12. Prigione.

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Francesco.

<< Ehi, cosa fai qui, solo?>> Una ragazza accarezza il mio petto e posa le labbra sulla guancia. Mi ritraggo.

<< Levati.>> Ringhio.

Lei mi lancia un'occhiataccia e si allontana. Mi copro il viso con una mano. Come sono arrivato a ridurmi in questo stato?

Sono stato cresciuto in un collegio a Milano. Non so chi sono i miei genitori, né se sono ancora in vita, so solo che, di certo, non sono italiani. Comunque.. all'età di dodici anni mi ha preso una coppia di cinquantenni. Che disgrazia stare in quella stanza.. tanto valeva rimanere in collegio fino alla fine dei miei giorni. Quei due non sanno nemmeno cosa significa avere un figlio per me. Non fanno che litigare tutte le volte che sono insieme, noncuranti del fatto che hanno un bambino orfano che ha bisogno dell'affetto di una famiglia.

Facevo credere loro di andare a scuola, invece, mi vedevo con dei ragazzi più grandi di me che facevano girare per il quartiere droga. Iniziai a fumare, mi facevo. Durò per quasi un anno, fino a quando il preside prese provvedimenti: sporse denuncia alla gang; invece, a me, mi mise in riga picchiandomi con la bacchetta e facendomi recuperare il programma stando tutto il giorno a scuola. Da allora, smisi di frequentare cattive compagnie ma, come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Infatti, ci cascai nuovamente e mi sto ributtante in questo mondo schifoso di cui non riesco a liberarmene.

Una prigione dalla quale non riesco ad evadere.

Nel scendere dallo sgabello barcollo, quindi tengo la mano al ripiano bar. Mi sono scolato dieci bicchieri di whisky , e adesso sento la testa girare. Fantastico. Cerco di muovermi di nuovo e avverto una tremenda sensazione di nausea. Sto per vomitare, me lo sento. Trattengo il conato di vomito tappandomi la bocca, se solo la smettesse di tremare..

Non so come, arrivo al bagno, apro la prima porta che trovo davanti ed espello l'alcol che è dentro di me. Tossisco. Mi sento privo di forze. Scivolo e appoggio la testa sul muro gelido. Sono in uno stato terribile, ma non mi interessa. Il mio corpo è scosso da brividi e lo stomaco.. peggio di peggio.

Qualcosa afferra il mio volto. Non ho le forze per voltarmi. Una mano accarezza la mia guancia. Schiudo gli occhi, vedo il riflesso di una ragazza bionda, identica a Emma. Sarà lei?

<< Che cosa stai facendo?>> Sussurra dolcemente al mio orecchio.

<< Non lo so.>> Rispondo più a me che a lei, scuotendo il capo.

La sua mano è calda sul mio viso gelido, e la presa ben salda. Afferra il mio braccio e, piano piano, mi metto in piedi. Circonda i miei fianchi e mi conduce verso l'uscita. Stranamente, non ho più nausea. La osservo. I suoi occhi dolci, la labbra carnose schiuse in un sorriso..

<< Come facevi a sapere che ero qui?>> Le domando.

<< Me lo sentivo.>> Risponde con sicurezza.

Aggrotto la fronte.

Ci addentriamo in un parco e ci mettiamo seduti su una panchina. Non c'è nessuno. Solo il buio, il nulla. Di fronte a noi sta una fontanella. Emma mi accarezza il petto e, dopo aver frugato nella sua borsa, si alza. In mano tiene una bottiglietta d'acqua vuota.

<< Aspetta qui.>>

Riempie la bottiglietta e si avvicina lentamente. Il vento le scompiglia i suoi morbidi capelli biondi. Uno schizzo d'acqua mi fa tornare alla realtà. << Ma che.. che fai?>>

<< Ti lavo la faccia, così ti senti meglio.>> Spiega, poi scoppia a ridere.

La sua risata è così contagiosa che finisco per ridere. Una risata di cuore.

Si siede e posa la testa sulla mia spalla.

Blu notte// Mr. Rain & Hero Fiennes TiffinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora