure!

Canzone del titolo 21 Guns dei Green Day

Come il vento d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora