Signori...è guerra!

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Noah's pov

- Non puoi lasciarci qua! - esclamò Gavin - Noah! Non posso credere che anche tu sia d'accordo-

Non è che ero d'accordo, il problema era sempre lo stesso: discutere con mio padre era un caso perso. Tanto, in un modo o nell'altro avrebbe vinto lui. A testardaggine non lo batteva nessuno.

- È te che vogliono - mi decisi a rispondere.

Di solito la diplomazia funzionava sempre.

- Ed è proprio per questo motivo che non posso starmene nascosto e con le mani in mano mentre la mia città viene attaccata e rasa al suolo - insistette Gavin.

Mio padre fece una risata di scherno.

- Attaccata ok - disse - Ma rasa al suolo adesso è esagerato. Gavin, Gavin, ma cosa credi? Che i semidei non sono in grado di battere qualche mago fanatico? Te l'ho detto no?! 23 anni fa abbiamo evitato la guerra per un soffio ma eravamo più che pronti a combattere -

Non mettevo in dubbio le parole di mio padre, così come io sapevo che il campo Mezzosangue sfornava gli eroi più potenti e preparati della storia. Capivo perfettamente il punto di vista di Gavin ma, anche se rischiavo di passare per codardo, capivo anche che cosa era meglio per tutti.

I Mangiamorte volevano mio cugino e a quanto pareva anche me, era vero che potevano combattere ma se ci facevamo da parte sarebbe stati meglio per tutti, altrimenti si sarebbero preoccupati troppo di proteggerci.

- Ma noi sappiamo combattere! E poi è colpa mia se... - continuò Gavin ma mio padre lo bloccò sollevando una mano.

- La colpa non è assolutamente tua - disse - Se proprio dobbiamo accusare qualcuno diamo pure la colpa al sangue di tuo padre, ma non sei tu ad aver attirato quei pazzi, te lo assicuro e non resterete con le mani in mano. Nico ha detto che la figlia di Thanatos è scappata ma non si è riunita al gruppo che si prepara ad attaccarci. Significa che è sulle vostre tracce e vi attaccherà di nuovo. Posso contare sul fatto che sarete in grado di badare a voi stessi? -

Gavin fece di nuovo per perorare la sua causa ma mi avvicinai, gli circondai le spalle con il braccio e gli tappai la bocca con la mano.
Era più grande di me ma si comportava come un bambino.

- Sappiamo combattere e difenderci se necessario- dissi - Tu va tranquillo ma, se hai bisogno di aiuto-

- Facciamo che vi contatterò - mi rispose.

Dopodiché tornò dentro l'ufficio a parlare con zia Rachel. Ci avrebbe lasciato con lei e lui sarebbe tornato subito a New York.

Gavin mi fulminò e si liberò con uno scatto.

- Non riesco ancora a crederci che proprio tu...- cominciò ma lo spintonai per farlo tacere.

- Piantala! Ha ragione e poi con mio padre non c'è battaglia. Mettiti l'anima in pace -

Fece di nuovo per replicare ma poi sbuffò, si passò le mani tra i capelli e non aggiunse altro.
Dubitavo fortemente che si fosse davvero arreso ma per il momento sarebbe andata bene così.

                              ***

Percy's pov

Arrivai a Manhattan in tempo record. Io pensavo che quello dei Mangiamorte sarebbe stato solo un avvertimento e invece ritrovai i ragazzi del campo nel pieno della battaglia.
Fortunatamente eravamo tanti e ben addestrati e i nemici non avevano nemmeno lontanamente raggiunto i confini della città.

Ad occhio e croce potevo dire che avevamo la vittoria assicurata.
I mostri che si erano alleati con i Mangiamorte non era nemmeno lontanamente paragonabili a quelli contro cui avevamo combattuto durante le due guerre affrontate negli anni. Questi cadevano sotto i colpi dei semidei alla velocità della luce e, inoltre, come avevo avuto modo di vedere in passato, i maghi facevano giusto il solletico ai semidei.

Quella che si stava combattendo non era una battaglia e non era nemmeno una guerra: ma solo un massacro e a nostro vantaggio.

Era una battaglia impari e ancora una volta, i Mangiamorte, dimostravano solo di essere un gruppo di pazzi. Solo questo, accecati dalla loro follia e voglia di potere non si rendevano conto che stavano combattendo con avversari che non erano nemmeno lontanamente alla loro portata.

Sinceramente? La cosa non mi toccava più di tanto finché la mia città e la mia famiglia fossero stati al sicuro.

- Dobbiamo sterminarli o solo rimandarli a casa a calci nel culo? - disse Nico apparendo al mio fianco.

- Se muoiono accidentalmente diciamo che non mi sentirò in colpa - dissi - Come stiamo messi? -

- Stiamo vincendo ovviamente- mi rispose - Credevi che il risultato sarebbe stato diverso? -

- No...ma non c'è quasi gusto -

- Ti butti nella mischia, Percy Jackson? - mi chiese poco dopo.

Io amavo la mia vita tranquilla sia chiaro. Ma in fin dei conti la battaglia mi scorreva insieme al sangue.

- È c'è da chiedere? -

Nico prese la spada e mi fissò soddisfatto e io lo imitai, estraendo Vortice.

- Come hai vecchi tempi? Figlio di Ade? - chiesi.

- Rispediamoli da dove sono venuti - mi rispose - Nessuno attacca la nostra casa e se ne va tutto intero -

Bè quella era sempre stata una delle cose su cui eravamo andati d'accordo.

Ci lanciammo un ultimo sguardo e ci buttammo nella mischia.


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