Zia

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"Eccoci qui, finalmente. Ricordami che dobbiamo ringraziare zia Renza per la casa." mia madre accostò e mi guardò sorridendo. Mi voltai a guardare nella sua stessa direzione, e fu allora che vidi per quella vecchia villetta rossa con un grande giardino sul davanti che sarebbe diventata casa nostra.

"Grazie zia Renata, allora." forzai un sorriso e cercai di renderlo il più naturale possibile. Dopo tutto quello che avevamo passato, non volevo che mia madre vedesse il dolore o la delusione nei miei occhi. Avevo odiato fin dall'inizio l'idea del trasloco, ma sapevo che on avevamo altre soluzioni. Dopo che mio padre era scappato lasciandoci solamente con una marea di dubbi e debiti, non avevamo altra scelta se non questa.

"Iniziamo a scaricare le cose, dai." scendemmo dall'auto e iniziammo a scaricare i primi dei tantissimi scatoloni che riempivano la nostra vecchia Volvo del '97. Chiunque l'avrebbe vista in questo momento, avrebbe defnito mia madre come una donna felice e agitata per il nostro nuovo inizio, ma io sapevo quanto dolore stesse provando, anche se era davvero brava a naconderlo.

"Non è stata gentile zia Renata a lasciarci questa casa?" aprì la porta d'ingresso e un fortissimo odore di vecchio e muffa ci avvolse, o meglio, ci travolse lasciandoci per un attimo senza fiato.

"Gentilissima..." sussurrai cercando di respirare dalla bocca. Chissa' da quanto tempo quel posto era rimasto chiuso e dimenticato da Dio.

"Lo so che è vecchia come casa." si guardò intorno alla cieca e appoggiò la scatola sull'imponente tavolo in salone. Persi la sagoma di mia madre nel buio.

si affrettò ad arrivare alla finestra. "Vediamo il lato positivo..." faticò a tirare su la tapparella dell'enorme finestra e, non appena iniziò ad entrare luce nella stanza, tutto prese forma. "... Almeno ora abbiamo un posto dove stare."

Non potei fare a meno di notare la grandissima libreria in mogano che ricopriva interamente due delle pareti della stanza. Mi avvicinai incredula e impaurita che quella potesse essere solo un'allucinazione o un sogno ad occhi aperti, ma fu solo quando sfiorai il dorso di una vecchia edizione di "Ragione e Sentimento" che mi resi conto che era tutto reale.

"La zia davvero ci lascerà stare qua?" Qualcosa in me non riusciva a credere che il karma avesse deciso di risparmiarci, almeno questa volta. "Lei dove starà?"

"Sì tesoro, puoi crederci." Non credevo nella fortuna, tanto meno nei gesti di generosità delle persone. "La zia adesso è in una casa di soggiorno per anziani a Verona, e ha bisogno che qualcuno rimanga qua a controllare la casa."

"E se dovesse tornare? Noi dove andremo?" Mi morsi il labbro per evitare di dire ad alta voce 'te lo avevo detto', ma il ragionamento della vecchia zia non faceva altro che confermare il mio pensiero.

La risata di mia madre fece vivere tutta la casa per qualche istante. "Non tornerà tesoro, non ti preoccupare."

"Come fai ad esserne certa?" Dio, era così bella quando era felice.

"Tesoro mio, mia zia ha 98 anni, ha venduto una porzione di questa casa a una famiglia del posto che fra poco torneranno dalle vacanze, e non ha nessun altro parente a cui lasciare quello che rimane di questo posto." Prese una cornice in mano e tolse la polvere dal vetro. "Guarda."

"Chi sono?" Afferrai la fotografia e cercai di dare un nome a quelle persone, ma i loro volti non facevano riemergere un solo ricordo nella mia memoria.

"Questa è la zia moltissimi anni fa." Si avvicinò e mi  abbracciò dolcemente. "Questa era la sua famiglia." La foto raffigurava cinque persone felici: due adulti, due femmine e un maschietto.

"Dove sono loro?" Domandai senza alzare lo sguardo.

"Purtroppo la felicità della zia non è durata molto..." la mamma si sedette sul divano e mi fece cenno di seguirla. "Vedi, questa foto risale al 1935 e da allora sono cambiate tantissime cose." Sospirò accarezzando la cornice. "Con lo scoppio della guerra, mio zio venne arruolato nell'esercito ma non tornò mai a casa. Mia zia ne fu completamente distrutta, lo amava così tanto..."

"E i suoi figli?"

"Il più piccolo si ammalò e morì poco dopo che suo padre partì per il fronte. Mentre le figlie riuscirono ad avere una vita più normale, ma la zia dovette comunque seppellirle entrambe. Una delle due morì di parto insieme al piccolo negli anni cinquanta, mentre l'altra è morta una decina di anni fa, ma nessuno la vedeva più da anni da quando si era ritirata in clausura."

"Vuoi dirmi che una delle due figlie della zia si era fatta suora?" Solo l'idea mi sembrava impossibile.

"Sì, ha fatto la suora missionaria per quasi tutta la sua vita, ma dopo l'ultimo viaggio in Africa, ha deciso di dedicarsi completamente a Dio e non ha più voluto incontrare nessuno."

"Assurdo..." eppure in quella foto sorridevano tutti, specialmente gli zii di mia madre. I loro sguardi trasudavano felicità, speranza e calma, come se fossero convinti di essere appena arrivati alla loro meta.

"Eh si, la vita a volte non fa sconti..." si alzò in piedi e si guardò intorno. "Dammi una mano Martina, scarichiamo tutto, così dopo possiamo ordinare una pizza e buttarci sul divano a riposare."

"Va bene mamma, adesso arrivo." Riappoggiai la cornice sul mobile e chiusi gli occhi per un istante ripensando alla nostra vita negli ultimi mesi.

'Sì, la vita a volte non fa sconti...' pensai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2023 ⏰

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