capitolo 11

3 1 0
                                    

Ero a scuola, come giusto fosse.
Era l'ultima ora prima dell'intervallo e la professoressa ci aveva dato dieci minuti liberi. Le mie compagne, come sempre, ne avevano approfittato per parlare di alcuni ragazzi del nostro istituto. La cosa non mi interessava particolarmente, o almeno, i nomi che uscivano fuori non mi interessavano particolarmente. Tranne uno. Appena lo sentii, il mio cuore saltò un battito.
<<È tornato?>> chiese Yoko riferendosi a quel nome; quello che anche io avevo sentito.
Gli feci segno di aspettare e mi alzai per andare verso le mie compagne che, come c'era da aspettarsi, stavano continuando a parlare di lui.

<<Comunque Hanemiya-kun è davvero carino, non credete?>>disse una di loro.
<<È rientrato?>> chiedi io, inserendomi nella conversazione come se nulla fosse.
<<Oh, ehi Matsuda-chan!>> mi salutarono alcune di loro. Io ricambiai, in attesa di una loro risposta che non tardò ad arrivare.
<<Sì, Hanemiya è tornato e sembra più bello
di prima. Ormai sono due giorni che è qui.>>
<<Seriamente? Come mai non l'ho ancora visto tra i corridoi?>> domandai più a me stessa che a loro.
In che classe si trovava? Perché non si era fatto vedere? Perché non mi ha cercata?

Suonò la ricreazione e le mie compagne si divisero, mettendo fine alla conversazione. Io andai da Yoko a raccontargli il gossip del momento...

<<Che cosa! E perché non ti si è fatto vedere?>>
Era confuso, si capiva dalla sua espressione mentre mangiava il suo sandwich.
<<Non ne ho idea... No ma seriamente! Perché?>>
Iniziai così a lamentarmi, in maniera seria e continua, di quella cosa.
Eravamo amici, io e Kazutora...

________
3 giugno: il giorno dello scontro contro la Moebius, anche se già alcuni dei nostri capitani avevano avuto la possibilità di battersi contro di loro.
Non sapevo a che ora di preciso sarebbe iniziato lo scontro, sapevo solo che sarebbe stato durante il festival; per questo motivo io e Yoko, quel giorno, andammo al festival in attesa di una chiamata da parte di qualcuno, del rimbombo del motore di più moto.

_________
Erano circa le 21 quando il mio telefono squillo.
"Reiko! Chiama la tua divisione e dirigetevi ai parcheggi dietro al festival; lo scontro è iniziato! Peh-yan e altri stanno attaccando a Draken!" disse questo Mitsuya, dall'altra parte dello schermo, prima di staccare forse per chiamare gli altri capitani. La chiamata era in viva voce. Yoko l'aveva sentita, quindi.
<<Sai cosa fare, Yoko.>>

Iniziò così un giro di telefonate e messaggi che durò poco meno di tre minuti. Tutta la sesta divisione ora era al corrente dell'accaduto ed era suo compito quello di battersi per l'onore proprio e della gang; loro lo sapevano.

Iniziammo a correre, io e Yoko, alla ricerca di quei dannati parcheggi. Quando li trovammo c'era già il putiferio. Mancava ancora la quarta divisione tranne Nahoya, che era già sul posto, ma già c'era molto caos.

Io e Yoko eravamo spalla contro spalla. Ci proteggevamo a vicenda, come sempre. Se non ero con lui ero con mitsuya o baji.
Mi difendevo e attaccavo.
Difesa e attacco, attacco e difesa.
Il combattimento si basava su solo questo, ma era questo che lo rendeva speciale. Ci mettevo tutta me stessa, in quegli scontri. Tiravo calci in faccia agli avversari, pugni nell'addome. Non li risparmiavo, come loro non facevano con me. Li pagavo con la stessa moneta e mi andava benissimo. Non volevo essere trattata con ritegno. Ero forte, lo sapevano, eppure alcuni all'inizio si trattenevano con me. Ma poi, quando si lasciavano andare e riuscivano a colpirmi, l'adrenalina tornava in circolo nelle vene.

Ero contro un tizio grande e grosso quando sentì Takemicchy, il nuovo amichetto di Mikey, gridare il nome di Draken. Mi girai un attimo, alla ricerca del biondo tatuato, ma il mio avversario se ne approfittò colpendomi con maggiore forza al fianco e facendomi tentennare per pochi secondi. Contrattaccai. Continuammo così.
Scusami, Ken, ma non potrò aiutarti.

___________
Lo scontro si concluse, non troppo presto, ma si concluse. Ero esausta. L'adrenalina era finita e il fiatone mi costringeva ad alzare e abbassare il petto violentemente e a intervalli regolari.
Non avevo idea sul dove fosse Ken. Di certo non era con noi. I ragazzi della Toman, come quelli avversari, erano a terra esausti. Eravamo rimasti in piedi soltanto noi capitani di squadrone, i vice, tra cui Peh-yan, Mikey e il nuovo capo della Moebius.
Questi ultimi continuavano a combattere; non mostravano la minimamente intenzione di voler cedere, ma furono costretti a fermarsi quando uno dei subordinati del boss nemico venne a prendere il suo capo che se ne andò solo dopo aver parlato con Mikey.
<<Mikey!>> urlò il tizio con il ciuffo tinto <<Si sta per formare un'alleanza tra le gang di motociclisti più forti del Kanto: la Valhalla.>> Mikey non rispondeva alle sue provocazioni, si limitava a guardarlo con uno sguardo che non ero in grado di decifrare. Ma l'avversario non si fece pesare la cosa e continuò.
<<Sono il vice-capitano fondatore: Shuji Hanma>> si presentò finalmente <<E non dimenticare, Mikey. D'ora in poi la Toman non avrà un attimo di pace.>> e se ne andò.

_________
Ero appena entrata nell'ospedale e subito la tensione mi aveva travolta. Dovevo raggiungere la sala d'attesa e i miei amici. Dovevo sapere come fosse andato l'intervento. Dovevo sapere che il mio amico stava bene.

Li trovai quasi subito. Oltre takemichi e la sua baby-gang, c'erano anche Emma, la fidanzata di takemichi, Peh-yan e Mitsuya. Mi aggiunsi a loro.
<<Hanno detto qualcosa i medici?>> chiesi senza salutare e nient'altro del genere.
<<È in condizioni critiche.>>
Fu l'unica cosa che mi comunicarono.
Espirai sonoramente e ripresi aria subito dopo, alzai la testa, iniziando a guardare il soffitto, chiusi gli occhi ed esclamai:
<<Cazzo!>>

Briciole  -Tokyo revengers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora