Nel frattempo quello che è successo in Inghilterra

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Hermione's pov

"Siamo arrivati. Dove sei?"

Lessi il messaggio di Harry mentre scendevo dalla macchina al volo.

- Fammi arrivare almeno all'entrata - si lamentò Draco al volante della macchina - Capisco che non vi vedete da mesi ma ora esageri -

Alzai gli occhi al cielo per poi abbassarmi a guardarlo.

- Vivi a New York da 23 anni e ancora non hai capito come funziona il traffico? Siamo bloccati a pochi metri dall'ingresso dell'aeroporto da mezz'ora! Tanto vale che aspetti qui e vado a prenderli a piedi -

Non aspettai la sua risposta e mi diressi verso l'ingresso.

Alla fine io e Draco ci eravamo sposati. Dopo la nascita di Gavin avevamo fatto pace con cuore e cervello e avevamo accettato i sentimenti che provavamo l'uno per l'altra. Non mancavano i soliti battibecchi ma per fortuna eravamo entrambi abbastanza civili da riuscire a fare pace.
Per Gavin, per la nostra famiglia.

Raggiunsi l'ingresso e mi guardai intorno; c'era il solito via vai di persone sempre troppe e sempre troppo di fretta, come succedeva in tutta New York, una cosa a cui, dopo tutto quel tempo, non ero ancora abituata.
Individuare Harry e Ginny era come cercare un ago in un pagliaio.

Sospirai e presi il telefono.

- Dove siete? - chiesi appena Harry mi rispose.

- Siamo...quasi all'uscita -

- Ok allora vi aspetto qui, sono subito dopo le porte di vetro -

Chiusi il telefono, aspettai e poco dopo Ginny e Harry con valigie e passeggini apparvero nella mia visuale. Gli andai in contro contenta.

Quando il mio migliore amico mi aveva detto che questa volta sarebbero venuti a trovarmi portando i bambini ero rimasta sorpresa e per un attimo avevo pensato che stavano scherzando e invece...

Nel primo passeggino James Sirius Potter, il primogenito del mio migliore amico, tre anni e mezzo, mi sorrise.
Nell'altro c'era Albus Severus Potter, appena un anno d'età, addormentato.

- Ciao James - salutai il mio nipotino acquisito.

L'avevo visto quasi due anni prima ed era la prima volta che vedevo suo fratello minore. Ogni tanto andavo a trovarli in Inghilterra ma molto più spesso venivano loro da me e l'ultima volta che c'eravamo visti, una decina di mesi prima, Harry era venuto da solo a trovarmi.

James agitò la manina per ricambiare il saluto.

Ginny mi si avvicinò e mi abbracciò. Anche lei, l'ultima volta che l'avevo vista di persona era stato due anni prima.

- Come stai? E Gavin? - mi chiese quando si separò.

- Io bene. Per quanto riguarda mio figlio dovresti chiederlo a lui. Lo vedo talmente poco che non saprei nemmeno dirti se sta mangiando abbastanza - borbottai.

- Bè è un pò come noi quando andavamo ad Hogwarts. Vedevamo le nostre famiglie talmente poco che non ricordavano come eravamo fatti - si intromise Harry.

- Già...con la differenza che Gavin, Hogwarts, non l'ha mai nemmeno vista -

- Noi facevamo di peggio, ed eravamo più piccoli di lui -

Scossi il capo.

- Noi non davamo la caccia ai mostri per lavoro - sospirai - Ma lasciamo stare. Piuttosto, com'è la situazione da voi? Ho avuto modo di sentire Luna e non aveva un bel tono -

Ginny e Harry si lanciarono un'occhiata  strana.

- Se ti raccontiamo mentre andiamo alla macchina? - mi chiese il mio migliore amico con un sorriso forzato.

Aggrottai la fronte ma gli feci strada.
Avevo la sensazione che qualcosa stava andando storto.

                              ***

- Non riesco a crederci - borbottò Draco stringendo il tavolo.

In macchina in realtà non avevano detto nulla e si erano limitati a chiacchierare degli ultimi aggiornamenti, quando eravamo poi arrivati a casa avevano messo James e Albus a dormire nella vecchia camera di Gavin che avrebbero usato nel periodo che sarebbero rimasti a New York e solo dopo che avevo fatto il tè, le vecchie abitudini inglesi erano dure a morire, ci avevano raccontato quello che stava succedendo nel mondo magico.

- Per il momento speriamo che la situazione si risolvi senza creare incidenti - disse Harry - So che è solo una vaga speranza ma meglio di niente -

- Pensate che la storia possa ripetersi? - chiesi.

- A questo punto potrebbe essere solo peggio - disse Ginny - A quanto pare i Mangiamorte sono diventati più furbi e hanno capito dove e come colpire. Quello che spera il Ministero e anche noi è che i Mangiamorte perdano la loro apparente calma così la gente...non li seguirebbe più -

- Stronzate! - sbottò Draco - Il casino lo fece Voldemort e solo perché era accecato dalla vendetta. In fin dei conti il fatto di prendere il Ministero della Magia aveva senso. Era un modo per far funzionare i loro progetti e le loro idee -

- Quindi la tirannia verso i babbani e lo sterminio dei mezzosangue per te era corretta?! - lo attaccai.

- Non ho detto questo solo...che se adesso il Ministero sta facendo casini hanno tutti i diritti di voler prendere il potere - mi rispose.

- Certo! Scambiamo una tirannia con un'altra! -

- Per Serpeverde! Che sei esagerata! - sbottò lui.

- Dannato di un Serpeverde di cosa mi stupisco ancora? Ti sei reso conto che hai sposato una sangue sporco vero? TU! Tu che approvi, ancora, le idee dei tuoi dannati simili... -

La porta sbattè e mi bloccai.

- Che...sta succedendo? -

Draco imprecò e io mi morsi la lingua perché sulla porta di casa, che ci guardava scocciato, c'era Gavin.

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