C'è un open space composto da cucina e sala da pranzo. Nella sala da pranzo c'è un tavolo. Su quel tavolo c'è un uomo legato, le mani inchiodate agli angoli superiori, le gambe legate a quelle del tavolo. Non è particolarmente alto, né particolarmente grasso. I suoi capelli lunghi sono stesi sul tavolo, quelli che sporgono cadono lungo i bordi. Ha un tovagliolo in bocca che gli impedisce di parlare. Gli è stata strappata la camicia e tagliata la canotta, perciò è a petto nudo. I pantaloni sono ancora su, mentre gli sono state tolte le scarpe. Non ha uno sguardo spaventato, al massimo è rassegnato. Il focus si sposta. Dall'altro lato della stanza, davanti ai fornelli, c'è un altro uomo. Non è grosso, solo un po' in forma, di altezza media. Capello corto, quasi rasato, lunghi baffi e pizzetto. Il tatuaggio sul braccio sinistro di una vignetta di Calvin and Hobbes farebbe pensare al classico hipster fighetto. Armeggia con calma con la fiamma del fornello scaldandoci sopra la lama del suo coltello. Sembra sia tutto pronto, si gira e torna da quello bloccato sul tavolo. Prima di incidere il primo taglio si ferma un istante e guarda la sua vittima. Gli toglie il tovagliolo di bocca. "Senti prima che lo faccia, hai qualcosa da dire?" "Mah, non so" "Quindi vado? Posso fare? Ne sei proprio sicuro?" "Guarda ora che mi ci fai pensare potresti mettere "Can't Help Falling In Love" cantata da Elvis?" "Ok... oh giusto, altra cosa, vuoi la bocca libera e chiacchierare mentre lo facciamo, chiusa e guardarmi operare o essere sedato completamente?" "La prima" "Ok, allora lascerò la lingua per ultima". Dopo aver fatto partire la canzone l'uomo tatuato inizia l'opera. Per prima cosa fa un taglio a livello addominale, lateralmente, nella regione lombare laterale sinistra. Essendo anche molto calda, la lama cauterizza ciò che taglia evitando perdite inutili di sangue. L'uomo legato urla e digrigna i denti. "Dato che vuoi parlare, parliamo: chi sei? Perché mi hai assunto?" "Mi chiamo Josué e ti ho assunto per punirmi" "Il tuo nome lo so già, intendevo chi sei per volere che qualcuno ti faccia qualcosa di simile, raccontalo" Appoggia il pezzo di grasso e muscolo obliquo interno ed esterno su un piatto che si porta sul lato cucina. Prende una padella, ci mette a sciogliere una noce di burro con uno spicchio di aglio e un rametto di rosmarino, intanto pulisce quel pezzo di carne, tagliando le parti più rigide e lavando via il sangue. Josué riprende un attimo fiato. "Volevo finirla in un modo particolare, vorrei dirti che c'è di mezzo una sorta di perversione sessuale, ma in questo momento non riesco a fingere che sia così." "Ok ma ti rendi conto che l'essere mangiati interamente è un processo lento ed estremamente doloroso, soprattutto nelle modalità da te richieste" Dopo aver pulito per bene la pelle e tolto un po' di grasso, butta il pezzo di carne sulla piastra. "Ne sono perfettamente conscio" "Te lo dico più che altro perché di solito mi assumono per mangiare qualche pezzo, non so, a volte se c'è di mezzo qualcosa di sessuale mi chiedono di mangiare una tetta, un pene oppure un pezzo di culo.". La carne sfrigola sulla padella. "Quindi, vuoi dirmi il motivo?" "Non ho nessuna ragione per vivere e per questo ho pensato di voler almeno vedere se ero buono da mangiare, come pezzo di carne" "Questa è la ragione per cui una persona mi chiede di mangiarne un pezzo, un dito o non so, non interamente... oh, ecco, è pronto il primo pezzo, al sangue come piace a me" Il cannibale poggia il pezzo di carne su un piatto e ne taglia un pezzetto. "Ne vuoi un assaggio?" "No grazie" "Ok allora darò io il primo morso... uhm che buono, la preparazione è la metà però anche tu sei di qualità, complimenti" "Davvero sono così buono?" "Beh ho mangiato di meglio però sì sei buono" "Bene dai sono contento" "Anche l'ultima che ho mangiato interamente era davvero buona" "Ah quindi è già successo" "Sì, due volte, una volta un uomo, una volta una donna" "Me le vuoi raccontare intanto che siamo qui?" "Ok, allora il primo come ti dicevo era un uomo come te, aspetta, mentre te lo racconto ti da fastidio se ti taglio fino al ginocchio e ti faccio piede e gamba allo spiedo?" "Tranquillo fa pure" "Perfetto" il cannibale prende un seghetto, strappa il pantalone e gli taglia la gamba fino al ginocchio. Dopo aver bloccato la perdita di sangue della coscia, spella la gamba, toglie le unghie e la condisce, per poi impalarla con un tubo di acciaio da kebab e creare uno spiedo sui fornelli tramite diversi frangifiamma e due gambetti ai lati del piano cottura. Mentre gira e rigira la gamba sul fuoco che sfrigola inizia il racconto.
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Castronerie e buchi spazio temporali in serata, a seguire schiarite nel weekend
Short StoryOvvero la mia prima raccolta di racconti brevi tratti da vite vissute e immaginate per distrarmi dalla noia del quotidiano e dalla paura della morte. NB Solo perché parte subito dal primo racconto non significa che non potete saltarlo direttamente...