3 "la terra uccide"

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era notte, jasper continuava a gemere e urlare dal dolore, la gente aveva cominciato a lamentarsi, e visto che ormai ero sveglia deciso di andare da lui.
«come sta?» chiesi a clarke.
«il polso è debole» rispose clarke.
«sta zitto!» si lamentò un ragazzo a causa di un grido di jasper.
«non li ascoltare jasper, ce la puoi fare, ok?» cercai di rassicurarlo.
«non può morire? così sta zitto!» si lamenta un'altro.
«dillo un'altra volta e sarai tu quello a morire» lo minacciai.

uscì dalla navicella per prendere un po' d'aria e sentì qualcuno urlare.
«no! no!»
mi avvicinai di più, era una ragazzina, avrà avuto massimo 12 anni.
«hey, svegliati. va tutto bene» le dissi dolcemente. «tu sei charlotte, giusto?» le chiesi. lei annuí. «ti va di parlarne?»
«sono... i miei genitori. li hanno giustiziati e io li vedo nei miei sogni, li sento» confessò piangendo, mi abbracciò per cercare un po' di conforto.
«ti capisco, non ho conosciuto mio padre ma mia madre è stata giustizia per colpa mia» confessai. «tu come sei finita qui charlotte?»
«stavano portando le cose dei miei genitori al centro di ridistribuzione e ho perso la testa, dicono che ho aggredito una guardia» ammise lei.
«be' non posso fartene una colpa. io credo che tutto quello che è successo là su, nell'arca, ora possiamo dimenticarlo, perché forse stare sulla terra è la nostra seconda chance» le dissi sorridendole.
«tu ci credi veramente?» mi chiese.
«ci sto provando» risposi sinceramente.

la mattina dopo decisi di andare di nuovo a vedere come stava jasper, per vedere se clarke aveva notizie
«i terrestri gli hanno cauterizzato la ferita, gli hanno salvato la vita. la ferita però  è infetta. forse è setticemia» annunciò clarke.

«monty, siete riusciti ad usare i bracciali per contattare l'arca?» chiesi.
«no» rispose monty mentre fissava il suo migliore amico, preoccupato.
«mia madre saprebbe cosa fare» commentò la bionda.
«come sta?» chiese quella avvicinandosi a clarke.
«secondo te come sta Wells?» rispose clarke infastidita.
«hey, cerco solo di aiutarti» si difese wells.
«mi vuoi dare una mano? allora tienilo fermo» disse. prese un coltello e lo mise nel fuoco.
«tienilo fermo. devo asportare la pelle infetta!» ordinò clarke.
«ferma! lo stai uccidendo!» gridò octavia, che vomparse dalla botola, seguita da bellamy.
«non lo sta uccidendo, gli sta salvando la vita» disse wells.
«non può» disse bellamy.
«non lo abbiamo trascinato per miglia solo per lasciarlo morire!» rispose clarke.
«é spacciato, se non lo capisci sei un'illusa. sta facendo impazzire tutti» controbatté bellamy
«mi dispiace molto se jasper è un problema per te, ma questa non è l'arca, qui ogni vita è importante!" esclamai.
«guardalo bene, è una causa persa. se non migliora entro domani, lo ucciderò io stesso. noi andiamo a cacciare» disse per poi andarsene.
come poteva essere così stronzo?

«jenna, vai con loro e tienili d'occhio. andrei io ma devo rimanere qui per jasper ed in più tu hai anche una buona mira» mi ordinò clarke. io annuí, presi il mio coltello e seguì bellamy e gli altri.

quando bellamy mi notò, si fermò.
«cosa stai facendo? tu non vieni con noi» mi disse.
«oh invece sì che vengo, non puoi impedirmelo. hai detto tu stesso che non ci sono regole» risposi. lui lasciò perdere, sapendo che sarebbe stato impossibile farmi cambiare idea.
dopo un po' di strada vedemmo un cinghiale in lontananza.
«è mio» sussurrò bellamy. quando bellamy stava per lanciare l'ascia, sentimmo un rametto rompersi da dietro di noi, bellamy si voltò verso il rumore e la sua ascia colpì l'albero di fianco alla ragazzina, l'animale scappò.
«inseguitelo» ordinò bellamy agli altri, per poi voltarsi di nuovo verso charlotte. «chi diavolo sei?» le chiese. ma prima che potesse rispondere parlai io. «charlotte, che ci fai qui?».
«be' con quel ragazzo che sta morendo, non ce la facevo più" rispose, quasi mortificata.
«qui ci sono terrestri, è pericoloso per una ragazzina» le disse.
«no  sono una ragazzina» ribatté charlotte.
«ok bene, ma non puoi andare a caccia senza un'arma» disse bellamy sorridendo mentre dava un coltello anche a lei.
lo guardai sbalordita, non ha esitato a dare un'arma a una ragazzina di 12 anni per farla venire a caccia con noi e si lamenta quando voglio venire io.
dopo qualche ora di caccia, vedemmo venire verso di noi una specie di nebbia gialla, non sapevamo cos'era o cosa faceva, ma sicuramente non era una cosa buona.
«cos'è quello?!» domandai guardando la nebbia che avanzava sempre di più.
«scappate! c'è una caverna da queste parti!» gridò bellamy.

iniziammo a correre ma ci dividemmo e atom rimase indietro.
«venite!» disse facendo entrare me e charlotte nella caverna per poi seguirci.

«bellamy!» gridò atom.
lui provò ad uscire ma la nebbia ormai era già arrivata, così fu costretto a rientrare.
passarono ore e finí per addormentarmi.
«no!no!»
le urla di charlotte mi svegliarono di nuovo.
«charlotte, svegliati!» disse dolcemente bellamy.
«mi dispiace» si scusò charlotte.
«non preoccuparti» dissi io mentre le presi la mano.
«ti capita spesso?» chiese bellamy, lei annuí.
«di che cosa hai paura?» chiese ancora, solo che questa volta charlotte non rispose.
«sai una cosa?non importa. la sola cosa che importa è come vuoi combatterla. uccidi i tuoi demoni mentre sei sveglia e non ti tormenteranno quando dormi» le disse
«sì, ma come?» domandò la ragazzina.
«non puoi permetterti debolezze, perché qui la debolezza è morte, la paura è morte.
fammi vedere il coltello che ti ho dato»
lei prese il coltello mentre io guardavo bellamy.
«quando hai paura, stringi forte il coltello e ripeti: 'al diavolo! io non ho paura!'» le spiegò.
«al diavolo! io non ho paura!» iniziò a ripetere sempre più convinta.
«solo allora potrei dormire tranquilla»
la scene mi fece sorridere. non avrei mai immaginato che bellamy fosse così dolce con i bambini. quando notò che lo stavo guardando mi fece un sorriso.

la mattina dopo  mi svegliai di nuovo a causa di un urlo. ancora confusa, mi alzai e guardai fuori dalla caverna. la nebbia di era dissolta. sentì un'altro grido, era sicuramente charlotte. corsi subito verso di lei. stava fissando qualcosa per terra. quando mi avvicinai di più realizzai che quel "qualcosa" era atom, che era rimasto qui per tutta la notte. la sua pelle era ricoperta di ustioni e stava supplicando di essere ucciso.
«bellamy, vieni subito!» lo chiamai. appena mi sentì gridare arrivò subito, correndo.
«porca puttana... atom" sussurrò appena vide in che condizioni era atom. si inginocchiò vicino a lui mentre lui continuava a respirare affannosamente e pregarlo di ucciderlo.
charlotte si avvicinò a bellamy e gli diede il coltello. «non avere paura»
in quel momento arrivarono anche gli altri ragazzi che stavano cacciando con noi, probabilmente perché avevamo sentito l'urto.
«tornate all'accampamento, charlotte anche tu» ordinai.
mi avvicinai ad atom e bellamy. «non respiro. uccidetemi vi prego»  supplicò atom.
notai che bellamy stava esitando, non ce l'avrebbe fatta. così decisi di aiutarlo, lentamente presi il coltello dalle mani di bellamy ad iniziai a canticchiare una canzone che mi cantava mia sorella per farmi stare tranquilla.
«ok, adesso ti aiuterò io» dissi dolcemente.
bellamy mi guardò mentre affondavo il coltello nella gola di atom.
poche lacrime mi rigarono le guance e quando bellamy le notò si avvicinò, le asciugò e mi abbracciò. i quel momento non era lo stesso stronzo di sempre.

quando rientrammo all'accampamento octavia corse verso di noi. notò che trasportavano un telo, e lo posammo per terra.
«octavia resta lì per favore...» cercò di fermarla bellamy.
«smettila» rispose octavia spingendolo da una parte e andando verso il corpo, gli tolse la giacca da sopra il viso e scoprì che era atom, scoppiò a piangere.

«abbiamo perso qualcun altro?» chiese bellamy a john.
«no, jasper respira ancora. quella psicopatica di tua sorella mi ha impedito di-» non finì la frase perché bellamy lo spinse.
«come l'hai chiamata?!» chiese minacciosamente.
«la tua sorellina» si corresse.
«sì giusto, la mia sorellina. hai altro da dire su di lei murphy?» domandò.
«niente, scusa» rispose freddo john.
«portatelo via» indicò atom. infine se ne andò.

SKYFALL, bellamy blake ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora