Capitolo 29

654 18 2
                                    

Camila;

Quando il campanello suonò avevo capito subito che la piccola era arrivata. Mi avvio verso l'entrata principale della casa di Lautaro e non appena apro il cancello sorrido vedendo Nina tra le braccia di Agustina.

«Ciao Cami!» esclama emozionata lanciandosi fra le mie braccia.

«Hei Amore» le stampo un dolce bacio sulla guanciotta e subito dopo la faccio scendere per andare da Lautaro. Io e Agustina eravamo rimaste da sole e un velo di disagio su era appena creato tra noi due.

«Beh allora io vado» sussurra ed io scuoto la testa.

«Dai entra!» se c'era una cosa che avevo capito in questi ultimi mesi era proprio quella di elaborare il perdono. Io non ero mai stata in grado di perdonare qualcuno.

«No credimi, io non c'entro niente e a Lautaro non farebbe nemmeno piacere. Ti ringrazio» le sue mani stavano torturando qualche pellicina tra le dita ed era un fascio di nervi.

«Agustina, calma» volevo provare a rassicurarla in qualche modo.

«Io non ti odio nè tanto meno provo rancore nei tuoi confronti»

«Vi ho causato un inferno Camila, io sono inperdonabile..» abbassa lo sguardo evitando ogni contatto con me.

«È acqua passata credimi. È grazie a te se io e lui adesso stiamo insieme» dopo diversi minuti di silenzio si decide a parlare.

«Entro solo per salurare e vado via» accetto la sua scelta e accolgo la sua presenza in giardino.

«Agus?» Lautaro era sorpreso tanto quanto me, la biondina si avvicina a lui e gli sorride. Entrambi iniziano a parlare e giocare con la piccola Nina. Sentivo di essere fuori posto e i pensieri negativi
stavano iniziando a penetrare la mia mente.

«Cami vuoi bere qualocosa?» scuoto la testa alla domanda di Davide e ritorno a sedermi.

«Che ti prende?»

«Nulla in particolare, vado a prenderla a prendere delle bibite» mi rifugio in cucina, ma la finestra che si affaccia al giardino mi fa ricadere in quel bivio oscuro.

Agustina abbraccia Lautaro e lui sorridente la stringe
forte a sé.

«Non torneranno insieme te lo posso assicurare.» Joaquin aveva appena fatto il suo ingresso in cucina.

«Agustina è incinta di un altro uomo» forse una coltellata avrebbe fatto meno male.

«Cosa?» chiedo alquanto sconvolta.
Joa si limita ad annuire e porta al posto mio le bevande  fuori in giardino.
Avevo bisogno di prendere aria, la stanza si stava restringendo e gli occhi pulsavano lacrime da ogni
angolo.

Tutte ci riuscivano ed io no. Lui poteva costruire una famiglia ed io l'ho solamente bloccato.

Era anche vero che non stavamo insieme nemmeno da 1 anno e non potevo pretendere di avere un figlio con lui nel giro di qualche mese.

«Cami, amore vieni a fare qualche foto con noi» seguo mia madre e scattiamo insieme qualche foto che sicuramente prenderà posto nel suo album immenso di scatti e ricordi indelebili del suo cuore.

«Ehi principessa, che ne dici di lasciare tutti qui e andare a fare una doccia fresca insieme?» la voce di Lautaro irrompe i miei pensieri, il suo sussurro caldo sfiora il mio orecchio e una tempesta di brividi si abbatte sul mio esile corpo.

«La doccia può aspettare, tra poco tutti vanno via ed io sono stanca» mentivo.
Morivo dalla voglia di stare sotto il getto dell'acqua fresca con lui, ma non ero in vena: la notizia di Augustina mi aveva destabilizzata più del dovuto.

Mentre tutti gli invitati andavano via Lautaro continuava a fare la stessa domanda in modo sempre più insistente.

«Non muori dalla voglia anche tu?» mi morde il lobo dell'orecchio mentre sistemo il tavolo e questa volta la mia rabbia stava prendendo il sopravvento.

«Cazzo basta, non ho voglia di fare nulla se te lo stessi domandando nuovamente. Sono stanca.»

Forse stavo esagerando.
Lautaro era sconvolto tanto quanto me dalla mia reazione. In fin dei conti non stava facendo nulla di male.

«Ok scusa se ti ho infastidata è meglio se me ne vado in stanza così magari ti passa la stanchezza.» sbotta sbattendo una bottiglia vuota di vetro sul tavolo.

«Lautaro..» provo a rimachiamarlo ma già si trova dentro casa.
Finisco di sistemare le ultime sedie dentro casa e salgo lentamente le scale che portano in camera da letto.

Lautaro se ne stava con il telefono tra le mani e lo sguardo incazzato.

«Mi dispiace non volevo urlarti contro in quel modo» alle mie parole i suoi occhi si legano ai miei.

«Ormai l'hai fatto per cui non c'è nulla che possa dispiacerti.» odiavo litigare con lui.

«Io non volevo, mi sono fatta prendere troppo dai pensieri..» mi siedo all'angolo del letto.

«Tu hai sempre mille pensieri per la testa è ed è questo quello che non va bene.» era arrabbiato, lo percepivo benissimo dalla sua voce.

«Perché non mi hai detto che Agustina è incinta?» alla mia domanda rimane in silenzio per svariati minuti.

«Pensavi che morissi di gelosia?» lui scuote la testa e sospira.

«Perché ci tengo alla tua salute mentale» mi alzo nuovamente in piedi e afferro il mio cuscino.

«È meglio che passi la notte in salotto» scendo velocemente le scale e mi distendo sul divano.

La mia salute mentale è andata già a farsi benedire Lautaro, non ho bisogno che tu me la protegga o mi menta.


𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora