26 aprile 2001, 10:03 pm.
<< Reiko-chan>> mi chiamò Damian <<Devi farlo. Ormai tocca a te. Sai cosa succede se non lo fai.>> continuò, ricordandomi la minaccia fatta in precedenza.Lo guardai, speranzosa del fatto che stesse scherzando, ma con quello sguardo serio mi fece capite che non era così. Allora presi quel poco coraggio e quella poca forza che mi rimanevano in corpo e mi avvicinai al corpicino esile di Lii-chan.
Io ero piena di lividi. La faccia, le braccia, il petto e le gambe mi dolevano. Tutto faceva male. Il sangue mi usciva dal naso e dalle unghie. Ma lei era messa peggio, molto peggio.Lo feci anche se mi ero ripromessa di non farlo. Sapevo che ciò mi avrebbe portata ad avere delle conseguenze, gravi conseguenze, ma ormai era fatta. Avevo messo in atto il volere di Damian.
Ricordo che mi misi a correre, dopo ciò. Corsi come una pazza per tutto il tempo e il tragitto che le mie gambe mi avrebbero permesso di percorrere. Ero stanca, esausta, ma scappare era l'unica scelta, anche se, due giorni dopo, decisi di costituirmi, dando alla polizia anche il nome del fratello della mia migliore amica.
Io sono, ero e sarò sempre Reiko Matsuda. Potrà cambiare il mio modo di pensare, ma sarò sempre la stessa, avrò sempre gli occhi verdi che potranno essere spenti, come potranno brillare; saranno sempre gli stessi.
Sono Rei e ho un fratello maggiore: Tanjiro. Lui è totalmente diverso da me, tranne per gli occhi.I miei genitori non si amavano, almeno questo avevo visto nell'ultimo periodo; ma resteranno per sempre la mia famiglia; o almeno, una delle due.
I miei amici sono la mia seconda famiglia: il mio posto felice, nulla mi farà pensare il contrario.Era quello che speravo...
___________
<<Matsuda, devi alzarti! stanno arrivando!>>
<<mh...>> mugugnai io.Solita sveglia, solita mattina, solita routine. Mi alzai dalla brandina che spacciavano per letto e mi diressi verso le sbarre di ferro della porta della stanza 2mx2m in cui stavo da ormai più di due anni. Aspettai che la guardia aprisse la porta.
Oh, eccolo.
<<Ehi, Joshua>> salutai sorridendo e ondeggiando una mano.
<<Matsuda>> ricambiò muovendo il capo.
Joshua era una delle guardie del carcere minorile in cui mi trovavo. Oltre a essere il più anziano, era anche quello più simpatico e che dava più punti a noi carcerati.
Quello in cui mi trovavo era un carcere minorile di tipo misto: fatto sia per maschi che per femmine; anche se alcune volte sentivo dire da alcune guardie che questa cosa sarebbe cambiata, prima o poi . Qualche mese e forse non sarebbe stato più così, ma non era affar mio.
Tra meno di 20 giorni avrei finito di scontare la mia pena e potevo considerarmi, ed essere considerata, di nuovo libera.Non avrei più dovuto vedere e sentire le mani delle guardie schifose, non avrei più dovuto vedere quella faccia odiosa di Damian, non sarei più divuta essere in debito con gli Haitani e non avrei più dovuto difendere quella ritardata della mia compagna di cella. Non mi
sarebbe mancato nulla di quel posto. Forse un po' Joshua, ma per il resto nulla.____________
8 maggio 2003, il giorno dopo il mio compleanno. Finalmente potevo tornare a casa...
<< Quindi te ne vai, Reiko.>> disse, avvicinandosi a me.
<< Sì, Damian. Sono venuti a prendermi.>> gli risposi.
Damian era il classico figlio di papà. Bella casa, genitori assenti per lavoro, apri bocca e ogni tuo desiderio diventa realtà. Diventi viziato. Damian lo era, eccome se lo era. Era convito che tutti fossero di sua proprietà, che tutti dovevano obbedirgli. Ma chi è che prende ordini da un tredicenne? "Di sicuro non io." pensavo all'inizio. Poi tutto cambiò. Successe quello che successe, insomma.
In fondo, se mi trovavo dove mi trovavo era per colpa sua...<<Matsuda.>> mi richiamò una guardia, credo tra i nuovi arrivati, spingendomi verso i cancelli. Lanciai un ultimo sguardo verso Damian, uno verso la finestra della cella mia vecchia cella. La mia compagna era affacciata, stava sorridendo... che carina...
Respirai pesantemente e andai verso mia madre e mio fratello. Quest'ultimo mi saltò addosso. Letteralmente.<<Rei-chan...>> fece lui, stringendomi in un abbraccio.
<< Tanjiro...>> dissi, mentre ricambiavo il suo gesto d'affetto.
Tanjiro era mio fratello maggiore, ci toglievamo due anni. Infatti lui era della classe del 1988. Era una persona speciale: emotiva, simpatica, creativa, decisa, disponibile.
Adoravo mio fratello. Ricordo che da piccoli ci odiavamo, o meglio, io lo odiavo. Era troppo estroverso, troppo affettuoso, per i miei gusti. Lo invidiavo per questo. E forse lo invidio anche adesso che siamo entrambi cresciuti. Anche io volevo andare da mamma e abbracciarla senza un motivo logico. Anche io volevo dirle il classico "Ti voglio bene". Eppure queste tre semplici parole per me era come se costassero oro, con loro.Ci staccammo da quell'abbraccio improvvisato e subito mia madre mi venne incontro. Ci siamo viste molte volte durante la mia permanenza nel carcere, ma mai ci hanno permesso di avere contatti.
<<Torniamo a casa?>> domandò con gli occhi colmi di lacrime per l'emozione.
Io annuii e tutti e tre ci incamminammo verso l'auto che ci doveva portare in quella struttura chiamata "casa".______________
Stavo camminando per il vialetto di casa, avevo appena superato il cancello. Mi era mancato questo posto, non potevo negarlo. In fondo era casa mia, non era importante l'opinione dei vicini sul mio conto. Non avrebbero influenzato la mia permanenza.
<< Tieni le chiavi.>> disse mia madre mentre mi porgeva le chiavi. Notai solo allora di essere già davanti la porta di casa.
Come facevo ad essere lì? Non avevo appena superato il cancello? Bah...
Infilai la chiave nella toppa e la girai finché non senti il solito "clack". A quel punto spinsi e aprii la porta.
Casa non era cambiata.
Forse i miei occhi stavano brillando, in quel preciso istante.
Entrai in casa, ma rimasi molto sorpresa da ciò che vidi successivamente...<<Che cosa..? Perché sono qui?>>per poco non lo urlai, notando che quella non era casa mia.
<<L'officina di Shin?>> pensai ad alta voce mentre, con lo sguardo, analizzavo il luogo.*triiin triiiin*
*triiin triiiin*
*triiin triiiin*<<Senti, Reiko, alzati che sennò farai tardi anche oggi!>> urlò mio fratello strattonandomi la spalla.
<<Tanjiro, che vuoi? Ho sonno~.>> borbottai, con la voce immischiata al sonno. Non avevo la minima voglia di alzarmi e ripetere un'altra giornata.
<<Alzati che hai scuola.>> sbuffò e uscì dalla camera.<<Era un sogno...>> sussurrai, ripensando a quel ricordo trasformato in un sogno.
Tolsi le coperte da sopra il mio corpo e mi alzai. Con la lentezza di un bradipo mi diressi verso il bagno dove cercai di svegliarmi totalmente sciacquando il mio viso con dell'acqua fredda, con scarsi risultati.
Indossai la divisa scolastica e scesi a fare colazione.___________
<<Bye bye, onii-chan.>>
Lui ricambiò il saluto e si incamminò verso la sua scuola.
Io, invece, mi diressi verso la scuola media Mizo: quella che frequentavo.

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Briciole -Tokyo revengers
FanfictionReiko Matsuda, considerata dagli adulti troppo violenta per un futuro e dagli adolescenti troppo forte per essere una donna, è a capo di uno degli squadroni della Tokyo Manji Gang. Lì, tra tutte quelle persone, si troverà a dover affrontare certi so...