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Nadia' POV:

Continuavo a rimuginare sulla parte scritta della pagina. Come diavolo faceva a comunicare con una pagina?!

"Non preoccupatevi e andate avnti nelle strade del passato..."

<<CHE CAZZO VUOL DIRE ELI?! Per favore dimmelo...>> dissi mentre le lacrime rigavano il mio viso.

Ha detto che probabilmente morirà...perché? Non ha già passato abbastanza? Io non la voglio perdere...

Non capivo proprio quel gioco di parole...che fosse collegato al mio passato?...ma io non ne avevo mai parlato con lei, capisco che stavamo molto insieme, ma come poteva fare?

Continuai a ripensare a quella frase per una settimana intera, una settimana in cui Elisa poteva morire ed io non facevo nulla... e se usava il suo potere ed io non la potevo salvare? E se qualcuno le faceva del male? Non c'era tempo di porsi altre domande, dovevo fare come mi diceva, per ora.

Tic...Tic-Tic...Tic-Tic-Tic...

<<Eli!>> Urlai spaventano alcuni membri dell'agenzia e prendendo velocemente la pagina, ma su di essa non c'era scritto niente. Dei colori iniziarono a prendere forma, creando l'immagine di un simbolo, una rosa di specifico.

Sulla lettera non c'era nient'altro, ma conoscevo quel simbolo, anche se, non capivo come ci fosse riuscita...

... Come sei riuscita a recuperare il tatuaggio di mia madre...?

Strinsi la pagina al petto, per poi sentire la piccola vocina di Bea, <<...oi, non lo vieni a prendere il caffè?>> disse con voce piuttosto irritata, così feci un sospiro ed annuii.

Per la strada continuavo a guardare la pagina che mi aveva dato Eli...

<<Lo sai che è riferito a casa tua, vero? Cioè...anche il più coglione ci arriverebbe, dai!>> disse Bea, mentre leggeva il pezzo di carta in punta dei piedi, visto che altrimenti non riusciva a leggere. La guardai male è poi dissi << Lo so ma... è da un po che non vado in quella casa...e lo so che mi ci stai portando, Bea>> dissi facendo una faccia seccata, poi lei continuò << e menomale! Te ne sei accorta presto deficiente!>>

Guardai i miei piedi muoversi irregolarmente...quanto vorrei che ci fosse Elisa a combattere al posto mio come fa sempre, poi io a salvarla e la nostra bevuta dopo la missione... lei il suo solito bicchiere di vino, anche se tutte le volte chiede al barista una tanica di candeggina, e io la mia solita birra...

Continuai a stropicciare il pezzo di carta, fin quando arrivammo alla mia vecchia casa . Una casetta in culo al mondo, visto che vivevamo in un boschetto piuttosto fitto. Sulla porta era inciso il simbolo della nostra famiglia, la rosa, quella che mia mamma doveva incidere sul mio braccio, proprio come il suo, ma che non fece in tempo a fare per colpa della sua malattia.

Piccola backstory:

Vedevo sempre mamma e papà litigare in salotto, ma una volta papà perse il controllo e se ne andò di casa, lasciando me e la mamma da sole.

Lei era molto malata, quindi non poteva fare molto. Io vedevo tutte le ragazze che passavano nel bosco con un gran sorriso in bocca, quindi cercavo di imitarle.

La vita con mamma andava abbastanza bene, tranne per il fatto che eravamo povere ed io non potevo lasciarciarla da sola per andare a lavorare, quindi convivevamo nella nostra povertà.

Finché...

<<Hey Nadia... vieni un attimo...>> disse mia madre con voce tremolante. La sua malattia la lacerava, era una specie di malattia dovuta dal suo potere.

&quot;Mi dispiace&quot; Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora