era notte fonda.
venni svegliata a causa di un forte rumore, ancora assopita dal sonno uscì dalla tenda.
un gruppo di persone si era formato davanti a me, guardavano il cielo.
alzai lo sguardo anche io. qualcosa stava cadendo dal cielo, sembrava una navicella.
forse era la gente dell'arca che veniva ad aiutarci a prendere i terrestri a calci nel sedere, come ipotizzò un ragazzo vicino a me.
«bellamy, vieni qua fuori!» octavia chiamò il fratello, che uscì dalla tenda a petto nudo, seguito da due ragazze che usavano dei lenzuoli per coprire i loro corpi nudi. «là!» indicò il cielo, proprio dove un enorme paracadute si aprì per rallentare l'atterraggio della navicella.
«per favore, ditemi che ci hanno portato dello shampoo» pregò una delle ragazzi di bellamy.
ovviamente lo shampoo era il suo primo pensiero, mentre i terrestri avrebbero potuto ucciderci da un momento all'altro. le mandai un'occhiataccia.
octavia mi prese per un braccio e mi trascinò dentro una tenda, dove bellamy ed i suoi "seguaci" stavano ipotizzando su dove potrebbe essere atterrata la navicella.
«dovremmo partire, sono tutti pronti» avvisò octavia.
«nessuno lascia l'accampamento, ci muoveremo alle prime luci, quando sarà più sicuro. fate girare la voce» ordinò invece lui.
i suoi amici se ne andarono ma prima che lui potesse seguirli lo fermai con una mano sul petto. «per centinaia di miglia tutti hanno visto cadere quella cosa, se i terrestri ci arrivano per primi? bellamy dobbiamo andare subito»
«ho detto che aspetteremo l'alba» riaffermò sorpassandoci per uscire.
«octavia, so che magari non vorresti sentirlo, ma bellamy sta nascondendo qualcosa. ha passato ogni singolo minuto da quando siamo atterrati ad assicurarsi che nessuno sull'arca scoprisse che siamo vivi, e adesso guardalo» dissi indicandolo. «se ne sta andando verso la foresta dopo aver detto a tutti che saremmo partiti all'alba»
lei abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per pochi secondi, pensando. «dovremmo seguirlo» disse.
io annuí e così ci incamminammo anche noi tra gli alberi.
«bellamy! cosa stai facendo?» gridò octavia rincorrendolo.
«tornate al campo. non è sicuro» si limitò a rispondere.
«hai mentito a tutti. hai mentito a me. vuoi quello che c'è in quella capsula-» iniziò octavia prima che bellamy la spinse, senza usare troppa forza. «vattene!»
«vuoi sempre giocare a fare il fratello maggiore, eh? beh, sai cosa? ci sono cascata. sei solo uno stronzo egoista» gli disse.
«l'ho fatto per te, per proteggerti! se l'arca scopre che siamo vivi, verranno qui, e quando lo faranno, io sarò morto»
«cosa hai fatto?» chiesi, non ancora sicura di voler sapere la risposta.
lui mi guardò per un secondo.
«gli ho sparato» confessò. «ho sparato a jaha»
«cosa?» chiese la sorella, incredula.
«avevo scoperto che stavano per mandarti sulla terra. non potevo lasciarti andare da sola. qualcuno mi ha fatto una proposta: "fa' questo. uccidilo, e ti faremo salire sulla navetta". e l'ho fatto» spiegò.
«hai ucciso il cancelliere?!» chiese ancora sconvolta.
«lui ha giustiziato nostra madre, ti ha messo in prigione. se lo meritava» affermò.
«non ti ho chiesto io di farlo»
«hai ragione, è stata una mia scelta. la responsabilità è mia. qualsiasi cosa abbiamo spedito me ne occuperò io»
«io non ho chiesto niente di tutto questo» concluse octavia prima di andarsene correndo. guardai bellamy per un'ultima volta e poi la seguì.
[...]
«io non gli avevo chiesto niente!» si lamentò octavia infastidita dal comportamento troppo protettivo del fratello.
all'improvviso sentimmo dei rumori. dei rami si spezzarono e gli uccelli presero il volo.
ci fermammo ed iniziammo a guardarci intorno, per controllare se qualcuno ci stava seguendo.
i rumori si avvicinarono sempre di più così iniziammo a correre ma octavia scivolò e cadde giù da un fosso.
«octavia!» la chiamai, ma lei non rispose. doveva aver battuto la testa e perso la conoscenza.
cosa potevo fare? se avessi cercato di raggiungerla sarei caduta sicuramente anche io, e nel caso ce l'avessi fatta non sarei mai riuscita a riportarla al campo da sola.
in quel momento mi venne un'idea, forse pessima. bellamy non doveva essere lontano. lui mi avrebbe aiutata sicuramente se riguardava octavia.
iniziai a ripercorrere i miei passi fino a quando per sbaglio andai a sbattere contro qualcuno.
«bellamy» sussultai, allontanandomi leggermente. «bellamy devi aiutarmi, octavia-»
prima che potessi finire la frase clarke corse verso di noi.
«dov'è?» chiese infastidita.
«oh, ciao clarke, fai una passeggiata nel bosco?» chiese ironico, sapendo benissimo il motivo per cui clarke era lì.
«sono pronti ad uccidere 300 persone sull'arca per risparmiare l'ossigeno, e ti garantisco che non saranno i membri del consiglio, saranno i poveri lavoratori! gente come te!» disse clarke puntandogli un dito al petto.
in quel momento arrivò anche finn, accompagnato da una ragazza.
«bellamy, dov'è la radio?» lo spinse.
«non so di cosa stai parlando» si difese lui.
«bellamy blake? ti stanno cercando dappertutto» parlò finalmente la ragazza che era con finn. la guardai meglio. era così familiare...
«sta zitta» le ordinò bellamy.
«raven» sussurrai incredula.
lei finalmente mi guardò e pronunciò il mio nome. i nostri occhi iniziarono a riempirsi di lacrime non appena anche lei pronunciò il mio nome. corsi verso di lei e la strinsi forte tra le mie braccia.
quanto mi era mancata.
ad interrompere quel momento fu clarke. «aspetta, voi vi conoscete? e perché lo stanno cercando?»
«ha sparato al cancelliere Jaha, e sì, jen e la mia sorellina» rispose quasi orgogliosa raven.
«ecco perché hai fatto togliere a tutti i bracciali, dovevano pensare che fossimo morti» realizzò clarke.
«ragazzi, adesso abbiamo un'altro problema, ok? io e octavia stavamo tornando alla navicella, abbiamo sentito un rumore e lei è svenuta dopo essere caduta, non sarei riuscita a salvarla da sola. ho bisogno del tuo aiuto bellamy» dissi. lui mi prese per un braccio, pronto per andare da sua sorella ma raven lo trattenne. «dov'è la mia radio?»
«jaha meritava di morire, lo sapete tutti questo» disse iniziando ad allontanarsi.
«sì, non è la mia persona preferita, ma non è morto» annunciò raven.
«cosa?» chiese sorpreso bellamy.
«non hai una buona mira. dov'è la radio?»
«é troppo tardi. sentite io devo andare da mia sorella» disse infastidito.
«almeno dicci dov'è»
«l'ho buttata nel lago dove avete trovato le alghe per curare jasper. adesso devo andare. jenna, tu vieni con me»
quando arrivammo dove era svenuta, lei non c'era più.
«cazzo» sussurrai.
[...]
«é diventato troppo buio, così non la troveremo mai, ritorniamo alla navicella, continueremo domani all'alba» gli dissi.
«no, non posso, devo continuare a cercarla!» insisté disperato.
lo presi per il braccio, in modo da fermarlo e lo guardai fisso negli occhi.
«bellamy, ascolta: anche se ti passasse davanti, con questo buio, non la vedresti. inoltre è pericoloso, se siamo morti non possiamo cercarla, ok?» cercai di convincerlo.
«ok» cedette, poco convinto.
[...]
quando ritornammo all'accampamento, stavano cercando di mandare segnali all'arca, lanciando dei razzi in aria.
«credi che si vedrà da lassù?» mi chiese bellamy guardando il cielo..
prima di rispondere mi voltai verso di lui e lo guardai. «lo spero»
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SKYFALL, bellamy blake ₁
FanficPRIMO LIBRO "where you go, i go what you see, i see i know i'd never be me without the security of your loving arms keeping me from harm put your hand in my hand and we'll stand„ SKYFALL by adele jenna reyes, arrestata sull'arca dopo essere stata na...