Un salto nel vuoto

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Un flusso di energia attraversa la strada impregnando l'aria, è talmente pesante che non riesco a respirare. Nonostante riesca a percepire la sua presenza intorno a me non vedo nient'altro che oscurità.

Aspetto di scorgere un'auto a bordo strada, magari qualcuno ha avuto un incidente, eppure non vedo nient'altro che il parapetto di metallo e i segnali stradali. Intorno a me solo il mare a cinquanta metri di profondità, a meno che non sappia volare dubito che sia riuscito a nascondersi su questo ponte.

Annaspo in cerca d'aria mentre stringo con forza il volante, mi devo concentrare, devo trovarti io prima che lo faccia qualcun'altro.

Non avevo mai sentito un'energia tanto forte prima d'ora, è difficile che uno come noi si metta in pericolo lasciando fuoriuscire la propria energia, c'è gente che farebbe di tutto per mettere le mani su una fonte simile.

Devi essere un novellino, un novellino che ha appena scoperto di essere "speciale" nel modo peggiore, ora starai vagando in preda allo sgomento su questa strada disabitata, il capo appesantito dal rimorso e il cuore che ti rimbomba nel petto per l'adrenalina. O perlomeno per me è andata così.

Chissà cosa hai combinato, qualunque cosa sia non sarà difficile da nascondere, ce la fanno sempre. Ce la facciamo sempre.

I fanali dell'auto illuminano il bordo della strada e per un attimo la luce si scontra con una figura solida, la attraversa e mi permette di vederlo anche se per poco.

Premo il freno e l'auto inchioda in mezzo alla strada sbalzandomi in avanti, avrei sbattuto la testa sul parabrezza se non fosse stato per la cintura di sicurezza.

Spalanco la portiera, slaccio la cintura e mi getto fuori rischiando di cadere con la faccia sull'asfalto per via di tutta quella energia che mi annebbia la mente. Non ho tempo di fermarmi a respirare, ogni secondo è importante, potresti gettarti da un momento all'altro.

Ti corro incontro e mi rendo conto che non avevo visto male, hai davvero scavalcato il parapetto, ora sei in bilico su una sottile striscia di cemento, a tenerti sulla terra ferma solo le tue mani strette alla ringhiera.

"Lasciami in pace" i tuoi sussuri si confondono i fischi del vento, hai la voce roca e spezzata, come se per te parlare fosse uno sforzo disumano.

Apro bocca ma non esce niente, che si dice in queste situazioni? Devo rassicurarti dicendoti che andrà tutto bene? Che possiamo far sembrare qualsiasi disastro tu abbia commesso come un semplice incidente?

La tua energia è opprimente e selvaggia, non mi stupirebbe sapere che hai fatto un qualcosa di terribile, mai visto un potere simile in mano ad un novellino, di solito non è un elemento con cui nasci ma un qualcosa che si accresce col tempo tramite metodi tutt'altro che ortodossi. A prescindere da come possa essere così forte tra le mani ha un potere degradante e distruttivo, da solo non può farcela finirebbe per venir ucciso, o peggio, si distruggerebbe con le sue stesse mani.

"Posso aiutarti".

"Non so nemmeno chi sei" tiene lo sguardo basso sul mare come se stesse aspettando il momento giusto per gettarsi "non voglio l'aiuto di nessuno".

"Fidati so cosa stai provando, qualunque cosa tu abbia combinato possiamo risolverla, ma dobbiamo fare in fretta".

"Non so di cosa parli" stringe il parapetto con tanta forza da sbiancarsi le nocche, le mie parole non hanno fatto altro che turbarlo, devo cambiare strategia.

"So che fa paura ma una volta che imparerai a controllarti sarà tutto più semplice".

"Ti ho detto che non so di cosa tu stia parlando" volti il capo verso la mia direzione e mi guardi da sopra la spalla, gli occhi arrossati sono pieni di lacrime che ti scorrono su tutta la faccia, le pupille talmente dilatate da sembrare la punta di uno spillo "lasciami morire in pace".

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