Una ff nata da una richiesta su cc in cui Manuel si è perso senza Simone e ha fatto nella disperazione tutte le scelte sbagliate.
Attenzione: contenuti sensibili e altamente smut
-------------- DAL TESTO ----------------
> concluse, portando la mano...
TW generale: sesso esplicito, droga, violenza, espressioni forti, ospedale, eventi che potrebbero urtare la sensibilità, scene forti, morte (non di personaggi principali), sangue, dipendenza.
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S.A.L.I.G.I.A. :
acronimo che, nella dottrina cattolica, riassume i 7 vizi capitali che l’uomo può commettere e da cui viene causato come effetto il peccato associato. Sono la superbia, l’avarizia, l’ira, l’invidia, la lussuria, la gola e l’accidia.
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“Le colpe dei padri ricadono sui figli” soleva dire un proverbio diffuso. Ma su chi ricadano le colpe dei figli nessuno pareva mai aver avuto certezza – e neppure lui l’aveva.
L’unica cosa di cui era certo, mentre il sapore salato della pelle che stava leccando gli invadeva la gola, era che lui non voleva ricadessero su sua madre, su quella donna che aveva dedicato la vita a tentare di garantirgli un’esistenza dignitosa e che, certo, non meritava di subire l’onta di cui si era macchiato.
L’aveva lasciata indietro, nel posto dove aveva lasciato tutti gli altri affetti che avevano fatto parte del suo passato e che non voleva dissacrare col suo marciume, andando avanti da solo per il sentiero che aveva scelto obtorto collo di camminare, lontano da tutti e dimenticato dal mondo perché ciò che più amava potesse vivere sereno e tranquillo, giudice, carnefice e colpevole della sua terribile condizione.
Di tutti e di nessuno, neppure di sé stesso.
E sicuramente non dell’uomo con cui adesso stava facendo ciò che gli esseri umani dovrebbero solo destinare a chi davvero conta per loro.
Del resto, tuttavia, quando si è in ballo, si deve ballare – e quella era una danza che Manuel aveva appreso a fare in maniera eccellente.
Portò il braccio lungo il fianco dell’altro e lasciò alla mano il compito di risalire, lenta ma inesorabile, verso il centro del petto, giocando con ogni appendice vi potesse trovare, torcendo o tirando sulla base della fantasia del momento. Frattanto, con la testa, continuava a calarsi verso il basso, disseminando di baci ogni tratto di pelle che nel suo percorso incontrava, scorrendo coi riccioli sciolti lungo il declivio della pancia per poi scendere più giù, laddove un’altra mano già era pronta a lavorare da qualche minuto, abile a strappare qualche gemito e qualche soffio da una bocca che stava troppo più in alto in quel momento.
Senza fatica, giunse alla meta che si era prefissato e, preso fiato, s’immerse sopra di essa, schiudendo le labbra per succhiare ogni lembo e centimetro gli riuscisse di assorbire fra labbra gonfie e guance incavate al solo scopo di procurare un piacere che era solo per una parte.