Capitolo 2- ʀɪɴᴄᴏɴᴛʀᴀʀꜱɪ

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Potessi fermare il tempo
e dimenticare
tutto quello che so
Sei sempre tu
dentro mille deja vu
Non finisce tutto all'alba,
non mi vedrai mai più
(Yoko-Ono, Salmo)


06/03/21

Dopo una settimana dalla proposta di Floriana, dopo aver fatto le valigie, dopo aver salutato gli amici, dopo aver prenotato il viaggio aereo, Simone e sua madre partirono per andare a Roma.

Per il ragazzo era uno dei suoi pochi viaggi in  aereo dato che li odiava profondamente.
Odiava i controlli della sicurezza, e l'ansia che gli facevano venire.
Odiava dover aspettare in fila senza fare nulla.
Odiava fare la valigia e darla a qualcuno che glie l'avrebbe potuta perdere
Odiava gli aerei.

Finalmente presero posto, ed per fortuna erano uno accanto all'altro

<<Come stai?>>
chiese Floriana sorridente

<<Bene, un po' agitato, come tutti gli altri voli>>
rispose Simone, con l'ansia, aveva un po' paura che l'aereo potesse cadere da un momento all'altro.

Dopo un paio di minuti si sentì una voce robotica dire
<<Signore e signori, buongiorno, è il vostro comandante che vi parla, l'aereo sta per decollare>>

Simone strinse molto forte i manci delle sedia su cui era seduto e come se non fosse successo nulla, vide dall'oblò che erano in cielo, stavano fottutamente volando.

Il resto del viaggio fu molto tranquillo, si mise un paio di cuffie e ascoltò la musica.
Floriana invece dormì per il resto del viaggio.

Dopo tre ore stavano quasi per atterrare,
infatti si sentì di nuovo la voce robotica <<Signore e signori  é sempre il vostro comandante che vi parla, l'aereo sta per atterrare>>

Simone a quel punto si tolse le cuffie
<<Ma'>>
disse muovendo un'po' Floriana per un braccio

<<Stiamo atterrando sveglia>>
continuò il ragazzo.

La madre aprì gli occhi, ancora un po' stanca, non capendo quasi dove si trovasse
<<Simo, che ore sono?>>
chiese gentilmente al figlio
<<Le dieci e dieci, dobbiamo quasi scendere>>

Floriana sorrise, erano quasi arrivati, anche lei non amava volare
<<Per fortuna é andato tutto ben->>

Un piccola turbolenza,  fece fermare di colpo Floriana e venire a Simone una strana sensazione di vomito.

Scesero da quell'aereo e preso i loro bagagli, trovando poi dei taxi disposti a portarli a casa.

Salirono su uno di essi  per arrivare a Villa Balestra.
<<Mamma, non dire mai più che sta andando tutto bene quando manca ancora un po' alla fine>>
disse Simone, ancora con un peso sullo stomaco e un po' di giramenti di testa

Floriana rise
<<Era solo una piccola turbolenza>>

<<Piccola?>>
disse il ragazzo perché per lui era come se l'aereo avesse fatto un doppio giro mortale, facendo sembrare tutto normale.

La mamma continuò a ridere per la grandezza che stava dando a quella piccola turbolenza.

Arrivarono finalmente a casa di Dante, pagarono il tassista, uscirono.

Fuori dalla casa si ritrovano davanti Dante sempre con il solito sguardo sveglio ed elettrico, una t-shirt rossa e dei jeans anche se per Simone era strano vederlo vestito così.

Ma non c'era solo lui, di fianco aveva una donna più o meno alta quanto lui i capelli marroni lunghi con la frangia, gli occhi scuri.

Simone aveva capito chi era, la nuova compagna di suo padre, Anita,  lui gliene parlava sempre bene, e si ricordava anche che aveva un figlio ma lui non era lì in quel momento.

La nostra prossima vita ~ SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora