4 "la legge di murphy"

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«questo coltello è stato fatto con il metallo della navicella» osservò clarke, fissando l'arma che aveva ucciso wells la notte prima.
«che vuoi dire?» chiese jasper.
«non sono stati i terrestri ad uccidere wells, è stato uno di noi» spiegai.
«c'è un assassino nell'accampamento?» chiese jasper spaventato.
«c'è ben più di un assassino nell'accampamento, non è una novità. non diciamo niente» ordinò bellamy.
clarke provò ad uscire dalla tenda, per dire la verità, ma bellamy la bloccò. «fammi passare bellamy»
«usa il cervello. guarda cosa abbiamo realizzato, il muro, le pattuglie. che ti piaccia o no, dare la colpa ai terrestri è solo vantaggioso» rispose bellamy.
«sì, per te. che vuoi fare? spaventare le persone affinché continuino a lavorare per te? è così?» ribatté clarke.
«sì, lo è. è vantaggioso per tutti. è la paura dei terrestri a costruire quel muro»
«mi dispiace clarke, ma questa volta sono d'accordo con bellamy. che vorresti fare? andare là fuori e pretendere che l'assassino si faccia avanti? si scatenerebbe il caos. non sai nemmeno di chi sia quel coltello» dissi io.
«ah davvero? j.m. john murphy. il popolo ha il diritto di sapere la verità» annunciò clarke mostrando il coltello con su incise le iniziali di john.
i miei occhi si spalancarono.
«no. no, aspetta. io conosco john da anni, non può essere stato lui. john non è un assassino» cercai di difenderlo, nonostante fossi ancora arrabbiata con lui. ero più che sicura che wells non lo avesse ucciso lui.
clarke uscì dalla tenda, seguita da tutti noi.
«figlio di puttana!» gridò clarke spingendo john.
«ma che ti prende?» chiese lui, confuso.
«lo riconosci?» domandò tirando fuori il coltello.
«é il mio coltello, dove lo hai trovato?»
«dove lo hai buttato dopo aver ucciso wells!» lo accusò.
«ucciso chi? I terrestri hanno ucciso wells, non io. bellamy, jen, voi credete a questa stronzata?»
io subito negai, ma bellamy non rispose.
«hai minacciato di ucciderlo, ti abbiamo sentito tutti! odiavi wells!» gridò clarke.
«tanta gente odiava wells, suo padre è il cancelliere che ci ha messi in prigione!» controbattè john.
«sì, ma tu sei l'unico che lo abbia aggredito con un coltello! e hai tentato di uccidere anche jasper» gridò un ragazzo.
«andiamo è ridicolo, non devo rispondere a te! non devo rispondere a nessuno!»
«come hai detto?» domandò bellamy.
«bellamy, senti, te lo assicuro, non sono stato io»
«é davvero questo il tipo di società che vogliamo? dite che non ci sono regole, vuol dire che possiamo ucciderci  a vicenda senza una punizione?!» gridò clarke al popolo.
«io dico di impiccarlo!» propose un ragazzo.
«no! io conosco john, è il mio migliore amico. sarà anche uno stronzo ma non è un assassino!» cercai di convincere la folla, ma nessuno mi ascolto. invece iniziarono a picchiarlo. lo portano fuori dall'accampamento e lo spinsero, facendolo cadere. iniziarono a legare una corda all'albero.
gli misero la corda al collo ed iniziarono ad alzarlo, infine gli misero una cassa sotto ai piedi.
«no! fermi vi prego! bellamy, falli smettere, ti prego, falli smettere! a te daranno ascolto, ti prego!" lo supplicai piangendo.
«bellamy, dovresti farlo tu!» disse lo stesso ragazzo che aveva proposto di impiccarlo.
lui mi ignorò e si avvicinò a john.
«bellamy, ti prego! devi credermi, non ha fatto niente»
ancora una volta, non mi diede retta e diede un forte calcio alla cassetta sotto i piedi del mio migliore amico.
«no! perché lo hai fatto!» lo spinsi piangendo.
«é colpa di clarke, doveva stare zitta!»
«smettila di dare la colpa agli altri! loro ti avrebbero ascoltato, sei stato tu a toglierli la cassa da sotto i suoi piedi! non clarke!»
«smettetela, ok? murphy non ha ucciso wells, sono stata io!» confessò charlotte, tutti si fermarono, così riuscì ad avvicinarmi a john e a tagliare la corda legata all'albero, lo abbracciai forte.

[...]

«perchè lo hai fatto?» chiesi a charlotte.
«volevo solo sconfiggere i miei demoni, come mi aveva detto bellamy» si spiegò la ragazzina.
«ma di che sta parlando?» domandò clarke.
«mi ha frainteso. charlotte, io non intendevo questo» rispose bellamy.
«porta fuori la ragazzina bellamy! vuoi creare una nuova società, clarke? dai creiamola, portala fuori!» gridò john da fuori la tenda.
«no! ti prego, bellamy» disse charlotte iniziando a piangere.
«non ti preoccupare, andrà tutto bene. tu rimani con loro. reyes tu vieni con me»
bellamy uscì dalla tenda, seguito da me. si fermò davanti a john e io mi misi al suo fianco.
«bene guarda un po' chi si rivede» disse john.
«falla finita e andatevene» ordinò bellamy.
«altrimenti? che vuoi fare? vuoi impiccarmi?» chiese ironico.
«stavo solo rispettando il volere di tutti» rispose bellamy per difendersi. io lo guardai male.
«sì, sì che bella idea. perché non lo facciamo anche adesso? allora chi vuole impiccare il vero assassino?» gridò john al popolo.
solo in pochi alzano la mano.
«ok va bene, allora vi andava bene impiccare me per niente, invece la puttanella che ha confessato volete lasciarla andare?!» gridò sempre più arrabbiato. «vigliacchi! siete tutti dei vigliacchi!»
«murphy! è finita» disse bellamy.
«come vuoi tu, capo» disse john "arrendendosi".
bellamy si voltò, fece qualche passo verso la tenda, ma prima che potesse entrare john prese un bastone e gli diede un forte colpo in testa, facendolo svenire.
«figlio di puttana» gridò octavia, trattenuta da jasper.
sussultai e mi coprí la bocca con le mani. corsi e mi misi davanti alla tenda.
john, seguito dal suo gruppo si avvicinò a me, che gli bloccavo l'entrata.
«spostati jen» ordinò john.
«mi dispiace john, ma non posso permetterti di uccidere una ragazzina. lo sai benissimo anche tu che questo non è il modo giusto per risolvere la situazione» dissi cercando di fargli cambiare idea, ma lui non mi ascoltò. uno dei suoi amici mi spinse ed entrarono comunque nella tenda, solo per scoprire che lì dentro, non c'era più nessuno.
«charlotte! charlotte, lo so che mi senti! e quando ti troverò, pagherai!" minacciò, prima di correre nella foresta per cercarla.
mi chinai verso bellamy, per vedere se stesse ancora respirando.
octavia mi aiutò a portarlo dentro la navicella, dove lo distendemmo a pancia in giù, così sarebbe stato più semplice controllare la ferita.
mi avvicinai e gli spostai un po' i capelli, in modo da vedere meglio.
«non preoccuparti, per fortuna il colpo non è stato così forte come è sembrato. ha una piccola ferita, ma si riprenderà presto» dissi ad octavia per tranquillizzarla.
appena finí di disinfettare la sua ferita, lui riprese conoscenza.
sì alzò lentamente e guardò in giro confuso, mentre si toccava la testa e strizzava gli occhi.
«cos'è successo?... aspetta, dov'è murphy? e charlotte?» chiese preoccupato.
gli spiegai tutto quello che era successo da quando era svenuto.
«e tu cosa ci fai qui? non dovresti aiutarli a tenere al sicuro la ragazzina?» chiese, quasi arrabbiato.
«certo, scusami se ti ho aiutato. forse avrei dovuto lasciarti per terra, svenuto con una ferita sulla nuca! non sapendo quanto forte era stato il colpo, per quanto ne sapevo io potevi anche essere morto»
si sentiva visibilmente in colpa.
«clarke e finn non sono stupidi, loro sanno cosa fare. in più è già diventato buio sarà quasi impossibile trovarli, ma se proprio vuoi possiamo andare a cercarla anche noi» dissi più dolcemente.
così ci mettemmo in cammino verso la foresta.
quando ci fummo addentrati sentimmo dei tuoni e dei passi. vedemmo una figura che correva, aveva il fiatone. bellamy corse verso di lei e le mise una mano sopra la bocca prima che potesse gridare.
«tranquilla, siamo noi» dissi, ma a lei non sembrava importare.
«lasciami!» gridò.
«hey, vogliamo solo aiutarti, ok?» disse bellamy. lei si liberò ed iniziò a scappare urlando. «non sono tua sorella, smettila di aiutarmi. sono qui!»
«vuoi farci ammazzare tutti?» chiesi prendendola per un braccio.
«allora andatevene, ok? io sono quella che vogliono!» tentò di scappare di nuovo ma bellamy la prese e se la caricò sopra una spalla.
le torce del gruppo di john si avvicinavano sempre di più a noi, e quando charlotte le vide iniziò a chiamarlo. «murphy! sono qui!»
bellamy ed io iniziammo a correre il più lontano possibile da loro, fino a quando ci trovammo davanti ad uno strapiombo. non potevamo scappare.
«bellamy! non hai speranza, siamo in troppi. dacci la ragazzina» disse john una volta che vi raggiunse.
«può darsi ma possiamo almeno far fuori un paio di voi» rispose lui.
«state esagerando. diamoci una calmata e parliamone» dissi mettendomi in mezzo tra i due.
in quel momento arrivò anche clarke.
«fermatevi tutti!» gridò.
john la prese e le puntò un coltello alla gola.
«non ne posso più di starti a sentire. non vi avvicinate o le tagli la gola» minacciò.
«no, ti prego non farlo» chiese la ragazzina.
«vuoi che non le faccia del male? vieni con me subito e non le farò niente»
«non voglio che soffriate ancora, non per colpa mia, non dopo quello che ho fatto" disse charlotte prima di saltare dallo strapiombo.
«charlotte!» gridai prima di affacciarmi allo strapiombo, vedendola svanire tra la nebbia.
«no!» disse bellamy, facendo quello che avevo fatto io.
«bellamy, bellamy!" gridò john, poco prima che lui iniziasse a prenderlo a pugni.
«basta!» dissi vedendo che john non riusciva a difendersi. «così lo ucciderai!»
finn riuscì a separare bellamy da mio fratello.
«lasciami, lui merita di morire!»
«no, non decidiamo noi chi vive o chi muore, non quaggiù!» gridai mettendomi davanti a lui.
«quindi cosa  facciamo adesso? lo accogliamo di nuovo tra noi come se non fosse successo niente?» chiese bellamy.
«no! li esiliamo» propose clarke.
bellamy prese john e lo avvicinò al burrone.
«se ti rivedo vicino all'accampamento ti riporto qui!» poi si rivolse agli altri ragazzi che seguivano john. «voi quattro potete seguirci o andare a morire con lui. a voi la scelta»
tutti iniziarono ad andare ed io rimasi sola con john per un attimo.
«mi dispiace john, speravo che le cose andassero diversamente» presi il mio coltello e lo feci cadere vicino a lui. «spero che vi rivedremo un giorno» finí la frase e senza aspettare una risposta me ne andai.
quando ritornammo all'accampamento decisimo di spiegare tutto quello che era successo alla nostra gente.
«per questo abbiamo deciso di cacciarlo dall'accampamento» concluse clarke.
«qualcuno non è d'accordo?» chiese bellamy.

[...]

«devi solo collegare lì quel filo rosso. a te l'onore» spiegò monty a jasper. stavamo cercando di contattare l'arca attraverso un bracciale.
appena jasper lo collegò ci fu una scintilla e il bracciale mi diede una leggera scossa, per poi staccarsi da solo.
«cosa é successo?» chiesi.
«non ha funzionato... e forse abbiamo appena fuso tutti i bracciali» ammise monty sospirando.
«non preoccuparti, troveremo un'altro modo» gli dissi prima di uscire.

SKYFALL, bellamy blake ₁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora