VII

190 10 26
                                    

"Così disse il ferro alla calamita: ti odio perché mi attiri, ma non sai trattenermi."
-Friedrich Nietzsche

"-Friedrich Nietzsche

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



Commodo - 22/01/193 d. C.

Clap

La mia cassa toracica ha acquisito vita propria.

Clap

Provo a calmare l'orribile sensazione compiendo respiri profondi, ma ho l'impressione che da un momento all'altro la mia pelle si squarcerà mettendo in bella mostra gli organi interni nascosti da essa.

Clap

Ai miei lati e alle mie spalle alcuni pretoriani si ergono come colonne. Fuori da quel recinto umano, Falco e delle ancelle fissano la mia immobile figura.

Clap

Il kajal sotto ai miei occhi si sta sciogliendo, il suo bruciore è insopportabile. Il taglio di Cyn'ra pulsa odiosamente, pulsa di vergogna.
Vergogna e rivalsa.

Clap

L'aria vibra nell'inquietudine: è tempo di uscire.

Prima di oltrepassare la cortina di tende che mi separa dall'esterno, traggo un respiro profondo e lascio che la corona d'alloro sul mio capo venga aggiustata meticolosamente da mani silenti.

Il pungente odore delle febbrili folle e delle feroci fiere pervade le mie narici stordendomi, dopo qualche secondo i miei occhi si abituano alla luce del sole. Alzo il braccio ed esibisco il più smagliante e vittorioso sorriso in onore del mio popolo: avanzo fino a mostrarmi totalmente al pubblico in visibilio e accolgo le acclamazioni come il dio che sono.

"Cesare! Cesare! Cesare!"

Scandito a ritmo innumerevoli volte, il mio nome è ripetuto dalle decine di migliaia di romani presenti nell'anfiteatro. Le lettere cantilenate si fondono in un'unica, penetrandomi nella testa come un dardo.

Alzo anche il mio altro braccio e ruoto su me stesso per offrirmi ai sudditi, immergendomi completamente nella frenesia dell'arena: quasi mi sono dimenticato della congiura ordita contro di me, di questo me ne occuperò dopo.

Con Falco.

Mentre mi siedo sul ricco seggio intarsiato, una lieve brezza comincia a soffiare nell'arena dando vita a vorticosi mulinelli di sabbia. Fra di essi, file di gladiatori avanzano verso il centro del campo di battaglia impugnando le loro armi, vestiti di armature scintillanti.

Dopo un lungo attimo di quiete, gli uomini pronunciano la frase di rito:

"Ave, Caesar, morituri te salutant!"

Attrazione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora