Un segreto rivelato

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Hermione era letteralmente a pezzi. In quelle settimane aveva tentato di tutto per riuscire ad evadere da quella situazione. I sogni sul professore di pozioni erano diventati degli appuntamenti fissi, non passava giorno in cui nella sua mente non fosse presente quell'uomo. Erano i contenuti dei sogni ad averla sconvolta maggiormente: sempre gli stessi due scenari, lui che dava piacere a lei o viceversa, qualche volta sognava anche le due situazioni una dopo l'altra.
Era estenuante, soprattutto perchè da sola non era più in grado di placare le sue pulsioni. Ci aveva provato molte volte, ma più andava avanti e più l'orgasmo sembrava vicino, eppure non lo raggiungeva mai. Ad un certo punto si era semplicemente arresa all'impossibilità di arrivare all'apice, aveva smesso del tutto di masturbarsi per non infierire ulteriormente sulla frustrazione; non aveva la minima idea di come risolvere il problema senza coinvolgere il professore in attività poco consone ai loro ruoli. Evitarlo, per ora, sembrava la soluzione migliore, anche se una parte di lei aveva iniziato a desiderarlo intensamente.

Più volte a lezione aveva fissato lo sguardo su quello del professore per tentare di accedere alla sua mente; era curiosa di sapere se anche lui provasse le stesse sensazioni, in fondo condividevano un legame, sarebbe stato logico condividere anche lo stato d'animo. Sapeva fossero tentativi assolutamente ridicoli, non avrebbe mai potuto ingannare uno dei più grandi maestri legilimanti dell'Inghilterra, ma poteva comunque tentare... sperava, prima o poi, di riuscirci.
Ovviamente non aveva ottenuto nessun riscontro se non occhiate truci da parte del suo professore, consapevole dei tentativi di invasione.
Dal canto suo, lui aveva iniziato ad usare su Hermione lo stesso incantesimo, perché aveva trovato le sue difese occlumantiche quasi inesistenti. Era evidente che si fosse esercitata nella Legilimanzia, ma nell'Occlumanzia doveva ancora fare molta strada per poter raggiungere un livello vagamente paragonabile a quello dell'uomo.
Nei suoi brevi viaggi nella mente di Hermione aveva percepito tutto il suo tormento, potendo affermare di condividerlo a pieno, poiché provava esattamente le stesse sensazioni. Durante le lezioni era sempre più distratta e i suoi voti sarebbero drasticamente calati se solo lui non l'avesse avvantaggiata un pochino; tutto sommato era anche colpa sua, perché lui stesso era meno concentrato sull'insegnamento per dedicare le sue attenzioni ad Hermione.
Ormai aveva iniziato a chiamarla così nei suoi pensieri, nonostante di fronte agli altri usasse ancora il suo cognome. Doveva pur mantenere un minimo di contegno...

Anche la classe aveva notato il cambiamento del professore, sempre più immerso nel suo mondo e meno attento agli studenti: notava sempre in anticipo se qualcuno fosse in procinto di fare un errore nelle preparazioni delle varie pozioni, ma le correzioni dei saggi erano molto più approssimative e le spiegazioni più sintetiche, poco accurate. Per fortuna nessuno aveva osato soffermarsi troppo sulla figura di Piton, perchè nonostante tutto era ancora il professore che incuteva più terrore in tutta la scuola, ma se solo una persona gli avesse prestato abbastanza attenzione avrebbe notato che molte volte, nei giri di controllo, si fermava più del dovuto nei pressi del banco di Hermione, o che proprio a lei lanciava sguardi estremamente magnetici, dai quali veniva attratta senza possibilità di sfuggirvi.

In realtà, questo non era del tutto corretto.
Una persona aveva osservato abbastanza Hermione da notare che in lei ci fosse qualcosa di diverso, fuori dalla normalità.
Spesso si assentava dai pasti in Sala Grande per consumarli nella sua stanza, con la scusa di dover studiare per i M.A.G.O., oppure rifiutava gli inviti dei suoi amici di passeggiare lungo il Lago Nero correndo immediatamente in biblioteca. Ginny non accettava queste ragioni, non capiva perché la sua amica fosse spesso così sfuggente o con la testa fra le nuvole, ed era soprattutto preoccupata per le occhiaie profonde che vedeva da qualche giorno, venute insieme a dei lievi tremori alle mani. Ogni volta che tentava di parlarle del suo stato di salute era un buco nell'acqua, perciò un giorno decise di nascondersi fuori dalla sua stanza per controllarla: fu quando vide la porta aprirsi ma nessuno uscire che capì che Hermione usava il mantello dell'invisibilità, ma ancora non aveva capito per cosa le servisse. Decise che quella stessa sera l'avrebbe obbligata a parlare ad ogni costo, era stufa di vederla in quello stato alquanto pietoso.
Notando l'ennesima assenza di Hermione dalla cena, Ginny consumò velocemente parte del pasto e corse verso la stanza dell'amica: vi si fiondò senza bussare, e senza darle tempo di reagire tirò fuori la bacchetta per incatenarla al letto con un incantesimo.

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