Capitolo 34

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<<Hai ucciso qualcuno?>>

<<Eh?>> chiede stupita

<<Hai ucciso qualcuno?>> ripeto

<<No...>>

<<Hai dato fuoco ad un orfanotrofio? Rapito un bambino?>>

Mi guarda stranita <<Cosa? No! Niente del genere... >>

<<Allora non hai fatto niente di così terribile.>> mi avvicino <<Smettila di essere così dura con te stessa.>>

Sospira, sembra esausta. <<Tu non ti rendi conto, Rose. Lo sto facendo per il tuo bene...>>

<<Per il mio bene o per il tuo?>> prima che me ne accorga fa il suo ritorno la Rose aggressiva <<Ti facevo più intelligente di così. Pensi che rinunciare a una cosa bella sia la soluzione? Credi che starai meglio dopo? Fammi pensare un'attimo... >> assumo una posa di finta riflessione, con l'indice sotto il mento. <<No, non starai meglio dopo, perchè vivrai con la consapevolezza di aver ricevuto un dono, un dono prezioso, e di averlo gettato via. E per cosa? Per paura?
<<La paura la puoi affrontare, il dolore lo puoi affrontare, il passato lo puoi superare... Puoi fare tutto. Ciò che non puoi fare, invece, è recuperare qualcosa che hai buttato via.>>

Vedo che ci pensa su per un po'. Forse ci sto riuscendo a farle cambiare idea.

<<So che quello che dici è vero, Rose... Ma io non sono la persona giusta per te. Non voglio scaricarti addosso questo... fardello.>> con le mani indica se stessa. <<Credimi, tu non vuoi questo...>> mi guarda triste, con gli occhi lucidi. Si porta le mani al petto <<Per me tu sei troppo preziosa... non ti lascierò fare questo torto a te stessa.>>

Tranquilla Eleanor, dammi solo un minuto per farti cambiare idea.

Ne ho abbastanza di questo tira e molla. Mi sento andare a fuoco per la frustrazione di non essere convincente abbastanza da fare in modo che si fidi delle mie parole, che si fidi di me, che si lasci andare. Nell'aula sta quasi calando il buio, il sole sta per andarsene.

A passo spedito mi fiondo su di lei, la afferro per i polsi e la spingo contro il muro. Come aveva fatto lei tempo fa nel magazzino.

Le punte dei nostri nasi si toccano.

<<Tu non decidi per me.>> dico piano, a denti stretti <<Nessuno può decidere per me, e tu non sei esonerata. Sono io che scelgo con chi voglio stare e si dà il caso che io abbia scelto te e, fidati, non mi farai cambiare idea. Puoi dirmi tutto quello che vuoi, puoi cercare di spaventarmi, puoi anche dirmi di avere una malattia letale contagiosa... non mi interessa, non riuscirai ad allontanarmi.>>

Schiude le labbra e sussulta e capisco di avere imboccato la strada giusta. <<Sarò io a dirti, a tempo debito, se questo ''fardello'' che dici di buttarmi addosso è troppo per me. Ma sarò io. Io e non tu, né nessun altro.>>

Stringo più forte la presa sui suoi polsi.
Il corpo di Eleanor sta fremendo a contatto con il mio. Guarda le mie labbra e poi i miei occhi.

Decido di continuare <<Evelyn si è pentita di non essere stata con Celia quando poteva.>> Sgrana gli occhi. Sapevo che giocare la carta del nostro libro avrebbe sortito un certo effetto su di lei.

<<Ha detto che se tornasse indietro se ne fregherebbe di tutto e resterebbe con lei, ma non può, non si può tornare indietro. Lei è stata costretta a vivere il resto della sua vita con questo enorme rimpianto. È questo quello che vuoi anche tu? Vuoi rinunciare a qualcosa di così bello e puro? >>

𝐒𝐄 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐄̀ 𝐔𝐍𝐀 𝐋𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora