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Le due settimane che mi separano dalla consegna del manoscritto sono quasi agli sgoccioli. Ho ancora pochi giorni prima di poter incontrare Red per poi attendere insieme il responso del mio lavoro a cui ho dedicato le mie ultime forze. I ricordi, le sensazioni, le diapositive sono tutte racchiuse in quel mucchio di fogli che ora custodisco gelosamente sul comodino. Ogni tanto, la sera, prima di mettermi a dormire, scartabello il romanzo e mi ritrovo a sorridere, perché ho raggiunto un traguardo. Se non dovesse andar bene, avrò comunque questa certezza a rallegrarmi: sono ancora in grado di prendermi cura di me stesso. Oggi, devo incontrare Monica per il pranzo ma non a casa mia. Le ho inviato l'ultima bozza un paio di giorni fa e dovremmo revisionarla insieme. Poi lei e la sua squadra di editor si occuperanno del resto. Sono in ansia ma faccio finta di essere totalmente tranquillo e fiducioso riguardo al risultato. Spero che nulla riesca a tradirmi. Mi preparo di fretta per essere fuori di casa in tempo. Negli ultimi giorni, tutto è proseguito serenamente. Monica non ha più accennato ad Arthur, e di conseguenza non l'ho fatto neanche io. Comunque, in quel caso non me ne sarebbe importato perché il nostro rapporto è strettamente professionale. Dopo il pranzo di oggi, quel vincolo sarà soppresso e torneremo ad essere due estranei che hanno collaborato per un breve periodo. Al ristorante, mi ritrovo da solo seduto al tavolo dopo aver ricevuto un messaggio da parte sua. "Perdonami. Porto qualche minuto di ritardo. Sono per strada".

"Non preoccuparti" rispondo, lasciando il cellulare a faccia in giù sul tavolo. Nell'attesa ordino l'acqua e sfoglio il menù. Da sopra il bordo del taccuino in pelle, scorgo Monica spalancare la porta dell'ingresso mentre si sfila gli occhiali dal sole dal naso per portarseli sopra alla testa. Intanto si guarda intorno, cercandomi tra i clienti già intenti a consumare il pranzo. Indossa un tubino scuro che mette in risalto le curve e una camicia azzurra le avvolge le spalle strette. Alzo la mano e lei mi riconosce, venendomi incontro. "Scusami ancora. C'è un traffico assurdo a quest'ora..." gesticolo, invitandola a prendere posto difronte a me. "Ti va del vino?" domanda, alzando gli occhi su di me. "Certo, scegli tu". Sorride timidamente, aspettando che il cameriere venga da noi a prendere l'ordinazione. Quest'ultimo, appena si avvicina, fissa gli occhi nella sua scollatura provandoci senza pudore. Non gli importa che io potrei essere il fidanzato, o il marito o il fratello maggiore super protettivo. Solo quando Monica mi domanda che cosa preferisco tra la bistecca e la tagliata, il cameriere sembra accorgersi di me, forzando un sorriso. "La bistecca" prendo la parola, porgendogli il menù. Finalmente restiamo da soli. Monica poggia le braccia sul tavolo, guardandomi attentamente. "Allora? Come ti senti?".

"Come un nervo scoperto. Sento che potrei esplodere da un momento all'altro". Lei strabuzza gli occhi. "Sei nervoso, è normale. È il tuo primo romanzo ma, credimi, andrà alla grande".

"Dici così perché sei il mio coach" Monica scuote la testa. "Dico così perché ho fiducia in te. Ho letto quello che hai scritto, e ti ho guardato mentre lo facevi. Scrivi con passione, risolutezza. Ne ho conosciuti davvero pochissimi negli ultimi anni, con il tuo stesso luccichio negli occhi..." forzo un sorriso, sperando invano di non arrossire. Dalla curva improvvisa delle labbra di Monica capisco di aver fallito. "Ecco. Intendevo proprio questo".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2023 ⏰

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𝐁𝐄𝐆𝐈𝐍 𝐀𝐆𝐀𝐈𝐍 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora