Capitolo 35

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Rimorso: senso di colpa che una persona prova per qualcosa che ha fatto e che la mette a disagio.

Quando ci possiede o rimane dentro di noi finché non siamo sinceri, o moriamo con esso. Lo abbiamo sentito tutti in qualche momento della nostra vita, non importa perché, inclusa Lauren che è rimasta inerte con un libro tra le mani la mattina dopo, seduta su una delle panchine esterne del Golden Eagle.

Dopo quel bacio con Nate la sera prima, entrambi si separarono con due espressioni diverse: lui con un sorriso e la mora con un grave tremito. Lo aveva baciato, e solo quando ebbe finito di farlo pensò alla latina. Proprio per questo, grata che la corsa fosse finita, gli chiese di accompagnarla a casa. Lungo la strada, ciò che fu più evidente era il silenzio.

Quel pensiero le tornò in mente mentre stava rivedendo il libro su cui sia lei che il resto dei suoi compagni di classe sarebbero stati interrogati di lì a pochi minuti dal professor Minnick. Sospirando interruppe la lettura per controllare il suo cellulare che aveva, tra le altre cose, messaggi non aperti da Camila e Shannon.

Aveva evitato quest'ultima, insieme ad Allyson, durante le prime due ore del mattino, più per via della castana che per quella più bassa. La sera prima, prima di lasciarsi andare al sonno, le aveva mandato un messaggio spinta dal senso di colpa dove, in una sola frase, riassunse quanto accaduto la sera prima dopo che lei stessa era uscita di casa seguendo il suo consiglio di andare da Camila.

Nate ed io ci siamo baciati...

Se invece la conversazione con Camila non è proseguita è stato per il rimorso che la mora provava. Non ero in grado di parlarle come se niente fosse e dirle buongiorno, anche se non c'era qualcosa di ufficiale che le legava. Tuttavia, dopo averci pensato, i suoi penetranti occhi verdi si fissarono sul logoro braccialetto rosso che le decorava il polso.

"Poveri occhi" disse una voce familiare che la fece rabbrividire.

"Shannon, io..."

"Non ti capisco, sinceramente" tagliò corto con un'espressione triste e allo stesso tempo infuriata. "Perché ieri ero a casa tua? Perché ho perso un pomeriggio che potevo passare a studiare?" volle sapere, incrociando le braccia mentre parlava.

"Voglio spiegare" disse.

"E perché non l'hai fatto ieri invece di piagnucolare per Camila?" sbottò lei a bassa voce conoscendo le insicurezze della mora, nonostante tutto.

Tuttavia la campanella della scuola penetrò nelle orecchie di tutti gli studenti e insegnanti che quella mattina si trovavano all'interno del Golden Eagle, comunicando loro che stava per iniziare la lezione successiva, che le amiche condividevano: Letteratura per il al cinema.

"Abbiamo l'interrogazione" ricordò Lauren mentre si alzava dalla panca con il libro ancora tra le mani.

"Ne sono molto consapevole, Jauregui" rispose prima di voltarsi e iniziare a camminare verso la classe del professor Minnick senza aspettare la mora.

Sospirando la seguì attraverso i corridoi, schivando le persone finché non entrò e si sedette. I minuti che mancavano alla fine della lezione e di conseguenza alla consegna del test riguardo Il silenzio degli innocenti scritto da Thomas Harris, secondo lei trascorsero troppo lentamente. Tuttavia è stata in grado di rispondere a tutte le domande su quel classico.

"Carrie di Giuseppe Tomasi. 1976. Ultimo libro dell'anno" accennò Minnick prima che suonasse di nuovo la campanella. "Notevole per essere una versione esemplare nonostante il lungo romanzo dovesse essere riassunto per poterselo godere attraverso uno schermo" spiegò brevemente, accarezzandosi la cravatta gialla a quadri. "Ultimo libro dell'anno, non deludermi" ripeté sorridendo mentre suonava la campanella.

Tuttavia l'insegnante si era completamente dimenticato di menzionare ai suoi studenti un cambio di aula per l'ora successiva. Per questo, prima che il primo di loro uscisse dall'aula, la sua voce rauca echeggiò di nuovo.

Inconditional || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora