Più reale di ciò che sembra

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Gavin's pov

Gridai.

Sentii delle mani addosso e cercai di divincolarmi, ma sentii una voce che conoscevo.

- Gavin! Gavin svegliati! -

Sve...

Spalancai gli occhi e mi ritrovai a fissare quelli verde mare di mio cugino Noah.

- Gavin...di nuovo? - mi chiese.

Mi misi seduto e mi strofinai la faccia. Lui si sedette al letto al mio fianco.

- Cos'era? -

Lo guardai. Probabilmente sapeva ma voleva sentirselo dire. Noah era così: contorto come la madre e il padre messi insieme.

- Erano...sogni - risposi sospirando.

- Urlavi nel sonno -

- E chiamali incubi allora- gli risposi alzandomi.

Lui si spostò continuando a fissarmi.

- Ne vuoi parlare? Papà e tuo padre sono di là, sul divano. Non è venuto qua solo perché vuole darci privacy perché sono sicuro che ha sentito tutto, anche prima di me - mi disse.

- Tuo padre mette ansia - gli feci presente.

- Mio padre è sul piede di guerra e a quanto pare lo è da anni - mi rispose - Allora? -

- Erano più sogni in realtà - iniziai.

Gli raccontai per filo e per segno tutto quello ricordavo e al contrario del primo sogno strano che avevo fatto, quella volta ricordavo quasi tutto.
Sicuramente mi ricordavo delle due persone che mi avevano parlato e del tizio sul trono che avevo poi scoperto essere io.

- E mi ha detto che tu sei una pedina, che mi aiuterai a far risorgere il Basilisco - finii di raccontare.

- Il serpente gigante dici? -

- Da quello che ho capito si - continuai - Alla fine è così: io sono l'erede di Serpeverde e tu sei...non lo so, servi comunque alla loro causa -

Noah si fece ancora più pensieroso, se possibile.

- Quante probabilità ci sono che si tratti solo di sogni? - chiesi. 

Avrei davvero tanto voluto che fosse solo quello o magari solo lo strano parto della mia mente dopo aver sentito tutte quelle storie e racconti di cui ci avevano parlato i nostri genitori.

- Non sono mai solo sogni Gavin, non nel nostro mondo perlomeno - mi disse e ovviamente non mi rassicurò affatto la cosa. 

Sospirai e Noah mi guardò, storcendo la bocca. 

- Cosa? - gli chiesi. 

- Tu...faresti davvero quello che chiedono quei tipi? Ti metteresti sul serio al comando di un gruppo di pazzi fuori di testa? -

- No certo che no! - risposi - La mia vita mi piace così com'è e poi al comando non ci so stare, non ne sarei in grado. Senza contare che non voglio una guerra. Ne voglio crearla - 

- E non succederà - disse la voce di zio Percy dalla porta, facendoci sussultare.

- Papà... - borbottò Noah - Si usa bussare, non lo sapevi? -

Lui sorrise e fece il gesto di bussare all'aria visto che la porta era stata sempre aperta. Il figlio lo fulminò e nonostante tutto quel casino mi venne da ridere. Il sarcasmo e la sfacciataggine di Percy Jackson erano qualcosa che non potevi battere e a cui non potevi resistere.

- Hai qualcosa in mente, zio? - gli chiesi a quel punto.

Avevo decisamente la necessità di essere tranquillizzato. Soprattutto dopo quel sogno. soprattutto visto il modo in cui mi ero sentito: come se, in fin dei conti, in quel ruolo mi ci trovavo bene, come se fosse stato parte di me. 

Non sapevo se era il caso di parlarne o meno con qualcuno. Non volevo farmi dare del pazzo dalla mia famiglia, ne tantomeno volevo farli preoccupare.

- Io non faccio piani normalmente. Vado un pò...mh...dove mi porta la corrente - ammise senza scrupoli, facendo sbuffare Noah per esasperazione - Ma so da dove possiamo partire - 

- Cioè? - chiese mio cugino - Niente di strano papà - 

- Macchè strano. Sempre a pensar male, proprio come tua madre - si difese - Ora dormite, tutti e due. Domani mattina andiamo a trovare Rachel - 

E dopo questo se ne andò, lasciandoci di nuovo soli. 

Ci guardammo e Noah sospirò, per l'ennesima volta in meno di mezz'ora. 

- Quando l'abbiamo proposto noi, no - disse - Ma non è tanto quello il problema, piuttosto mi preoccupa il fatto che mio padre ritiene di dover andare dall'Oracolo di Delfi -

- E non è un buon segno immagino - 

- Immagini bene - mi rispose - Se pensa di dover andare da Rachel significa che le cose stanno per farsi serie, veramente. Altrimenti non andrebbe mai a chiedere consiglio a lei - 

Io, dal canto mio, avevo visto solo un paio di volte Rachel Elizabeth Dare, ma ne sapevo abbastanza: lei era l'Oracolo di Delfi e mi avevano raccontato che quando cominciava a vomitare fumo verde c'era da preoccuparsi perchè ti tirava fuori una profezia che avrebbe o fatto morire qualcuno o scatenare l'ennesima guerra. 

- E non andrebbe a chiedere consiglio perchè... - feci, cominciando a sentire l'ansia sul collo.

- Perchè potrebbe tirarti fuori una Profezia...e quello, fidati, non è mai buon segno - mi rispose con tono grave.

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