capitolo 9

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Arrivammo subito a casa mia. Forse in 10 minuti. Fatto sta che non volevo che Mitsuya se ne andasse subito, così lo invitai ad entrare.
Lui sussultò e gli si colorò il volto alla mia proposta. Seriamente non se l'aspettava? Non era la prima volta che lo invitavo a entrare.
<<Scusa Rei, ma ci sono Luna e Mana che mi aspettano. Si annoiano un po' quando sono sole con Hakkai...>> si scusò lui.
<<Oh, okay. Allora non insisto.>> gli risposi accennando un sorriso.
<<Se hai bisogno di qualcuno che le tenga, puoi contare si di me!>>continuai, ingrandendo il sorriso e chiudendo di poco gli occhi.
<<Certo!>> fece.
Ci salutammo e lui se ne andò, lasciandomi da sola all'ingresso.
In casa non c'era nessuno. Lo si capiva dall'assenza di scarpe davanti la porta d'ingresso. Mi sfilai le mie e le misi in un angolino.

<<Bene, cena. A noi due...>> sussurrai tra me e me.

Così iniziai a preparare ciò che mia madre mi aveva detto, con le stesse quantità di ingredienti che mi aveva detto. Era tanto cibo. Bastava per 5 persone. Ma noi eravamo tre...

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<<Siamo arrivati!>> sentii urlare, dall'ingresso, da mio fratello.
Mi raggiunse subito, Tanjiro. Credo si fosse messo a correre, anche perché aveva un leggero affanno.
<<Senti, Reiko...>> disse lui, attirando la mia attenzione. <<Ci sono anche il fidanzato di mamma e suo figlio.>>
<<Ah>>
Avevo ragione.
Sbuffai un po', il minimo per far vedere e capire a mio fratello la mia disapprovazione, anche se non serviva a nulla. Ormai io ero lì e anche loro.
<<Ti aiuto ad apparecchiare, dai.>> commentò lui sorridendo appena e dandomi una leggera pacca sulla spalla.

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A tavola non si poteva respirare. Sentivo tensione e respiravo soltanto quella, anche se le altre persone attorno a me sembravano tranquille.
Yuri continuava a fissarmi, mentre mangiava. Era solo un bambino, eppure riusciva a farmi provare ansia. Perché mi fissava?
<<Hai cucinato tu?>> chiese, di colpo e senza contesto, il fidanzato di mia madre.
Io annuii, inghiottendo un boccone.
Il cibo mi sembrava insapore, con una consistenza gelatinosa e difficile da inghiottire. Eppure, mentre lo cucinavo, sembrava tra le cose più buone del mondo.
<<È molto buono. Complimenti.>> mi elogiò lui.
<<Grazie.>> gli sussurrai in risposta. Forse l'avevo detto così piano che non l'aveva nemmeno sentito. Forse aveva visto soltanto le mie labbra muoversi, mentre tentavo di dargli una risposta. Ma non mi interessava farmi sentire da lui.
<<Reiko cucina benissimo. Alcune volte meglio di mamma, soprattutto quando si tratta di torte.>> confermò Tanjiro, mettendomi una mano sulla spalla. Era seduto di fianco a me, ciò ci permetteva di avere contatti.
<<Davvero? Sai fare le torte?>> esclamò il bambino seduto di fronte a me. Gli annui, sorridendo di poco e mettendo in bocca l'ennesima porzione di cibo.
Era un bambino, infondo. Forse non meritava un trattamento freddo da parte mia. Lui non centrava nulla, alla fine....
<<Un giorno me ne fai una?>> chiese, con gli occhi che gli brillavano.
<<Un giorno ne farò una...>> sussurrai di risposta.
Sembrava avermi sentito. Sorrise felicemente e i suoi occhi si restrinsero. Carino.
Yuri poteva avere 6 anni. Forse 7. Aveva gli occhi scuri, stessa cosa per i capelli, che erano neri come quelli di suo padre. Ma a Yuri stavano meglio.

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Dopo quella minuscola conversazione con il bambino, non parlai più per tutta la durata della cena. Non ci tenevo tanto a fare conversazione, come pensavo si potesse intendere. Stavo mangiando con mio fratello, mia madre e due sconosciuti. Non sapevo nulla di loro, tranne il nome, l'aspetto fisico e il lavoro del padre, che era quello di poliziotto.
Aiutai a sparecchiare e me ne tornai in camera, nonostante i richiami di mia madre.

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Passai l'intera notte sveglia. Dovevo dormire, avevo pure sonno, ma ogni volta che poggiavo la testa sul materasso o sul cuscino, i miei occhi non riuscivano a chiudersi.
Mandai molti messaggi anche ai miei amici, ma nessuno rispose. Infondo erano le 4 di mattina, era normale che dormissero. Alle 8 ci sarebbe stata scuola e nessuno di loro credo avesse l'intenzione di addormentarsi sul banco, tranne mikey, ovviamente. Per lui era normale dormire in classe.

Forse era meglio cambiare aria...

Decisi di uscire. Misi un jeans e un top a caso. misi gli auricolari alle orecchie e le sigarette in tasca.
Scasi le scale, bevvi un po' d'acqua fredda in cucina, misi le scarpe e uscii.
Mia madre dormiva. Avevo sentito il suo respiro regolare mentre passavo davanti la sua camera. Lo stesso per Tanjiro.
Non dovevo preoccuparmi, quindi.
Chiusi la porta e azionai un mix Hip Hop consigliato da spotify.
Avevo scelto quello per non deprimermi, eppure la prima canzone era "Storia di un presunto artista" di Nitro.
'Fanculo, Spotify.
Iniziai a canticchiare, fregandomene del fatto che le persone dormivano a quell'ora e che mi avrebbero potuta sentire.
"Fumo con la paranoia che mi fa compagnia
E quando vedo nei tuoi occhi la
malinconia
Il mio senso di colpa mi porta via
E non pretendo la tua sinergia
Se vuoi usami una notte però poi buttami via..."
Smisi di cantare solo per mettermi una sigaretta tra le labbra e accenderla.
"Ma vivere di musica è come fare l'amore in luogo pubblico
Ti senti sudicio e i passanti ti sputano addosso
Solo perché tutti quanti vogliono essere al tuo posto
E se ti sembro stronzo perché un po' ti ho trascurato
È perché sono passato da innamorato a tuo impiegato
Ma sai meglio di me che non ho mai davvero amato
Chi non mi ha lasciato almeno una volta il cuore spezzato
Ma la cosa che ti sfugge veramente è che
Io sono dipendente da sempre per te
Rido solamente se un fratello c'è"
Amavo Nitro. Storia di un presunto artista era tra i brani che mi piacevano di più.

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Fumavo, cantavo e camminavo senza meta. Tre azioni che copiai per almeno tre ore.
Alle sette decisi di andare a fare colazione in un chiosco che si trovava nel parco in cui ero arrivata. Presi un taiyaki e un latte e caffè. Mangiai e tornai a casa per prepararmi per la scuola.

Briciole  -Tokyo revengers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora