11.

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Normalmente dopo aver commesso qualcosa di "sbagliato" l'unico sentimento che tormenta la mente ed il cuore è il pentimento.

I sensi di colpa logorano l'anima a tal punto da iniziare a maledire te stesso e le relative azioni che ti hanno spinto verso la strada sbagliata.

A volte si inizia a colpevolizzare le esperienze sbagliate vissute in vita, come le amicizie andate male o quella delusione amorosa che ci ha distrutto il cuore.

Tutte scusanti utilizzate per cercare di ovattare il suono della coscienza che magicamente ricompare nella nostra mente quando ormai non serve più.

Ma, nonostante la consapevolezza e il mio sforzarmi di sentire la mia coscienza gridarmi di essere stata una grandissima deficiente, l'unica cosa che riesco a sentire nel petto è un sentimento talmente bello e intenso da farmi mancare il respiro.

Nell'esatto momento in cui ho aperto gli occhi questa mattina le immagini del corpo di Massimiliano sul mio mi hanno fatto avvampare e seppellire il viso tra i cuscini.

Il ricordo delle sue labbra morbide, del suo corpo sudato attaccato al mio mi annodano lo stomaco, portando le mie labbra ad incurvarsi in un sorriso.

"Dovremmo alzarci da questo divano" la voce mi uscì in un bisbiglio roco, il mio corpo completamente adagiato contro quello nudo di Massimiliano.

"Dici che ci vengono a cercare?" rispose leggermente ironico prendendo ad accarezzarmi la schiena con la punta delle dita facendo riempire il mio corpo di tanti piccoli brividi.

"No, ma dovremmo tornare a casa Massi" alzai il volto dal suo petto, sorreggendomi con le mani per poterlo guardare negli occhi.

Il suo volto si aprì in un sorriso e portò una mano ad accarezzarmi una guancia che sapevo fosse ancora terribilmente rossa.

"Hai caldo Tarantè?" bisbigliò facendomi alzare gli occhi al cielo mentre le mie labbra imitarono le sue in un sorriso spensierato.

I nostri sguardi si incastrarono facendo calare un silenzio ricco di tante parole. Il sorriso sulle nostre labbra scemò lentamente, lasciando spazio ad un'espressione serena ma consapevole di quello che era appena successo tra di noi.

I corpi nudi erano incastrati in una sorta di abbraccio, stretti come se avessero finalmente trovato il posto giusto in cui stare, con cui incastrarsi. La sua mano restò sul mio viso facendo dei piccoli movimenti circolari con il pollice e il mio cuore batteva forte nel petto imitando il ritmo del suo.

"Mi sembra assurdo essere qui con te" la sua voce uscì in un bisbiglio, facendomi aggrottare le sopracciglia "Ho provato a starti lontano per così tanto tempo che ora mi aspetto di veder spuntare Ivan che grida -ok ragazzi perfetta così!" mormorò muovendo la mano sul mio volto sfiorandomi le labbra con la punta delle dita accennando una leggera risata.

Le mie labbra si arricciarono in un tenue sorriso perché era vero, sembrava assurdo anche a me ritrovarmi nuda nella mia roulotte insieme a quello che avevo sempre definito solo come un collega.

Eppure, mentre sentivo il mio petto nudo adagiato sul suo, mi sembrava di conoscere quel corpo da sempre.

Probabilmente era colpa dei nostri personaggi, per tutte quelle volte che abbiamo dovuto far coincidere i nostri corpi per interpretare al meglio la passione tra Carmine e Rosa.

O forse erano stati i nostri personaggi a mandarci fuori strada, a farci credere che quella passione provata era solo dedizione al lavoro e nient'altro.

"E mi aspetto anche di vederti allontanare rapidamente da me in realtà, alzando nuovamente quel muro che hai sempre mantenuto alto nei miei confronti e che probabilmente è sempre stata l'unica fonte di salvezza nel nostro rapporto professionale" aggrottò leggermente le sopracciglia quasi come se riuscisse a vedere davanti ai suoi occhi la scena che aveva appena descritto e portò anche me a smorzare il sorriso sulle labbra.

Io VorreiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora