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in questa parte si affronteranno argomenti molto forti quindi per chi non se la sente può saltare il pezzo, non avrà ripercussioni se non leggerete capirete ugualmente il seguito del capitolo, e vi dirò io quando potete incominciare a leggere.
Buona lettura<3

Raggiungo, facendomi una passeggiata, il luogo in cui dovrebbe stare la nostra futura casa. Passeggio per il porto e devo dire che comprendo assolutamente l'infatuazione che Susie si è presa per il principato. La gente è gentile, le macchine di lusso che passano per la strada rapiscono la tua attenzione, il mare a pochi passi ti regala un sollievo dal caldo estenuante, se vuoi la pace ci sono posti dove te la regalano se invece vuoi divertirti ci sono dei posti fatti al bacio.

Devo essere sincera, vivere qui mi piacerebbe anche perché in Svizzera non ho nulla. I miei amici, i pochi che ho, sono sparsi per il mondo. Kristin non l'ho più sentita e ho visto anche che non ci sono più sue tracce nella casa di Edward che condividevano. Però sono fatta così, non ho il coraggio di prendere in mano il telefono per prima e scrivere sapendo che dall'altra parte posso essere solo una spina sul fianco. Dalle elementari fino ad arrivare agli ultimi anni di liceo sono stati un inferno. Non tanto perché sono orfana, ma perché l'ambiente in cui stavo era così tossico che ogni mattina mi veniva a far vista un attacco di panico. Mi ricordo che un anno sono venuta anche rimandata perché la mia ansia era così forte da impedirmi di alzarmi anche solo dal letto. Ero brava, i miei voti si aggiravano sempre sull'otto o sul sette. Però da quando fui vittima di bullismo psicologico, la mia mente ogni volta che entravo in un aula riviveva il trauma. L'essere esclusa per qualcosa che non riuscivo nemmeno a comprendere, i sussurrii che si scambiavano in cui decidevano se stavolta ero o no loro amica, la palestra in cui faticavo a fare attività fisica. Un mio difetto era che mi fidavo e davo troppo alle persone, mi illudevo al primo gesto siccome sono cresciuta senza nemmeno quello. Pensavo che le persone a cui mi rivolgevano parole dolci erano veri amici poi casualmente veniva sempre fuori la cattiveria che avevano addosso e ho perso il conto di quante volte mi sono ritrovata in camera da sola a piangere mentre vedevo gli altri, vivere ciò che avrei voluto vivere io. Osservavo il modo in cui una ragazza considerava un'altra ragazza come la sua migliore amica e quando la guardava gli brillavano gli occhi. Mi chiedevo: perché non io?

Per colpa di tutto lo stress che mi provocò questa situazione la fame iniziò sempre a diminuire fino a non riuscire a mettere nulla in bocca perché anche solo il pensiero di ingerire qualcosa mi dava la nausea. Sono stata più a volte a rischio di essere una paziente in un ospedale vittima di anoressia, ma me la sono sempre scampata all'ultimo. Ricordo ancora la mia vera mamma piangere perché vedeva che non riusciva ad aiutarmi e i sensi di colpa mi colpivano come un pugno in piena faccia, mi ripetevo sempre ora basta e ovviamente ricadevo sempre.

Verso gli undici anni sembravo essere guarita eppure io lo sentivo ancora, sentivo ancora quel demone raschiare i suoi artigli contro la parte che stavo provando a far rinascere. Ebbi una ricaduta e fu molto più brutta della prima volta. Da quando ebbi quella ricaduta non sono più riuscita a cercare di liberarmi. Forse l'immagine della me che piangeva davanti allo specchio per il suo riflesso una seconda volta nonostante il dolore provato prima e ora stare di nuovo a punto a capo, mi ha fatto perdere le speranze. Che senso ha lottare se tanto sarò vittima per sempre di questo demone? Perché sforzarsi così tanto se poi ricadrò un'altra volta? Sono stanca di lottare.

Quando Charles mi mentì ho sentito tutto il mio passato traumatico passarmi davanti agli occhi, ho visto gli occhi di quelli che mi hanno ucciso su di lui. Ho pensato che in qualche modo lui sapesse quello che ho passato e si stesse divertendo a farmelo rivivere un'altra volta. Sono dovuta essere accecata dal dolore per pensare una cosa del genere di quel ragazzo, ma ho le ginocchia scorticate per le volte in cui sono caduta in quella trappola e sono stanca di ricaderci ancora.

Fidati Di Me- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora