Non è troppo tardi se mi aspetti fuori!

1- Ritorno alle origini

19 agosto 2022

Era una giornata calda, quando Ginevra e nonna Margherita, erano atterrate a Napoli.

Lo zio Beppe, non aveva fatto altro che chiamare sua nipote al telefono da quando erano scese dall'aereo. <<Sicure che non volete che vi vengo a prendere? Posso lasciare il lavoro, Non è un problema.>> Chiese Beppe per la quarta volta.

<<Zio, è tutto okay. Stiamo raggiungendo il taxi che ci hai prenotato. Tra un po' arriviamo da te così ci prendiamo le chiavi di casa. Resta a lavoro e non ti preoccupare.>> Lo aveva rassicurato la nipote.

L'idea di trasferirsi a Napoli non la entusiasmava. Non voleva lasciare Verona perché ci era affezionata, tuttavia sua nonna era ormai anziana, e non ce la faceva più a fare tutto da sola. Ginevra era ancora minorenne perciò non poteva ancora decidere della propria vita. Nonna Margherita voleva riposarsi un po'. L'unico parente che avrebbe potuto prendere la ragazza in custodia era suo zio Beppe, il fratello di suo padre che viveva e lavorava a Napoli da sempre.

Ogni anno saliva per natale e passava del tempo con loro. Dopo la morte del fratello, Beppe si era preso cura della sua unica nipote anche a distanza. Era solito mandarle regali ogni mese e non mancava un anno che non la raggiungesse al nord per trovarla.

Ginevra dal canto suo non era più scesa a Napoli dopo la morte dei genitori. Erano più di 8 anni che non metteva piede in quel territorio meridionale.

La nonna sarebbe andata a stare in un centro per anziani. Beppe aveva scelto il migliore di tutta Napoli, affinché Margherita avesse tutte le comodità. Tra i due non c'era nessun grado di parentela, poiché lei era la madre di sua cognata Elisa, ma si conoscevano da una vita e lei lo aveva sempre trattato come un figlio, quindi Beppe voleva ricambiarle il favore. Margherita era malata da tempo, e spesso si affaticava e rischiava di svenire. Aveva bisogno di qualcuno che potesse controllarla sempre e, purtroppo per Ginevra, solo un istituto specializzato per gli anziani poteva.

<<Hai preso tutte le valigie tesoro?>>
<<Si nonna, è tutto okay.>> Rispose la biondina. Ginevra trasportava un enorme valigia contenente tutte le cose più importanti. Il resto delle sue cose sarebbe arrivato nei giorni a seguire attraverso dei pacchi che avevano spedito prima di partire. La nonna aveva un trolley più piccolo.

Una volta uscite dall'aeroporto intercettarono il loro Taxi e salirono alla volta del carcere minorile di Nisida.

Suo zio era l'educatore del carcere minorile di Napoli. Faceva questo lavoro da più di 15 anni. Ginevra era molto piccola quando lo zio entrò a far parte di quel mondo. Non era facile il suo lavoro. Parlare con detenuti che avevano commesso i peggior reati, poterli capire ed empatizzate con loro... Ginevra credeva che non sarebbe mai stata capace di ciò. Aveva molti pregiudizi sui ragazzi che stavano là dentro. Le erano nati dentro di lei soprattutto dopo l'omicidio dei genitori.

Per lei ogni persona che stava chiusa per omicidio doveva rimanere nel carcere a vita, non se ne sarebbe mai curata del perché fosse là dentro o del perché lo avesse fatto. Suo zio le diceva sempre che non era così. Ognuno di loro aveva una storia da raccontare, spesso non bella, spesso orribile. Ma tutti, secondo Beppe, meritavano una seconda possibilità, soprattutto se ancora ragazzini. Amava il suo lavoro nonostante non avesse chissà quale stipendio, non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo.

Il tassista le portò fino a Nisida. Lo zio le aveva detto che per tornare a casa le avrebbe portate una guardia.

Ginevra scese dalla macchina e ringraziò l'uomo per aver scaricato tutti i bagagli. Davanti a lei si presentò un grosso cancello di ferro. La struttura dava sul mare. Era grande e le pareti erano color mattone. Davanti al cancello di ingresso c'era una guardia. <<Salve. Sono Ginevra, la nipote di Beppe Romano. Devo entrare da lui per prendere le chiavi.>> La guardia sembrava avere sui sessant'anni.