Il gigante mi aiuta a rialzarmi, ho i gomiti sanguinanti per via della caduta, ma non ci faccio caso.
Raccogliamo quello che abbiamo lasciato in spiaggia e io mi cambio maglietta e cargo con una camicia e un paio di pantaloni lunghi. Niente imbarazzo a spogliarmi di fronte a lui, sta sera siamo la stessa entità in due corpi differenti.
Decidiamo di andare a piedi -siamo troppo sbronzi per guidare- verso il locale più vicino.
"È quello lì" dice il gigante indicando un edificio con un'insegna che recita Red Velvet a caratteri rossi fiammanti.
"Sembra un nightclub".
"Più o meno lo è".
Mi prende per mano e mi trascina verso il locale.
"Stiamo saltando la fila" gli faccio notare preoccupato di finire nei guai.
"Non ti preoccupare, sei con me" Passiamo di fronte al buttafuori che si sposta lasciandoci entrare senza dire una parola "sono un habituè, ci possono pagare le bollette con tutti i soldi che spendo in alcool".
Non mi aspettavo fosse un tipo da locali, la prima volta che lo vidi lo scambiai per un mafioso. Il gigante ha il tipico aspetto da boss della mafia, un uomo autoritario che veste armani e passa i suoi giorni a torturare e uccidere uomini.
Eppure, nonostante tutto il male che abbia, fatto quando lo guardo vedo un uomo che arrossisce quando i nostri sguardi si incrociano, un uomo che si accende le sigarette con le dita come un mago da quattro soldi, un uomo che compra macchine costose nonostante non ci capisca niente di motori, un uomo con un nome ridicolmente difficile da pronunciare e con un inquietante ossessione per i quadri famosi.
Un uomo che mi ha salvato da morte certa. Un uomo che mi ha aiutato a liberarmi dall'aguzzino di mia madre.
L'uomo che amo...?
E non importa se per stargli vicino dovrò sforzarmi a non pensare al suo passato, a quelle quarantadue persone e alle fine terrificante a cui sono andate incontro. In fondo ho già convissuto con un segreto angosciante fino a poche settimane fa, e l'ho mantenuto per tre anni, tre lunghissimi anni infernali da quando l'uomo della mamma si è manifestato nella nostra vita.
Hai visto mamma? Sono diventato come te. Ho trovato l'uomo dei miei sogni, violento e autodistruttivo. Forse è anche colpa tua mamma, colpa tua se quello che cerco nelle persone è un eroe che mi salvi dai miei problemi, perché ho sempre pensato a te e non ho mai avuto nessuno che pensasse a me, e ora ho più bisogno di un padre che di un ragazzo.
Il gigante mi stringe la mano, mi trascina per i lunghi corridoi rosso fuoco, la luce mi da alla testa, chiudo gli occhi e tutto si distorce, la stanza gira all'impazzata e sono costretto a riaprirli per evitare di cadere. Grazie a dio c'è il gigante qui, qualcuno a cui affidare la mia vita ora che la mamma non riesce più a guardarmi negli occhi.
"Cancellarle la memoria è stato difficile, quell'uomo occupava tutti i suoi pensieri e ora che non riesce più a ricordarlo tua madre si sente svuotata, non tornerà mai più la stessa" mi ha detto Linda stringendomi a sé con fare materno "mi spiace davvero".
"A che pensi?" Il gigante lascia andare la mano e mi afferra per i fianchi.
"Non lo so..." il mio tono è troppo depresso e i miei occhi si perdono nel vuoto, il gigante si incupisce, ho rovinato la serata.
"Vuoi tornare a casa?".
"No! Sto bene dico sul serio" Mi guarda scettico e inzio a sentire il sudore scivolarmi lungo il collo. Non volevo rovinare la serata, in fondo è la nostra serata, dovremmo godercela.
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Cannibal Underworld
FantasyFelice è un diciannovenne normale che ha appena scoperto nel modo peggiore di avere un potere sovraumano. Quella stessa sera tenta il suicidio ma un uomo misterioso accorre per salvarlo. Presto il ragazzo si ritrova catapultato in una realtà inquiet...