Capitolo 15

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"È vera felicità il riconoscersi
degni di essere felici."

Camila;

Ormai amavo svegliarmi tra le braccia di Lautaro, ci stavo prendendo l'abitudine. Erano passati 2 mesi da quei primi baci rubati ed eravamo più che affiatati. Lautaro aveva rispettato la mia storia, ma io volevo conoscere la sua.

«Hei, io torno a casa che Joa mi deve parlare» informo l'argentino dormiente al mio fianco.

«Dopo torni vero?» domanda con la voce impastata dal sonno lasciandomi un bacio sul collo.

«Mh, può darsi ma prima devo andare a lavorare quindi ci vediamo direttamente stasera al pub ok?» lui sbuffa e apre lentamente gli occhi, quegli occhi che amavo così tanto.

Avevo ripreso a lavorare con la musica e stavolta ero più decisa che mai.

«A dopo nena» mi chiamava così ed io sprofondavo quando lo faceva.
Gli lascio un dolce bacio sulle labbra e prima di andare via saluto Nina che gironzola per casa con Diana.

Non appena arrivata nel mio appartamento vado da Joa in cucina che sta passeggiando nervosamente.

«Buongiorno anche a te» mi avvicino a lui abbracciandolo forte, ormai non passavamo più tanto tempo insieme e mi mancava.

«Dormito bene?» annuisco e prendo posto sullo sgabello iniziando a fare la mia solita colazione.

«Cosa mi devi dire?» lo invito a sedersi ma rifiuta scuotendo la testa.

Tra noi due cala il silenzio per 5 minuti circa.

«Voglio sposare Chiara» quasi mi soffoco con la mia stessa saliva quando pronuncia queste parole.

«Che cosa..?» chiedo incredula fissandolo.

«Voglio sposare Chiara e il prima possibile...» persi uno,due,tre battiti di fila.

«Joa..-» non mi lascia finire.

«È incinta Camila.» mi passo una mano sul viso confusa.

Joa stava per diventare papà.

«Joa non devi sposarla per forza solo perché porta in grembo tuo figlio..» poggia le mani sul tavolo e mette una mano in tasca uscendo fuori una scatolina.

«Io voglio sposarla Camila, e non solo perchè è incinta..ma bensì voglio che il nostro legame si fortifichi ancor di più..» rimango senza parole..

Cosa ne sapevo io dell'amore..

Sorrido dolcemente al mio migliore amico e afferro la sua mano.

«Se è questo quello che desideri fallo, voglio solo la tua felicità ora e sempre.» non si fa ripetere queste parole due volte che già è attaccato a me come una cozza.

«Dirti che ti voglio troppo bene basta per dimostrarti quanto sei importante nella mia vita?» domanda sorridendo ed io annuisco scompigliando i suoi capelli perfettamente in ordine.

«A quando la proposta?» entrambi ci risediamo.

«Avevo pensato stasera dopo una passeggiata in centro di portarla nel terrazzo che si affaccia sul duomo e lì entri in gioco tu!» sgrano gli occhi divertita.

«lo?»

«Voglio che la tua voce renda unico questo momento Camila, ho già parlato con il proprietario del locale» abbozzo un dolce sorriso e gli pizzico la guancia.

«Lo farò Joa.»

Dopo aver finito di fare colazione mi dirigo verso il locale che sta al Duomo.

«Salve, mi manda Joaquin Correa o meglio dire Tucu» affermo rivolgendomi a una ragazza che sta dietro al bancone della reception.

«Ciao! Tu sei Camila giusto?» chiede la bruna con un contagioso sorriso che preme sulle sue labbra contornate da un rossetto rosa scuro.

«Si sono proprio io. Dove posso mettere la mia roba?»

«Seguimi» mi avvio al suo fianco e la seguo fino al terrazzo che si affaccia prorompente sul Duomo.

«Il signorino Correa ha prenotato questa sala già da ora per cui, puoi iniziare a provare e sistemare le tue cose comodamente quando vuoi» la ringrazio gentilmente per tutte le informazioni date e inizio a provare i primi brani.

Continuai a provare e riprovare pezzi di canzoni accompagnati dal suono del pianoforte che vibrava sotto le mie dita sottili.

«Io direi che saresti anche un'ottima insegnante di piano» mi volto verso l'ingresso della sala e un sorriso mi nasce spontaneo non appena vedo Lautaro sull'uscio della porta.

«Sei contenta di vedermi, eh» sorride incrociando le braccia al petto.

Dio solo sapeva in quel momento quanto era bello e non parlo di una bellezza qualunque.
Il suo sguardo mi penetrava sempre nelle ossa facendomi bruciare.
Ero certa di essere innamorata di lui.

«Beh, sto aspettando solo che tu venga qui» ridacchio spostando i capelli dall'altro lato del collo.

«E se non venissi?» chiede avvicinandosi lentamente verso di me.

«È quello che stai facendo, Martinez» sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.

«Tu mi farai uscire pazzo, ne sono certo» bisbiglia facendo sfiorare i nostri nasi.

«Mh, chi te lo ha detto? Il tuo intuito?»

«Mi metti alle strette Gander.» si morde il labbro inferiore e porta una mano sul mio viso.

«E allora perché non mi baci?» provoco il suo istinto.

«Perché mi basta solo guardarti per baciarti.» sorrido come una scema e faccio unire le nostre labbra in un dolce bacio.

«Dai, vai a prepararti, ci aspetta una lunga giornata!» esclama sedendosi accanto a me.

Con lui non avevo nessuna paura, ero certa di stare bene.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora