Capitolo 32

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"E poi ti saprei riconoscere
Tra mille tempeste"

Camila;

Ero appena arrivata a Marsiglia da qualche ora, Chiara aveva dato alla luce Gabriel ormai da 10 giorni, ed io morivo dalla voglia di conoscere quel piccolo angioletto.

Quella grande città era illusoria ai miei occhi, tanto da dover chiedere informazioni più di una volta a diversi passanti.
Arrivare a casa di Joaquin era stata un'impresa ma non appena il taxi si era fermato davanti una grande villa, capì subito di essere arrivata a destinazione.

Scendo dall'auto e mi dirigo verso il cancello che non tarda ad aprirsi non appena poggio il dito sul campanello.

«Ehilà splendida!!» esclama Joa poggiandosi allo stipite della porta, sorrido e mi avvio verso le sue braccia pronte ad accogliermi come sempre.

«Quanto mi sei mancato» poggio la guancia sulla sua spalla esausta dal viaggio e lui sorridente lascia un bacio sulla mia fronte.

«Allora vuoi conoscere il tuo nipotino?» annuisco velocemente ed entriamo dentro la grande dimora.
Il salone

Quando varco la porta di casa, vengo avvolta da un'atmosfera calorosa e accogliente.
Un'enorme sala si apre davanti a me, dominata da un maestoso camino che trasmette un calore avvolgente. Il tavolo imponente è pronto per accogliere un'intera squadra di calcio e un lucidissimo pianoforte sta disposto di lato.

Un divano gigante si allargava per tutto il salotto e davanti una TV di ultima generazione.
Ma è quando alzo lo sguardo alle pareti che mi rendo conto di quante foto ci siano appese: foto di momenti indimenticabili in cui sono ritratta io e Joaquin.

Ogni immagine raccontava una storia di risate condivise, avventure intraprese insieme e una connessione profonda che rende questa casa non solo un luogo fisico, ma un rifugio ricco di preziose memorie con il mio compagno di vita.

«Sono incantata da questa casa..» continuavo a guardarmi intorno ma quando il pianto di un bimbo inizia a vibrare per la sala capisco perfettamente che Gabriel era a pochi passi da me.

«Ehi Cami!!» Chiara si avvicina con un sorriso a 32 denti abbracciandomi forte, era magnifica e la gravidanza l'aveva resa ancora più bella di prima.

«Sei bellissima..» sussurro emozionata.

«Beh allora vuoi conoscere il tuo nipotino?»

«Aspetto solo questo»

L'argentino si avvicina, cullando tra le braccia il piccolo Gabriel, il suo volto trasmette un incontenibile mix di orgoglio e amore.
Quello era il frutto del loro amore, dei tanti sacrifici ma soprattutto della loro voglia di continuare a stare insieme nonostante tutto.


«Ti presento, Gabriel Correa» annuncia il mio migliore amico, porgendomelo con delicatezza.
Le manine di Gabriel, piccole e calde, toccano le mie braccia, scatenando un turbine di emozioni in me.

«E Gabriel, ti presento la zia, Camila.»

Una lacrima di pura gioia sfiora il mio viso mentre mi siedo con delicatezza sul divano, cullando Gabriel con una tenerezza infinita.
Joa stringe affettuosamente le mie spalle, un gesto di consolazione che svela la consapevolezza delle emozioni che mi attraversano.

«È l'essere più bello che abbia mai visto» confesso, sussurrando come se quelle parole fossero un segreto prezioso.

Joaquin e Chiara sorridono, condividendo la magia di questo momento straordinario.
Con il mio dito, accarezzo dolcemente il visino di Gabriel, i suoi occhioni scrutano il mondo con innocenza.

«Si sta per addormentare, meglio se lo porti in cameretta» porgo dolcemente il piccolo a Chiara che lo porta al piano superiore per farlo addormentare.

«Certo per essere il primo è tranquillissimo» ridacchio spintonando Joa che si siede al mio fianco.

Con occhi premurosi, prende parola, sapevo cosa stava per chiedermi.

«Allora, come stai?»

«Bene» rispondo, cercando di nascondere la fragilità che ancora si riflette nei miei occhi.

«Ancora una volta, vero?» annuisco.
Sapevo bene di cosa stava parlando.

«Da quanto non bevi più ? E come procede terapia?»

«Non bevo da 1 mese e 8 giorni. La terapia fa il suo corso anche se ho paura di impazzire da un giorno all'altro» il mio migliore amico spalanca gli occhi e quasi non ci crede.

«Cazzo..hai fatto progressi» porto la testa sullo schienale del divano.

Questa settimana in Francia non sapevo bene come sarebbe andata ma di una cosa ero certa, avrei rivisto Lautaro.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora