erano ormai passate alcune settimane dalla tempesta ed io mi ero ripresa. da quando baciai bellamy nel bunker, lui continuò ad evitarmi, ma questa cosa non sarebbe andata avanti ancora per molto. lo vidi uscire dalla navicella, così lo bloccai.
«bellamy!» lo richiamai.
«la risposta è no» rispose ancora prima che potessi dire qualcosa.
«aspetta, clarke mi ha dato le coordinate di un deposito di rifornimento non lontano da qui» spiegai attirando la sua attenzione.
«che tipo di rifornimenti» chiese.
«del tipo che potrebbero darci una chance di sopravvivere all'inverno. vado a dare un'occhiata, mi farebbero comodo dei rinforzi» dissi.
«perchè lo chiedi a me?» domandò confuso.
«perchè al momento non mi va di avere vicino una persona che mi piace ed inoltre hai una pistola» mi giustificai.
guardò in basso e annuí per poi guardarmi negli occhi. «vado a prendere la mia roba, ci vediamo tra dieci minuti»
andai a prendere il mio zaino, già pronto, per poi aspettare bellamy. quando uscì di nuovo dalla navicella lo vidi prendere delle razioni.
«sono un sacco di razioni? lo sai che staremo via solo per un giorno, vero?» gli chiesi mentre chiudeva il suo zaino.
«in un giorno possono accadere molte cose» rispose senza guardarmi e poi finalmente partimmo.
dopo ore di camminata quasi interamente in silenzio decisi di dire qualcosa.
«sai, presto arriverà la prima navicella, non potrai evitare jaha per sempre» dissi.
adesso che raven era riuscita a riparare la radio, jaha voleva parlare che l'uomo che gli aveva sparato, ma bellamy lo ha sempre ignorato.
«posso provarci» rispose secco.
«il deposito dovrebbe essere qua, da qualche parte» annunciai guardandomi in torno. non c'erano entrate visibili da dove eravamo.
«deve esserci una porta. dividiamoci ma non allontanarti troppo» ordinò.[...]
finalmente vidi qualcosa che sembrava una botola.
«bellamy, vieni giù! ho trovato qualcosa!» gridai.
quando arrivò provai ad aprire la porta ma non ci riuscì. «credo che sia bloccata dalla ruggine»
«dammi una mano» disse lui. tutti e due iniziamo a tirare e riuscimmo ad aprirla.
scendemmo dalla scala e accendemmo le pile.
«credi davvero che questo posto non sia stato toccato dalla guerra?» chiese.
«una ragazza può sognare, vieni» risposi iniziando ad incamminarmi lungo il buio corridoio.
lungo la strada piena di ragnatele vidimo uno scheletro. «brutto posto per morire» commentò bellamy.
«ci vuole coraggio a vivere qui, questo posto è disgustoso» dissi. «tutto ciò che è rimasto qui sotto è rovinato»
«devono aver distribuito le ultime provviste prima delle ultime bombe»
iniziai ad aprire delle scatole, sperando di trovare qualcosa di utile. «hey, trovato delle coperte» lo avvisai.
«sei felice per un paio di coperte?» chiese.
«sì, e lo sarai anche tu quando sarà inverno, comunque sempre meglio di niente» risposi.
«era meglio un kit di pronto soccorso, una borraccia, oppure una tenda decente!» disse alzando la voce iniziando ad aprire cassetti e scatole. aprì un barile pieno di liquido. guardò l'interno per poi urlare di rabbia e gli tirò un calcio, facendolo cadere.
«mio dio...» sussurrò con sorriso stampato sul volto mentre puntava la torcia verso il contenuto del barile ormai per terra.
«che hai trovato?» chiesi incuriosita per poi voltarmi verso di lui. armi. aveva trovato un sacco di armi.
«questo cambia tutto, basta fuggire per evitare le lance, sei pronta a fare la dura jenna?» chiese prendendo un fucile. io annuí sorridendo.
«é una fortuna che fossero immersi nel grasso, si sono conservati bene. grazie a queste armi non siamo più un bersaglio facile, perciò devi imparare come si fa» disse porgendomi un fucile. lo presi e lo appoggiai alla spalla. «quindi devo appoggiarlo sulla spalla?» chiesi. lui si avvicinò, facendo aderire il suo corpo contro la mia schiena. «sì, un po' più in alto» rispose correggendo la mia posizione, lasciò cadere le mani sui miei fianchi. mi guardò per qualche secondo.
«ehm, sì. la posizione così va bene» disse riprendendosi. «osserva» si allontanò da me e prese anche lui un fucile, ma quando provò a sparare. non successe niente.
Ne prende uno anche lui, ma quando prova a sparare non succede niente, ricaricò e sparò, ma di nuovo niente.
«sto osservando» lo presi un po' in giro. lui mi sorrise. «questo non va, prova tu» mi disse.
mirai alla X rossa, disegnata al centro del telo appeso davanti a me. dopo qualche secondo sparai. avevo mancato di poco il centro. «é stato grandioso! sono una persona cattiva se penso questo?» gli chiesi facendolo ridere. non lo avevo mai visto ridere così...
«no, non lo sei. prova di nuovo» rispose, scuotendo la testa. prese una delle razione ed iniziò a mangiare delle noccioline.
«meglio di no, non dovremmo sprecare le munizioni» dissi.
«devi esercitarti» rispose sorridendo.
ci pensai un secondo, questi barili erano pieni di armi e proiettili, un'altro colpo non avrebbe fatto male a nessuno, no?
«va bene, solo un'altra volta»
mi misi in posizione mentre sentivo il suo sguardo addosso. sparai di nuovo, andando più vicina al centro di prima.
gli sorrisi e gli porsi il mio fucile, lui lo prese e fece centro al primo colpo.
«hai lasciato miller alla guardia del terrestre, ti fidi di lui?» gli chiesi
«dovrai tenertelo vicino, gli altri lo ascoltano» rispose.
«io dovrei tenermelo vicino?» chiesi confida voltandomi verso di lui, «bellamy? che succede? è da tutto il giorno che ti comporti in modo strano...» lui non rispose, ma al contrario i suoi occhi lo fecero. il suo sguardo cadde sul suo zaino e allora capì tutto. «tutte le razioni che hai preso... tu vuoi scappare, per questo sei venuto con me, volevi solo prendere provviste e sparire!» gridai.
«non ho scelta, l'arca sarà qui tra non molto. lo hai detto tu stessa» rispose.
«e vuoi lasciare octavia da sola?» chiesi sbalordita.
«octavia mi odia, starà benissimo» rispose guardando per terra.
«questo non puoi saperlo-» iniziai, ma lui mi interruppe. «ho sparato al cancelliere, mi uccideranno jenna! nella migliore delle ipotesi mi rinchiuderanno con il terrestre per il resto della vita, e per nessuna ragione al mondo darò a jaha questa soddisfazione. continua ad esercitarti, ho bisogno di una boccata d'aria» disse per poi uscire.
mi sedetti in un angolo e mi scese qualche lacrima. la asciugai. non sapevo nemmeno perché stavo piangendo, in fondo era di bellamy blake che stavamo parlando. se se ne fosse andato qualche settimana fa, ne sarei stata felice, eppure ora, al solo pensiero che non l'avrei più rivisto stavo male.
sentì delle urla. provenivano da fuori dal bunker
«ti prego, uccidimi. uccidimi! me lo merito, ti prego. non ce la faccio più a lottare!» era bellamy.
corsi subito fuori, così velocemente che rischiai anche di cadere sulle scale, andai verso le urla e vidi un ragazzo, gli stava puntando un fucile alla testa. vidi le pistola di bellamy per terra e la presi, puntandola verso il ragazzo. «metti giù il fucile, dax» ordinai. lui si voltò verso di me.
«avresti fatto meglio a rimanere là sotto, jenna. ho cercato di non ucciderti, ma eccoti qua. e poi ahimè ah ha detto di non lasciare testimoni»
«ma di cosa sta parlando?» chiesi a bellamy senza abbassare la pistola.
«shumway ha organizzato tutto. mi ha dato la pistola per sparare al cancelliere»«vattene ora e non ti ucciderò» ordinò dax ma io scossi la testa.
«no, non ti permetterò di ucciderlo» dissi. presi la mira e gli sparai, ma ovviamente la pistola aveva deciso di incepparsi.
dax iniziò a sparare. mi buttai a terra per evitare i colpi. «no!» gridò bellamy prima di buttarsi addosso a dax ed iniziare a picchiarlo. purtroppo la situazione si capovolse in fretta e bellamy si ritrovò sotto di lui ad incassare colpì. lo avrebbe ucciso, così mi feci coraggio. «lascialo stare!» gridai avvicinandomi. presi il fucile di dax e glielo puntai alla testa, ma prima che potessi sparare lui mi spinse a terra. bellamy vide un proiettile appuntito accanto a lui, così lo prese e lo usò per ucccidere dax. il suo corpo cadde addosso a bellamy, che subito lo spinse via, si alzò e corse verso di me. mi strinse forte tra le sue braccia.
«stai bene?» chiese preoccupato prendendomi il viso tra le mani e cercando qualsiasi tipo di ferita che potessi avere.
«sto bene, dovrei chiedertelo io dato che se tu quello che ha picchiato fino ad adesso» risposi con un lieve sorriso. si sedette a terra, con la schiena posata contro il tronco di un'albero. mi misi accanto a lui. la mia coscia toccava la sua.
iniziò a fissarmi.
«se- se mia madre sapesse cosa ho fatto, chi sono ora... ha sempre detto che sarei diventato un'uomo buono, invece non faccio altro che uccidere le persone, sono un mostro» disse mentre una lacrima gli rigava la guancia,
«bellamy, hey... mi hai salvato la vita oggi, e non è nemmeno la prima volta. magari sei quasi sempre uno stronzo, ma... io ho bisogno di te, tutti noi abbiamo bisogno di te, nessuno di noi sarebbe sopravvissuto qui se non fosse stato per te. vuoi essere perdonato? bene, io ti perdono, sei perdonato, d'accordo? ma non puoi scappare bellamy, devi tornare indietro con me, devi affrontarlo» dissi prendendogli una mano e guardandolo negli occhi.
«jaha mi ucciderà quando verrà giù»
«troveremo una soluzione, te lo prometto. io non permetterò che ti uccida» lo rassicurai.
«possiamo pensarci più tardi?» chiese fissandomi le labbra, chinandosi leggermente verso di me. io feci lo stesso e prima che potessi rendermene conto le sue labbra erano sulle mie. ricambiai subito, schiudendo un po' le labbra, in modo da permettere alla sua lingua calda di entrare e scorrere contro la mia.
le sue mani finirono nei miei fianchi, portandomi a sedere sopra di lui, a cavalcioni, senza mai disconnettere le nostre labbra. le mie mani afferrarono il suo viso mentre cercavo di tirarlo più vicino possibile.
quando mi morse il labbro inferiore mi scappò un piccolo gemito. le sue grandi mani si strinsero attorno al mio sedere per poi andare verso le mie cosce, carezzandole e poi tornarono più su. iniziò ad accarezzarmi i fianchi da sotto la maglietta. le sue dita erano così calde sulla mia mia pelle, nessuno mi aveva mai toccata così e per paura che la cosa si spingesse troppo oltre, allontanai le mie labbra dalle sue.
«è tardi, forse dovremmo tornare all'accampamento...» dissi guardandolo negli occhi. lui annuí e mi alzai, seguita da lui.quando tornammo alla navicella tutti stavano gridando e regnava il caos.
«é fuggito! il terrestre è fuggito!» gridò miller correndo fuori dalla navicella.
«cosa faremo quando arriveranno gli altri terrestri?» chiese disperatamente una ragazza.
«che i terrestri vengano pure. abbiamo avuto paura di loro per troppo tempo, e perché? per i loro coltelli e le loro lance? beh non so cosa ne pensate voi, ma io sono stanco di avere paura» disse bellamy, facendo cadere a terra il sacco con cui avevamo trasportato i fucili e le munizioni.
«queste sono armi, ok? non sono giocattoli. e quando arriveranno le navicelle le consegneremo alle guardie. ma fino ad allora, ci aiuteranno a stare al sicuro" spiegai.
«e ce ne sono molte altre dove abbiamo trovato queste, domani iniziamo l'addestramento e se i terrestri arriveranno, saremo pronti a combatterli» concluse bellamy.[...]
«bellamy, è ora» lo avvertí mentre stava parlando con sua sorella.
«solo un secondo» chiese, io annuí e mi allontanai leggermente, in modo da lasciarli la loro privacy.
si voltò verso di me e mi seguì dentro la navicella, dove c'era già uno schermo che trasmetteva dall'arca. mi avvicinai e mi sedetti su una sedia e bellamy fece lo stesso.
«signor blake, è da un po' di tempo che volevo parlare con lei» ammise il cancelliere dall'altra parte dello schermo.
«prima di farlo, io vorrei dire una cosa» dissi.
«prima di tutto so che si aspettava di vedere clarke insieme a lui, ma al momento è occupata quindi eccomi. io sono jenna reyes» mi presentai. «quando ci avete mandati qui, ci avete mandati a morire. ma miracolosamente, la maggior parte di noi è ancora viva, e siamo vivi soprattutto grazie a lui, grazie a bellamy» dissi guardandolo. «lui è uno di noi e merita di essere perdonato per i suoi crimini esattamente come tutti noi» conclusi mentre bellamy mi guardava con un dolce sorriso sul viso.
«jenna, capisco il tuo punto si vista ma non è così semplice» obiettò il cancelliere.
«invece lo è, se vuole sapere chi la vuole morto sull'arca» lo interruppe bellamy.
jaha sembrò pensarci un attimo prima di chinarsi verso lo schermo.
«bellamy blake, sei perdonato per i tuoi crimini. ora, dimmi chi ti ha dato quella pistola» ordinò.
«é stato shumway»
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SKYFALL, bellamy blake ₁
FanfictionPRIMO LIBRO "where you go, i go what you see, i see i know i'd never be me without the security of your loving arms keeping me from harm put your hand in my hand and we'll stand„ SKYFALL by adele jenna reyes, arrestata sull'arca dopo essere stata na...