2. piccoli cambiamenti o.. qualcosa di più

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perché, perché, perché, perché...
perché tutto questo a me..

<salve signorina tn tc, ci tenevo ad informarla che per questo suo primo giorno lei naturalmente necessita di un tour della scuola>
<si, esatto, penso proprio che io mi debba ambientare>
ero così contenta ma allo stesso tempo, così spaventata...
<volevo dirle che non sarò io a farlo ma due ragazzi del 3° anno dato che lei è del 2°>
<ah...>
un freddissimo ah.. era l'unica cosa che riuscivo a dire, l'unica che riuscivo a pensare...
ero terrorizzata solo al pensiero di essere in un istututo del tutto sconosciuto a me, sapere che sarebbero stati dei ragazzi, per di più di un anno avanti a farmi il tour...
<c'è qualcosa che la turba signorina tc?>
sentivo a stento la domanda ma risposi comunque tutta convinta
<oh, no... no tutto perfetto!>
<bene! arriveranno tra qualche minuto, se preferisce li può aspettare nel mio ufficio insieme a me>
ero già abbastanza turbata dalla situazione in generale, non volevo ulteriore disagio.
<nono, non si preoccupi, li aspetterò io stessa qui!>
<come preferisce>
<arrivederci..>
<arrivederci signorina>
dopo ben 10 minuti passati nel disagio più profondo e brutto della mia vita i due arrivarono.
erano davvero particolari, devo ammettere che mi ispiravano molto; il primo che mi si presentò davanti aveva dei capelli neri sparati in aria con qualche ciocca tinta di bianco ed aveva un modo di vestire molto intrigante, sembrava un persona curiosa da poter scoprire, indossava dei jeans a zampa neri a vita bassa con una normalissima maglia nera lunga abbastanza attillata con disegni e scritte qua e la, non potevo negare fosse un bel ragazzo.
l'altro invece mi piaceva molto di più, aveva quel non so che di attraente, aveva i dread di un biondo cenere misto ad un castano abbastanza scuro legati in una coda leggermente nascosti alla radice da una sorta di bandana nera ed un cappello beige con dettagli bianchi, tra cui scritte; il suo stile mi faceva impazzire, d'altronde era uguale al mio, indossava dei jeans baggy di almeno 3 taglie in più ed una maglia sempre molto larga a maniche corte anche questa beige con scritte varie.
non ebbi nemmeno il tempo di presentarmi, un ragazzo che dai capelli sembrava un porcospino tutto entusiasta si presentò.
<heyyy, ancora non ci conosciamo, sono bill kaulitz!>
"bill kaulitz" pensai tra me e me, aveva qualcosa di familiare, non so esattamente cosa ma mi sembrava di averlo già sentito da qualche parte..
<piacere mio, io sono tn>
risposi con un sorriso stampato in faccia
<tn eh..?>
ribattè l'altro con un tono arrogante
<ssi... tn>
<tom.. tom kaulitz>
disse con un sorrisino palesemente finto.
<bene! andiamo a fare un giro>
aggiunse bill duntratto.
questa scuola era enorme, infatti finimmo il tour al suono dell'ultima campanella.
tutti e tre ci recammo fuori scuola, io e bill mano nella mano come se ci conoscessimo da una vita intera, la cosa mi faceva molto ridere, d'altronde ci conoscevamo da neanche 8 ore eppure sembrava tutt'altro.
mi allontanai silenziosamente da loro, fin quando bill mi chiamò
<TNNN>
<DOVE VAIII?>
urlò
<a casa bill.. casa..>
non so nemmeno io perché risposi così, il ragazzo, data la mia risposta sembrava molto preoccupato come se fosse successo qualcosa di orribile ma fece finta di niente, fortunatamente aggiungerei...
<che ne dici se ci scambiamo i numeri??>
mi chiese velocemente
<e che ne dici di venire a casa nostra per conoscerci ancora di più??>
domandò in aggiunta.
continuavo a chiedermi perché questo ragazzo fosse così appiccicoso, voleva sapere tutto di me, persino durante il tour mi fece domande personali di cui risposi neanche alla metà.
<eemmh..si, si okok, mi hai convinta>
<SIIIII>
disse salterellando di qua e di là ed io, come una scema iniziai a ridere.. ASPETTA COSA? io.. tn tc ridere dopo la morte di mio padre??
questo ragazzo mi faceva bene, questo ragazzo per soli neanche 3 minuti mi ha risvegliata dal mio buio, il mio infinito buio, ne ero così grata.
non dovevo perderlo, questa frase me la impressi in testa, non dovevo assolutamente perderlo, sarebbe stato un ottimo inizio per uscire da tutta la mia infinita tristezza che man mano mi accompagnava nelle mie giornate come una sorella, la sorella che non avevo mai avuto, così descrivevo la cosa che più mi ha fatto male, più di tutto e.. di tutti, quella cosa che continuava a distruggermi, in tutti i modi in cui una persona possa essere distrutta.
lei, la mia tristezza mi affogava, mi tirava per i capelli, mi strappava la pelle dal corpo e, con essa tutto il resto fino a lasciarmi spoglia, completamente e, senza avere nemmeno tempo di rialzarmi e reagire lei mi schiacciava, torturava, mi svestiva di ogni positività fino a farmi rimanere nuda, le prendeva e le distruggeva una ad una, questa.. questa è la mia tristezza, questo è il mio buio, il mio infinito vuoto.
diedi il mio numero di telefono a bill e, tutti insieme ci incamminammo verso casa dei ragazzi.
appena arrivati mi soffermai nel fissare la loro enorme casa, addirittura più grande della mia e senza esitare entrai.
all'interno era tutta bianca, una normale casa moderna con cucina e sala uniti in un enorme spazio, attaccato al muro verso destra vi erano delle scale per un piano di sopra, c'era anche una porta nel sottoscala che nascondeva un piccolo bagno molto carino, ho sempre amato queste cazzate.
insieme salimmo le scale trovandoci davanti ad un lunghissimo corridoio luminoso, c'era l'imbarazzo della scelta per le porte che erano minimo 10, entrammo nella 5° sulla sinistra che si rivelò essere camera di bill.
tom improvvisamente se ne andò senza nemmeno dire una parola, aveva sicuramente una storia molto complicata dietro da nascondere.
non ci feci molto caso ed inizia a parlare con bill per ore ed ore...
ormai erano le 20:30, lui mi propose di rimanere da loro a dormire ed io ovviamente accettai, mi trovavo così bene con loro, anzi.. con lui.. lui, lui era come un fratello che mi indirizzava sempre sulla strada giusta mano nella mano per trovare la pace e la felicità, quando ero con lui, nulla più importava, infatti.. non avevo avvisato "mia madre" della mia assenza a casa, improvvisamente mi arrivò una chiamata...

Perché mi fai questo effetto? - Tom Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora