9-Gli amanti

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Il martedì c'era stata una sospensione delle attività con l'IPM per via di un progetto che Ginevra e i compagni avevano avuto con la scuola.

Era finalmente venerdì, e Ginevra si trovava già con i compagni dentro il carcere. La professoressa aveva portato i detenuti maschi dentro al laboratorio. I ragazzi si erano disposti a cerchio per ascoltare cosa avrebbero fatto nella seconda lezione. Gaetano aveva salutato la biondina con un bacio volante non appena l'aveva vista entrare, mentre Emanuele le aveva lanciato la sua solita occhiata indecifrabile senza salutarla, ma ormai c'era abituata.

<<Quindi dicevo oggi la professoressa vi mostrerà diverse immagini che io e i miei compagni abbiamo stampato da internet che ritraggono tra i dipinti più famosi. Ad ognuno di voi verrà chiesto che tipo di emozioni vi suscita e a cosa vorreste paragonarlo. Tutto chiaro?>> Alcuni annuirono, altri sbadigliarono e altri ancora avevano la testa da tutt'altra parte.

<<Io voglio il bacio.>> Disse Gaetano guardandola e mordendosi il labbro. Ginevra scosse la testa per fargli capire quanto fosse esausta delle sue continue battute e allusioni idiote.

Il primo a cui venne fatta analizzare il quadro fu Enzo, il ragazzetto che Ginevra aveva visto suonare poche settimane prima. <<Il quadro si chiama I giocatori di carte, ed è stato dipinto da Cézanne.>> Spiegò uno dei ragazzi mostrando la foto al giovane.

In questa versione due uomini in un'osteria di paese stanno giocando a carte davanti ad uno specchio. La tela si presenta con uno schema fortemente geometrizzato, che conferisce ai due personaggi dignità classica, pur rimanendo un'immagine di contemplazione pura.

<<Ma che ne pozz mai sapé ij di sti due?>> Chiese il ragazzino facendo ridere alcuni carcerati. <<Su tutt strunzati va. Ij m n vacc.>> Aggiunse cercando di uscire da quel laboratorio. Beppe, che si trovava ad assistere alla lezione, prese per l'orecchio il giovane e lo rimproverò. <<Enzo chiedi immediatamente scusa per quello che hai detto e descrivi sta sfaccim di immagine senza fá storie.>> Lui sbuffò, ma ritornò vicino al tavolo dove era posizionata la fotografia.

<<Questo progetto non è solo per dare dei crediti extra ai ragazzi, ma è soprattutto per voi. Loro perdono ore e tempo per spiegarvi e prepararvi lezioni. La direttrice ha fatto i salti mortali per permettere a questo istituto di integrarsi con vostri coetanei. Abbiate un minimo di interessa.>> Il discorso di Beppe non fece una piega. Gaetano, seppur un ragazzo superficiale, comprendeva appieno ciò che volesse dire l'educatore. Forse la presenza di Ginevra lo aveva influenzato a partecipare attivamente durante il corso con la scuola, ma era comunque un bene, una cosa positiva pensare che grazie a lei, Gaetano avrebbe avuto la voglia di partecipare a quelle lezioni.

<<E che agg pensá? Sembrano gli uomini che giocano a carte al bar sotto casa mia. Chill strunz si prendono sempre a manate quando uno dei due perde. Quando stavo fuori li vedevo ogni giorno appicciacarsi, ma arrop stavano sempre assieme.>> Quell'abitudine quotidiana che aveva ogni volta che scendeva da casa aveva fatto di che facesse un bel paragone. <<E che cosa ti suscita questo?>> gli domandò la professoressa.
<<Nu compagn si può appiccicà pur pì strunzati con te, ma arrop poi torna e faciti pac.>>

<<E lo vedi che quando vuoi ti cammina sto piccolo cervello? Non solo per il pianoforte. Brav Enzo.>> Si complimentò Beppe.

L'immagine che Ginevra mostrò dopo colpì molto Emanuele. <<Questa foto cosa vi suscita?>> Chiese la professoressa a tutti in generale.
Il dipinto, intitolato "Gli amanti", raffigurava i volti nascosti di due persone.
<<Ci stann due amanti che si baciano con il volto coperto perché non possono farsi vedere e dire al mondo quanto si amano.>> Ginevra alzò gli occhi di scatto dal ritratto per guardare gli occhi neri di Emanuele. Era stato proprio lui a dire quella frase.
<<E secondo te perché non possono dire perché si amano? Serve un esempio che può capire o che è capitato in passato.>>

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