Capitolo 33

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"Resto sola adesso."

Camila;

A volte si ci rende conto delle proprie fragilità rimanendo da soli con se stessi, ascoltando in silenzio il sussulto della propria coscienza, sfiorandone i contorni più delicati, cercando di entrare piano senza fare del male.

Quella mattina era la quarta in Francia, la quarta con forte nausea e dolore al basso ventre.

Osservando le mura della stanza degli ospiti di casa di Joa, mi ero parsa a pensare anche troppo per i miei gusti.

Scendo dal letto e mi rifugio in bagno gettandomi sotto la doccia.
Appena uscita mi avvio in stanza per prepararmi.
Volevo stare un pò con Joaquin e il piccolino così da poter riempire la mia gionata anche se stavo veramente male.

«Buongiorno» pronuncio scendendo al piano di sotto salutando affettuosamente Joa e Chiara intenti a fare colazione.

«Non mangi?» chiede premurosamente il mio migliore amico indicando la sedia al suo fianco.

«Non sto proprio bene, buona colazione» abbozzo un finto sorriso dato che sentivo di avere la testa tra le nuvole.

«Sei pallida, sei sicura che non vuoi nulla?»
Afferro un bicchiere e verso dentro dell'acqua per poi prendere la busta del tabacco che stava sulla mensola della cucina.

«Nono,passerà» esco fuori in giardino e preparo la mia sigaretta.
Il fumo non era più lo stesso da settimane, sentivo la bocca amara e la sensazione di vomito farsi sempre più forte.

«Cazzo» porto una mano davanti la bocca correndo dentro al bagno iniziando a liberarmi.

«Dio mio Cami, fatti aiutare» Joa mi regge i capelli mentre io continuavo ad espellere.

«Che hai..» poggio la mia testa sulla sua spalla ormai sfinita e scuoto la testa sincera.

Chiara gli porge un panno umido freddo che pone sulla mia fronte.

«È da diverse settimane che ogni mattina sto così, fumare una sigaretta è diventato devastante, bere il caffè vomitevole e svegliarmi un trauma dai forti dolori qui» Chiara mi guarda con occhi allarmati e invita Joaquin a lasciarci da sole.
Non aveva capito nulla lui era solo confuso tanto quanto me.

«Tu dovresti saperlo meglio di me che sintomi sono questi, Camila.» afferma la biondina quasi rimproverandomi.

E in un attimo tutti i conti tornavano.

Inizio Flashback
«Mi vuoi fare uscire fuori di testa, Camila?» domanda Lauti avvicinandosi a me.

Gli avevo fatto un regalino un pò troppo eccitante dato che un completino di pizzo avvolgeva il mio corpo.

«Dai non pensavo che ti piacesse sul serio» rido mordendomi le labbra.
Ero poggiata allo stipite della porta di camera nostra.

«Vuol dire che per oggi l' allenamento può anche andare a farsi fottere» lascia cadere per terra il borsone e si avventa su di me baciandomi con una passione unica.

«Beh non che mi dispiaccia l'idea di stare dentro a quel letto insieme» sussurro al suo orecchio.

«Magari sotto di me...» mi sussurra lui in modo sensuale.

Arrossisco violentemente e riprendo a baciarlo.
Sarebbe stato un pomeriggio di fuoco il nostro, marchiato di baci sulla pelle e ansimi spezzati.

«Hai preso la pillola?» domanda abbassandomi le mutandine lentamente.

Annuisco.

Fine Flashback

1 mese e mezzo fa.
Non avevo preso la pillola, era quella la verità.

«Camila, hai preso la pillola anticoncezionale?» domanda Chiara sedendosi sul bordo della vasca da bagno.

Stavo in silenzio, le parole mi mancavano.

«Camila..oi..» mi richiama poggiando una mano sulla mia spalla.

«Io..no, non l'ho presa.»

«Facciamo una cosa, ne parlo con Tucu e andiamo a prenderti un test ok? Tu sai che lui terrà la bocca chiusa, soprattutto se è una cosa che riguarda te.» annuisco preoccupata e la abbraccio.

Solo dopo che esce dal bagno mi rendo conto di ciò che succederà tra non molto.

E io, avevo bisogno della sua presenza.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora