Aspetta un attimo. Sei geloso?

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«È nuovo quello?».

Simone resta con il dito vicino al naso mentre si gira verso Manuel e chiede «Cosa è nuovo?».

Lo sguardo dell'amico è rivolto al polso lasciato scoperto dalla camicia arancione a quadri che è scivolata un po' giù mentre si grattava, e che rivela un braccialetto a maglia in acciaio.

«Ah sì, è un regalo».

Le sopracciglia di Manuel si aggrottano. Perché un regalo? Che occasione si è perso?

Il compleanno di Simone? No, sono a gennaio, deve ancora arrivare.

Natale? No, già passato.

L'onomastico??? Non sa nemmeno se esiste il giorno di San Simone.
Ma poi si fanno regali per l'onomastico? Boh.

«Perché 'n regalo?» non riesce a trattenersi dal chiedere. «Il compleanno tuo è tra du' mesi».

«Che c'entra, mica deve esserci sempre un motivo per un regalo».

«Ma chi te l'ha fatto?» ribatte Manuel, cercando di nascondere l'insistenza nella voce e fallendo.

Simone alza un sopracciglio mentre si lascia andare indietro sul letto e prende a smanettare col suo cellulare. «Ma che ti frega scusa?».

La punta del piede di Manuel inizia a battere contro il pavimento della stanza di Simone mentre se ne sta seduto sulla sedia girevole della scrivania, le braccia conserte e lo sguardo corrucciato.

«Te l'ha regalato 'r carcerato napoletano ve'?» gli chiede poco dopo, il tono più duro di quanto volesse.

Simone non stacca gli occhi dallo schermo e chiede «E anche se fosse?».

«Sai che me frega» risponde Manuel schioccando la lingua sul palato e dandogli poi le spalle. «Assicurate solo che non l'ha rubato da qualche parte» borbotta, ma Simone lo sente lo stesso.

«Ti ricordo che noi abbiamo rubato 'na macchina».

«Vabbè, n'è 'a stessa cosa».

«Ah no?».

«Ti ricordo» lo scimmiotta Manuel «che è stata colpa tua se l'abbiamo dovuta ruba'».

«Mh-mh» risponde distratto Simone.

Manuel gira di poco il capo e vede l'altro ancora con lo sguardo sul cellulare, che ridacchia e digita qualcosa con i pollici. Allora prende la gomma di Simone dall'astuccio e gliela lancia prendendolo proprio al centro della fronte.

«Ma che sei scemo?» urla Simone alzandosi con il busto e rilanciando la gomma, che però Manuel scansa.

«'Na volta m'ascoltavi» dice piccato.

«Ti stavo ascoltando».

Lo sguardo di Manuel cade sulla chat aperta sul telefono di Simone. «Seh, mentre parli cor fidanzatino tuo?».

Simone sa che quello che sta per dire è stupido, eppure non resiste dal chiedere «Ti da' fastidio?».

Manuel non risponde, ma il movimento della mascella che si contrae è abbastanza per Simone.«Aspetta un attimo. Sei geloso?».

E Simone tutto si aspetta, che Manuel scoppi a ridere, che si arrabbi, che lo mandi a quel paese o che alzi gli occhi al cielo, ma di sicuro non si aspetta gli occhi fissi nei suoi e quel «Sì» deciso.

«Ah».

«Eh».

Restano a fissarsi finché Manuel non avverte un leggero calore agli zigomi e torna a dargli le spalle.

Passa qualche secondo prima che Simone lo richiami.

«Manuel?».

«Che».

«È un regalo di mia madre».

«Ah».

«Eh».





Angolino confessionale:
Ciaoooooo!

Ebbene eccomi di nuovo su questi schermi con questi miiinissimi momenti simuel nati da un post di Tumblr che è girato su Twitter in questi giorni, inizialmente erano nati come risposte brevi su cc (scrivere massimo 3000 caratteri è durissima raga soprattutto per una come me che nelle cose ce deve torna' a pensa' a riflette' a parla' cit), poi alcune personcine molto carrrine mi hanno detto che avrebbero voluto che le mettessi qui e quindi eccoci!

Sono molto contenta di aver fatto questa cosina perché finalmente ho scritto così come mi veniva senza stare lì a pensare troppo alla forma, alle parole ecc, e sono riuscita un po' a sbloccarmi – vbb non vi frega però all'inizio ho scritto angolo confessionale quindi vi avevo avvertito!

Grazie come sempre a chiunque abbia letto e leggerà, mando un bacino e un abbraccino fortissimo a tuttə 🫂🤍

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