8-Pura

118 8 0
                                    

12 Gennaio 2021
7 mesi prima dell'omicidio di Antonio

In una fredda serata di Inizio gennaio, Emanuele insieme a suo fratello Antonio e alcuni conoscenti se ne stavano seduti in un bar a chiacchierare in un sabato sera qualunque.

Nonostante il clima abbastanza freddo, quel giorno non aveva piovuto, perciò Emanuele aveva deciso di uscire e dopo aver insistito abbondantemente, aveva acconsentito a portarsi in giro anche suo fratello. Antonio adorava stare con suo fratello e uscire con i più grandi. Ascoltava sempre attentamente le storie poco caste di cui si parlavano nel tavolo o di come si divertissero ad andare a ballare.

<<Ma alla fine hai chiavat o no?>> Domandò Emanuele al ragazzo di fronte a lui intento a raccontare tutta la serata del giorno prima in discoteca. <<E certo che agg chiavat.>> Rispose lui bevendo un sorso di birra.
<<Qua solo il piccolo Antonio non chiava mai.>> Lo derise lo stesso ragazzo. Emanuele entrò in difesa del fratello prima ancora che lui potesse parlare.
<<Tiene ancora 9 anni, ma stai tranquillo che tra un paio d'anni in un anno si fa tutti chill che tu non ti si fatt in tutta a vita tuoij.>> Questa frase fece ridere tutti. Emanuele scoccò un occhiolino al fratello e gli scompose leggermente i capelli perfettamente tirati all'indietro dal gel.

Superato quell'argomento, i ragazzi presero a parlare di motori e macchine mentre finivano di bere le proprie birre seduti al bar del centro di Napoli vicino Via Toledo.

Ad un tratto, mentre Antonio beveva la sua coca cola con la cannuccia, vide una bambina della sua età passeggiare di fianco a una ragazza più grande. Le due camminavano l'una di fianco all'altra e chiacchieravano del più e del meno. La bambina aveva i capelli castano chiaro lunghi fino alla schiena. Antonio non riuscì a vederla bene ma da lontano sembrava la bambina più bella che avesse mai visto.
Lentamente si girò verso il fratello e gli tirò la manica del giubbotto per richiamarlo.
<<Emanué, guarda quelle due.>> Il piccolo gli indicò le due e il giovane Amato si perse ad osservare il sedere a mandolino fasciato da dei pantaloni neri della ragazza più grande e istintivamente si leccò le labbra.
<<C're ti sei innamorato?>> Gli chiese vedendo come il piccolo non smettesse di fissare la bambina. <<No, però Gliam a parlargli Emanué.>> Antonio si alzò dalla sedia pronto ad attraversare la strada e raggiungerle.
<<Vedete uagliò. Iss tieni più palle di voi per rimorchiare.>> Replicò il moro alzandosi per assecondare l'idea folle del fratellino.

Antonio seguito da Emanuele attraversò la strada per raggiungere le due, che intanto si era sedute su un muretto della Marina che dava sul mare. <<Io mi siedo là. Tu fai tutte cose.>> Disse Emanuele andandosi a sedere poco più distante dalle due. <<E certo devo fare sempre io il lavoro sporco.>> Sbuffò il piccoletto.

Antonio si avvicinò alle due. <<Ciao.>> La più grande delle due, lo guardò con un sopracciglio alzato. <<Sono Antonio, e quello laggiù è mio fratello Emanuele.>> Indicò con il dito suo fratello che stava accendendo una sigaretta.
<<E quindi?>> Domandò la maggiore, mentre la piccola guardava imbarazzata Antonio.
<<Emanuele dice che sei molto bella, e io dico che lei è molto bella.>> Si riferì alla ragazzina più piccola. <<Vi vorremmo offrire un gelato. Io sono solo la cavia che fa da tramite.>> Spiegò e la mora scoppiò a ridere.
<<Deve avere assai palle tuo fratello per mandare te.>> Ironizzò guardando il moro che mentre aspirava la sigaretta le fece un occhiolino. <<Non mi manda lui, io mi sono solo innamorato, però ci sei anche tu, perciò se tu stai con mio fratello io posso conoscere a-?>>
<<Mi chiamo Martina.>> La piccola porse la mano ad Antonio che prontamente la strinse sorridendole. La bambina aveva dei occhi scuri leggermente a mandorla, e i suoi capelli castani le arrivavano fino ai fianchi. Antonio non aveva mai visto dei capelli così lunghi e lucenti.
<<Tu pozz offr un gelato?>> Gli chiese porgendole la mano per aiutarla a scendere dal muretto. Martina si girò verso la maggiore. <<Se mia sorella accetta si.>>
<<Allor? Accetti o no?>> Domandò spazientito il ragazzino. <<Vorrei che fosse tuo fratello a chiedermi di uscire, non un bambino.>> Antonio sbuffò. Perché doveva fare tante storie, alla fine suo fratello voleva solo portasela a letto, mentre lui aveva avuto un colpo di fulmine non indifferente verso Martina.
<<Emanué, la regina ro cazz non acconsente a fare sta passeggiata se non vieni tu a chiederglielo.>> Il giovane Amato rise di fronte al nomignolo che gli aveva attribuito. Si alzò dal muretto e gettò il mozzicone di sigaretta a terra e lo schiacciò con la suola delle scarpe nere.
<<Desideravi parlarmi?>> Le chiese una volta arrivato davanti a lei. Intanto Antonio e Martina si erano leggermente allontanati per parlare tra di loro, fregandosene altamente di ciò che avrebbero parlato i due fratelli maggiori.
<<In realtà ho detto al tuo fratellino che sei un senza palle visto che non sei venuto a chiedermi tu stesso di prenderci questo fantomatico gelato. Anche perché non credo che un bambino di quanti anni? 10 come mia sorella? Possa avere dei soldi.>> Spiegò spavalda. Emanuele osservò i tratti del volto. Aveva la chioma scura e gli occhi del medesimo colore. La bocca era sottile e il naso dritto. Il fisico era abbastanza mingherlino, ma lei nel complesso era davvero una bella ragazza. Emanuele aveva un obiettivo ben preciso, portarsela a letto e scaricarla, proprio come faceva con tutte.
<<Quanto parli a vanvera. Fratm si è innamorato della tua sorellina e gli sto facendo un favore di distrarre la sorella stronza e pesante, tutto qua. Gliam o no a comprare questo gelato?>> Il moro le porse la mano, e lei dopo alcuni attimi di esitazione decise di afferrarla e si alzò dal muretto. Pochi secondi dopo però disciolse quel contatto e tutte e quattro presero a camminare verso il bar più vicino.

Non è troppo tardi se mi aspetti fuori!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora