It must be our end. Part 1

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Quella mattina nel loro cottage era sorto il sole e come al solito la luce fioca del giorno aveva oltrepassato la piccola breccia tra le tende oscuranti della loro camera, illuminando il letto e le lenzuola ancora fresche e intrise dei loro profumi.

La cucina era in ordine, la macchina da caffè italiana di Crowley non era ancora in funzione e il bollitore di Aziraphale non emanava alcun vapore dalla sua bocchetta.

L'intera dimora era assopita nel tempo di quell'istante. La libreria e lo studio dell'angelo era così come lo aveva lasciato, con i suoi volumi ammassati l'uno sull'altro e la scrivania con un tomo aperto con una lente appoggiata sopra.

Le piante del demone erano verdi e rigogliose come non mai, non tremavano più, in quel salotto dove sul tavolino basso era ancora appoggiata una bottiglia di vino appena aperta.

La vita sulla terra continuava, nel paese, a Londra, le persone avevano cominciato la loro quotidianità tra piccoli e grandi affanni.

Tutto sembrava uguale a sempre.
Tutto, tranne per loro.

Crowley aprì gli occhi sentendosi travolto come dopo un'immensa sbronza. Gli ronzavano le orecchie, la sua lingua biforcuta si era impastata in bocca e la sua vista non era proprio lucida.
"Mhh... Angelo?" Bofonchiò convinto di trovarlo lì, al suo fianco, invece nessuno gli rispose.
Una cosa era diversa, fuori posto, i suoi occhiali, erano spariti.
Si tastò addosso più volte ma poi ogni suo dubbio sul vestiario crollò in secondo piano.
Le sue iridi gialle si concentrarono solo su quel secchio pieno d'acqua.
E la sua pelle, come ogni altro senso e organo demoniaco gli urlò che non era solita acqua.
Era...
"Acqua santa."
Disse una voce senza una particolare cadenza.
Crowley fece finta di non essere impressionato, chiunque fosse, lo avrebbe già ucciso e cancellato da un pezzo se era quello che voleva davvero.
"Be' grazie per il post sbornia, adesso io andrei..."
Disse guardandosi meglio attorno.
Non era la terra. Ma qualunque dimensione fosse, non aveva il tanfo dell'inferno né quel profumo anche troppo intenso del paradiso.
"Che diamine di posto è questo? Lo sgabuzzino dell'Universo?"
Era recluso in questa stanza vuota, senza finestre né porte, dalle pareti infinite e grigiastre. Non trasmetteva assolutamente nulla, se non per la presenza di quel secchio. Unica cosa presente oltre a lui... E quella voce alle sue spalle.

O forse era sopra di lui? Sotto?

Crowley non capiva da dove provenisse.
"Ascolta, è tardi, be' posso solo supporre che lo sia, comunque io dovrei tornare sulla terra sai com'è, ho del lavoro da svolgere..."
"Cospirare con un angelo adesso è un lavoro?"
Crowley indurì la mascella ma continuò a mantenere la calma. Dopotutto, doveva capire che fine avesse fatto Aziraphale.
"Che ti importa? Amico, sono un demone, continuo a infastidire le persone, gli complico le vite e rendo misero il pianeta, varrà pure qualcosa!" Disse agitando piano la mano.
La voce sembrò ridacchiare sommessamente.
"Oh sì, rendi le loro vite un vero inferno, non c'è che dire... Peccato che la vostra, collaborazione... Stia provocando delle ripercussioni."
Crowley sollevò la testa. La voce però si spostò al suo fianco.
"Ah sì?"
"Da entrambe parti." Precisò sempre la voce. "Ed è tutto a causa vostra."
Crowley fece roteare gli occhi sbuffando in giro.
"Maledetto angelo, lo sapevo che bastava andare su Alpha Centauri ma lui no! Non poteva rinunciare a Bach e alle crêpes..."
"E agli umani." Proseguì la voce.
Crowley si riconcentrò annuendo. "Certo, anche loro erano in lista..."
Camminò in quello spazio ondeggiando il suo corpo e cominciò a innervosirsi non trovando alcuni punti di fuga.
"Stai cercando di fuggire, Crowley?"
"Oh per favore, posso andarmene quando voglio." Sbottò, mettendosi nervosamente le mani in tasca.
"Senti, posso almeno sapere con chi diamine sto parlando?"
"Oh, io?"
Crowley mostrò un sorriso tirato verso la parete grigia.
"Quel secchio lo tieni per bellezza, vero? Dà quel tocco di inquietante che non mi dispiace affatto."
Disse girandoci poi intorno con cautela.
"Sei davvero come si dice in giro."
"E cioè? Stiloso?"
La voce sembrò di nuovo vibrante. "Uno che fa molte domande."
Crowley si grattò nervosamente la nuca, arricciando le labbra.
"Beee' sì, è un vizio che mi è costato caro un tempo."
"E non temi anche adesso?"
Crowley si zittì, fissando l'immensità di quella parete mentre tutto quello che voleva vedere era Aziraphale.
"Lui, sta bene?" Disse velatamente.
La voce ci mise un po' a rispondere.
"Se ti dicessi che si trova nella stanza accanto, ti tranquillizzerebbe?"
Crowley allungò una mano fino a sfiorare la superficie ruvida e fredda.
"Solo se anche nella sua stanza c'è questo identico secchio e non uno col fuoco infernale."
La voce sembrò quasi ammorbidirsi.
"Sembra che tu abbia un buon istinto, per essere un demone..."
"Quindi tu sei uno dei piani alti, eh?"
"Direi che è giunto il momento delle presentazioni."
Crowley sentì la voce stavolta alle sue spalle. Si era fatta più vicina e concreta.
"Siete in custodia del reparto anti collaborazione."
Crowley si voltò e vide un giovane uomo, alto, con occhi anche più azzurri di quelli di Aziraphale, i suoi capelli invece erano corvini e lucenti, la sua divisa era completamente bianca se non per dei proteggi spalle argentati che ricordavano vagamente quelli di un soldato medievale.
"Sei dell'ordine delle Dominazioni."
Disse avendo un flash della grande guerra celestiale.
Le Dominazioni erano l'esercito di Dio, tizi come quello, avevano strappato molte ali gettandole nei tuguri infernali senza alcuna pietà.
"Esattamente, ma adesso lavoro qui." Precisò mostrando un cartellino.
"Rheyiel, co-sovrintendente del reparto anti collaborazione."
"Che diamine è questa roba?! Voglio parlare con qualcun altro, tu hai una minima idea di chi ero in passato?! Ragazzino, te ne pentirai all'istante se solo-"
"Ex-arcangelo, Raphael, se non ricordo male. Piacere mio, ero un tuo grande fan."
Crowley lo guardò sbigottito. "Ehm, grazie?"
Rheyiel annuì soddisfatto. "Scusa per prima, sai, lassù vogliono che si mantenga una distanza astrale."
Crowley schiuse le labbra ma non riuscì a dire nulla.
"Le stelle. Le tue creazioni, mi commuovono ancora."
"Senti, Rayeyel... Ramorrah..."
"Rheyiel." Precisò emozionato la Dominazione.
"Quello che è." Disse Crowley sorridente. "Di che cosa sei a capo esattamente?"
"Oh certo, vedi il mio compito è-" Si fermò tornando improvvisamente serio. "Mi avevano messo in guardia su di te."
Crowley fece spallucce. "Mh? Ti sembro così tremendo?"
Il giovane lo fissò con occhi incerti. "Non saprei... Ma sei un demone adesso e poi non ti deve interessare." Proseguì stavolta con voce decisa.
"Sei in nostro ostaggio." Chiarì definitivamente.
Crowley vagò nella stanza mettendosi poi a sedere per terra, di nuovo rilassato.
"E perché?"
Rheyiel si schiarì meglio la voce. "Perché hai fraternizzato e for-" Si interruppe gettando delle occhiate imbarazzate intorno. Crowley lo seguì con lo sguardo, ridendo in silenzio.
"E forni-" Si bloccò di nuovo chinandosi a parlare più piano.
"Come dici, scusa? Non ti ho sentito bene." Disse divertito il demone.
"Fornicato." Disse poi tutto d'un fiato.
"È contro la legge."
Crowley scoppiò a ridere. "Ma sono un demone, infrangere le leggi è la mia natura."
"E l'angelo? Vale anche per lui questa cosa?"
Crowley strinse i denti.
"Ascoltami bene razza di Dominazione dirigente fasullo e vergine." Si alzò soffiandogli contro come un cobra.
"Se uno di voi osa anche solo sfiorare Aziraphale allora finirete tutti in guai e in posti  ben peggiori di questo. Te lo posso garantire."
Rheyiel sollevò pacificamente le mani senza indietreggiare.
"Non ho paura di voi demoni. Li ho combattuti anch'io, quel giorno."
Crowley lo guardò dritto negli occhi.
Le sue iridi serpentine di specchiarono in quei cieli azzurri e vasti.
"No, tu li hai cacciati." Lo fissò meglio, aveva imparato a vedere oltre, grazie ad Aziraphale, e in quello sguardo non ci lèsse nessuna di quelle forze crudeli dei Dominatori del tempo.
"Se eri un mio fan, allora portami da Aziraphale. Almeno questo lo puoi fare?"
Rheyiel lo riguardò titubante ma poi chinò la testa ed estrasse una chiave che ficcò direttamente nella parete grigia.
"Non ti mentivo prima, anche lui è qui."

*Nota Autrice*
Ciao a tutti! Ci ho messo un bel po' a tornare sulla piattaforma, purtroppo per forze esterne, ma con l'avvento della seconda stagione non ho resistito a continuare e a procedere verso la conclusione finale della mia raccolta.
Mi erano mancati troppo ed è stato un po' come tornare a casa riprenderli a scrivere con me.
Spero che possiate gradire anche voi le ultime avventure della nostra coppia ineffabile preferita! Cheers ✨

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