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Nadia's POV:

<<...ed ecco perché ora mi voglio suicidare...>> disse mentre la sua voce tremava di tristezza e angoscia.
Mi dispiaceva molto...non pensavo che il suo passato le facesse così male. Era distrutta.

Elisa si asciugò velocemente gli occhi senza farsi vedere, poi alzò la nuca e sorrise al cielo. Sapevo che lo faceva per la sua famiglia, così non chiesi. Si girò verso di me e disse <<abbiamo finito per oggi?>> io annuii lievemente e mi torturai le mani. Volevo chiedere una cosa, così mi feci coraggio e iniziai <<Eli...ti andrebbe di farmi vedere la tua famiglia...?>> il suo viso si incupì di nuovo, poi mi fece cenno con la testa di seguirla.

Passammo per una piccola collinetta, arrivando ad un, altrettanto piccolo, cimitero. Diminuiva sempre di più il passo, finché non si fermò davanti a due tombe, Sara Itō e Yagi Takahashi.

Elisa's POV:

Le mie mani, le mie gambe, tutto il mio corpo tremava dinnanzi a quei due nomi, a me tanto noti.

Mi mancate tanto...

Sentii gli occhi di Nadia a dosso ai miei, cercava il mio sguardo ma io lo evitavo sempre...

...Quanto mi ricordi Yagi con quello sguardo...

Volevo piangere ma mi ero ripromessa che non avrei più pianto per loro due.

Mi allontanai dalle due lapidi per prendere due piccoli fiori, li raccolsi e li gettai sulle tombe, per poi sedermi accanto ad esse. Come vorrei che il vostro calore mi toccasse un'altra volta.

Nadia, nel frattempo, mi guardò e poi si inchinò davanti alle due lapidi, una cosa così gentile ed apprezzabile... Mi alzai e mi ricordai che ormai Sara e Yagi erano il mio passato, però mentre mi allontanavo da loro sentivo ancora i loro sguardi su di me.Camminai più veloce, solo per arrivare il prima possibile giù dalla collinetta.

Nadia's POV:

Non capisco perché molti la definiscono un mostro, insomma, lei era solo a pezzi per il suo passato...come biasimarla...

La seguii con passo svelto, e notai che il suo sguardo era nuovamente spento ed era fisso sui suoi piedi che si muovevano ritmicamente sull'erba ancora umidiccia, tant'è che nell'aria c'era ancora odore di bagniato.

Un botto mi riportò alla realtà. Vidi del fumo provenire da un mezzo edificio, di conseguenza, guardai Elisa per capire cosa fare in quella situazione. Lei non si scosse più di tanto, aumentò solo il suo passo, strascicando leggermente i piedi per terra, per poi iniziare a correre.

<<Aspettami!>> Dissi iniziando a seguirla a ruota.

Andammo in quella specie di edificio e ci trovammo circondate da delle sottospecie di soldati. <<A quanto pare il lavoro di oggi non è finito...>> disse Elisa alzando le spalle e facendo una piccola smorfia che ricoprì il suo volto. Ritornò immediatamente seria non appena sentì lo sparo lanciato al cielo.

<<Non fate le simpatiche! Chi siete e cosa volete?!>> disse velocemente un soldato. Io feci qualche passo indietro, notando le armi pesanti che tenevano in braccio. Le mie preoccupazioni vennero cancellate dalla voce di Elisa <<Senta...io non ho tempo da perdere a presso a lei... siamo qui per delle informazioni su un tipo che si fa chiamare Martin Suzuki, e a parere mio è anche un nome di merda! Quindi fatevi da parte e fateci passare, grazie!>> poi, con tutta sicurezza iniziò a camminare verso di loro, mentre io restai lì.

L'uomo, evidentemente irritato, gli sparò un colpo dritto a la testa, ma lei, lo fermò bloccandolo tra l'indice ed il medio, guardando quel tizio con uno sguardo raccapricciante.
L'uomo fece qualche passo indietro e strinse l'arma a sé.

&quot;Mi dispiace&quot; Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora